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    WWF: "Atteggiamento filo venatorio della Regione"

     

     

    WWF: "Atteggiamento filo venatorio della Regione"

    12 nov 10 “C’è voluta l’ordinanza con cui il Tar di Catanzaro ha bocciato il calendario venatorio emanato dalla Giunta regionale, per costringere la stessa ad adeguarsi alle leggi dello Stato Italiano, in precedenza ignorate spavaldamente sulla base delle irresponsabili indicazioni delle associazioni venatorie”. È quanto si legge in una nota stampa dell’associazione ambientalista Wwf. “L’adeguamento alle norme statuali che individuano nella tutela della fauna il bene prioritario da tutelare in quanto patrimonio dell’intera collettività nazionale e internazionale, così come imposto dall’ordinanza del giudice amministrativo - prosegue il Wwf - trae origine da un incredibile atto di arroganza e di demagogia filovenatoria che ha visto come protagonisti le associazioni venatorie da un lato e l’assessorato all’agricoltura dall’altro. Entrambi, dopo averle in un primo momento recepite, avevano poi preferito ignorare le indicazioni pervenute dall’Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra), finalizzate all’attuazione delle nuove norme che hanno in parte modificato la legge 157 del 1992 in relazione alla tutela degli uccelli migratori nel periodo della dipendenza dei piccoli e dell’inizio del periodo migratorio. La stessa Regione era stata messa in guardia dal Wwf Italia circa le conseguenze che il mancato recepimento delle nuove norme intervenute in materia di caccia avrebbero potuto avere sull’andamento della stagione venatoria, ma l’abitudine ormai inveterata a considerare la fauna calabrese come una proprietà di una minoranza armata di cittadini, ha indotto i responsabili del procedimento ad accettare supinamente le decisioni delle associazioni dei cacciatori, convinti di poter calpestare ancora una volta impunemente gli obblighi di legge e le indicazioni degli organismi scientifici riconosciuti”. “Dopo aver fatto approvare consapevolmente un calendario venatorio illegittimo, con ben due mesi e mezzo di ritardo rispetto al termine di legge, le stesse associazioni venatorie, davanti al ricorso degli ambientalisti, erano costrette ad ammettere la manovra architettata per aggirare le norme e ottenere per certe specie sia un ulteriore anticipo dell’apertura che un posticipo della chiusura. Una manovra che però non aveva fatto i conti con la decisione del TAR di sospendere un calendario per molti versi impresentabile, tant’è che lo stesso ha accolto in pieno il ricorso delle associazioni ambientaliste (LAV, WWF, LIPU, Legambiente; Animalisti Italiani) , riconoscendo che l’interesse diffuso alla tutela della fauna sarebbe stato irreparabilmente pregiudicato dall’applicazione del calendario venatorio. Adir poco preoccupante - conclude il Wwf - è il quadro dei vari personaggi politici, che in questi giorni di chiusura dell’attività venatoria si sono agitati pur di manifestare la loro solidarietà ai cacciatori (neanche si trattasse di alluvionati o dei tanti calabresi costretti a fare i conti con lo sfacelo del territorio e il rischio idrogeologico), senza neanche soffermarsi sulla responsabilità di quanto accaduto, sulle motivazioni dei giudici e sul danno arrecato alla fauna da una caccia condotta senza un minimo di criterio e con un piano faunistico scaduto da due anni, per cui, anziché fare il mea culpa, siamo addirittura all’autoesaltazione dei meriti. La stessa rapidità con cui la Giunta ha inteso emanare il nuovo calendario, con una tempestività degna di ben altre cause, la dice lunga sul livello di sensibilità ambientale di certi nostri rappresentanti”.

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