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    Lucà: Crotone e Vibo meritano rispetto

     

     

    Lucà: Crotone e Vibo meritano rispetto

    31 mag 31 mag 10 “Anche se nel testo della manovra finanziaria inviata al Capo dello Stato non esiste più la norma che prevede la cancellazione delle province inferiori ai 220mila abitanti, ritengo che l'orientamento già manifestato del Governo merita un approfondimento”. Lo afferma in una dichiarazione Salvatore Lucà dei “Democratici” di Crotone. “L'articolo 5 della manovra -spiega Lucà-, quello contenente le misure per l'"Economia negli Organi Costituzionali, di governo e negli apparati politici" non contiene infatti più i commi da 12 a 17 con i quali si prevede la soppressione delle mini-province. L'ipotesi più probabile è ora quella dell'inserimento della norma nel testo della Carta delle Autonomie in discussione alla Camera. Ciò significa che il Governo comunque stà pensando e forse ha già deciso di cancellare Crotone e Vibo Valentia dal novero delle province italiane. Premesso che il sottoscritto condividerebbe in toto la cancellazione di tutte le province, non riesco a comprendere una situazione in cui vengono cancellate le “cosiddette mini province” per fare cosa? Per risparmiare che cosa? Cancelliamole tutte, questo si che sarebbe un vero segnale riformatore e di contenimento della spesa pubblica, ma mortificare e penalizzare territori come il crotonese e il vibonese minimamente possiamo pensare di accettare passivamente, far ritornare indietro le lancette della storia, questo proprio no!!! dobbiamo ribellarci, non parlando certo di guerra civile come il Ministro Bossi, ma senza alcuna esitazione in modo determinato dobbiamo dire no a questa malaugurata ipotesi che significherebbe un'ulteriore penalizzazione della nostra Regione, una mortificazione per tutti coloro i quali, dai politici ai semplici cittadini, in tutti questi anni hanno concretamente lottato per elevare Crotone e Vibo al rango di province italiane. Uscendo dalla logica della speculazione politica, a prescindere dalla collocazione di ognuno di noi, ritengo che tutte le forze politiche, le associazioni e la società civile devono pensare di dire un no determinato all'ipotesi di cancellazione di queste mini realtà provinciali, questa decisione equivarrebbe a certificare che esistono in Italia cittadini di serie A e cittadini di serie B. Siamo ben consci che il momento di crisi globale esige dei cambiamenti e delle riforme strutturali importanti, ma pensare a cancellare 9 o dieci piccole province mi sembra una vera presa in giro, una goccia al taglio delle spese pubbliche in un oceano di sprechi e spese inutili. Ecco perchè il momento attuale esige un comportamento coerente ed autorevole di tutti coloro i quali vogliono o aspirano a rappresentare queste popolazioni in modo dignitoso e coerente, non possiamo per spirito di parte subire passivamente questa eventuale soluzione. La mia parte politica è disponibile ad ogni iniziativa ed a condividere tutto ciò che possa servire a salvaguardare i nostri territori e le proprie istituzioni, anzi ritengo che questa è l'occasione giusta per rivendicare e portare alla giusta attenzione le tante carenze endemiche di cui né pagano le conseguenze specialmente i nostri giovani costretti giornalmente ad abbandonare la nostra regione alla ricerca disperata di un posticino di lavoro. I nostri politici, di destra e di sinistra, pensino a portare nelle giuste sedi il problema della sanità, a proporre una soluzione alle tante carenze strutturali ( ss106, autostrada, strada ferrata, porti, aeroporti..) ed a segnalare i disagi delle famiglie e la crisi profonda delle piccole e medie imprese calabresi che rischiano nei prossimi mesi un vero tracollo. Lavoriamo tutti insieme per non far cancellare quel poco di Stato che con tante battaglie e sacrifici i nostri concittadini si sono conquistati. Nei prossimi giorni, a prescindere, proporremo una petizione on line per sollecitare anche ai comuni limitrofi l'adesione alle due “mini province”; proporremo la nascita di comitati cittadini che propongano alle popolazioni residenti e alle relative amministrazioni comunali un referendum locale per decidere sull'eventualità di aderire a passare a queste province e ricreare anche nella nostra regione una rappresentanza più equilibrata anche in termini di numero di abitanti tra tutte le nostre cinque entità provinciali.

     

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