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    Il Consiglio regionale approva i tagli ai costi della politica

     

     

    Il Consiglio regionale approva i tagli ai costi della politica

    31 mag 10 Il Consiglio regionale della Calabria ha approvato un progetto di legge che prevede la riduzione del costo della politica di 1,3 milioni di euro. Il provvedimento, in particolare, prevede la riduzione del 10% delle spese per il funzionamento dei Gruppi consiliari e del 25% degli accessi per i quali ai consiglieri ''viene effettuato il rimborso delle spese di trasporto sostenute per lo svolgimento dei compiti e delle funzioni correlati al mandato''. La somma risparmiata servira' al finanziamento della legge regionale sulla famiglia del 2004 che era rimasta una cosi' detta ''legge manifesto''. Il presidente della Giunta, Giuseppe Scopelliti, nel suo intervento ha sostenuto che sara' anche revocata una norma del collegato alla finanziaria che prevede finanziamenti per circa quattro milioni di euro destinati a enti, associazioni e fondazioni. La richiesta di inserire il provvedimento all'ordine del giorno di oggi non ha ottenuto il quorum necessario, ma Scopelliti, alla conclusione dei lavori ha sostenuto che il provvedimento ''sara' comunque revocato perche', tra l'altro, travalica competenze dei dipartimenti, a fronte della pubblicazione, nei vari settori dei bandi specifici. Si tratta di un provvedimento senza 'ratio' normativa e, soprattutto clientelare''. Il provvedimento che prevedeva finanziamenti a enti e associazioni era stato adottato dalla Giunta precedente, guidata da Agazio Loiero, poco prima dello scioglimento della passata legislatura.

    Non discusso taglio fondo enti. Il Consiglio regionale non discutera' oggi la delibera di Giunta per eliminare contributi finanziari a enti, associazioni e fondazioni. La votazione per l'inserimento immediato nell'ordine del giorno della delibera per l'abrograzione dell'articolo del collegato alla finanziaria che prevedeva i contributi, infatti, non ha raggiunto il quorum di voti necessario pari ai 2/3 dei consiglieri presenti. Nella proposta di legge e' prevista la cancellazione dei contributi destinando il corrispondente importo, pari a quattro milioni di euro, al finanziamento della legge n. 1 del 2004, su ''Politiche regionali per la famiglia''. Sull'inserimento della proposta nell'ordine del giorno di oggi hanno votato 46 consiglieri: 29 i si', 17 i no. Per raggiungere il quorum erano necessari 31 voti. La votazione e' avvenuta al termine di un articolato dibattito completato dagli interventi di Vincenzo Ciconte (Autonomia e Diritti), Giovanni Emanuele Bilardi (Scopelliti Presidente), Luigi Fedele, (Pdl), e Pasquale Maria Tripodi, (Udc). Ciconte ha parlato di ''terapia dei tagli molto blanda'', poiche' ''se si parla di riduzione, essa va fatta in un contesto piu' generale coinvolgendo assessorati, direzioni generali. Solo cosi' avremmo un quadro generale completo sul quale intervenire''. Per Bilardi, i tagli riguardanti il funzionamento dei gruppi e delle indennita' dei consiglieri regionali sono talmente irrisori da sfiorare la demagogia. Bilardi ha parlato della necessita' di ''affondare decisamente il bisturi del buon governo, per eliminare tutti gli sprechi che fino ad ora sono stati considerati ordinaria amministrazione''. Infine, ha evidenziato che nel documento programmatico presentato dal Presidente Scopelliti e' evidente la volonta' di eliminare gli sperperi e di restituire alla Calabria e ai calabresi la dignita' che meritano''. ''Nessuna demagogia'', invece, a parere di Luigi Fedele, per il quale una volta approvato il provvedimento ''si andra' ad una riduzione dei costi, che per l'intera legislatura, sara' di circa sette milioni di euro''. Nel lanciare l'avvertimento che su ''temi delicati come questo e' meglio evitare il gioco della ricorsa'', Fedele ha messo l'accento sulla necessita' di ''salvaguardare la dignita' del Consiglio regionale che deve essere tutelata, perche' molti suoi costi di funzionamento non sono eccessi, ma esigenza di rappresentanza della massima istituzione regionale calabrese''. Infine Pasquale Maria Tripodi (Udc) ha sostenuto che sui costi della politica ''e' necessario distinguere tra costi della politica e costi di gestione dell'apparato burocratico-politico cercando di capire quali sono gli enti utili e i doppioni esistenti''. Tripodi ha annunciato quindi la presentazione di due distinte proposte di legge riguardanti, rispettivamente, la rimodulazione dei costi della politica e la gestione dell'apparato burocratico politico regionale.

    Piani aggiuntivi per il risparmio. Se il governatore del Lazio, Renata Polverini, e' alle prese con il decreto di riordino della rete ospedaliera, anche i governatori delle altre tre Regioni che hanno i conti della sanita' in rosso (Campania, Calabria e Molise) sono all'opera sui rispettivi piani di rientro dal deficit sanitario delle Regioni che governano: l'obiettivo e' quello di dare vita, entro l'estate, a piani aggiuntivi per produrre maggiori risparmi dopo che alle quattro Regioni e' stato detto dal governo che non possono essere toccati i Fas, i Fondi per le aree depresse, per coprire i buchi della sanita'. La Calabria e' sotto di 1 miliardo sul 2009, cifra che raddoppia se sommata al deficit accumulato negli anni e il neo governatore Giuseppe Scopelliti e la sua giunta hanno esaminato proprio nei giorni scorsi una serie di provvedimenti per favorire un risparmio per le casse regionali (da un accordo con Federfarma a linee guida per l'appropriatezza d'intervento in campo cardiovascolare). Al Molise servono 69 milioni per ripianare il deficit fino al 2009; in Campania serve mezzo miliardo. ''Sara' praticamente impossibile per tutte le quattro Regioni rientrare dal disavanzo entro il 2010 - spiega un esperto del settore - non e' possibile in pochi mesi recuperare questi importi''. L'unica soluzione e' dunque quella di lavorare alla produzione di piani aggiuntivi, per ottenere altri risparmi, ma poi - questa e' l'opinione dei tecnici che lavorano negli assessorati regionali alla sanita' - servira' un intervento del governo. Anche perche' lo stesso paventato aumento di Irap e addizionale Irpef non potrebbe bastare.

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