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    CdD: Nel crotonese sanità allo sfacelo

     

     

    CdD: Nel crotonese, e non solo, sanità allo sfacelo

    27 mag 10 In un incontro della Direzione provinciale della CdD, alla presenza del proprio capogruppo in consiglio provinciale, è stato affrontato in tutte le sue sfaccettature il problema “sanità” in Calabria e, nella fattispecie, in provincia di Crotone ove, come ben noto, i servizi offerti sono estremamente inefficienti e caratterizzati da liste di attesa di svariati mesi. Lo scrivono in una nota congiunta Nico Carluccio e Salvatore Lucà, rispettivamente garante e capogruppo alla Provincia di Crotone della Compagnia dei Democratici. Dopo la presa di posizione di qualche giorno fa, ove Salvatore Lucà insieme al garante del Movimento, Nicodemo Carluccio, hanno espresso la loro solidarietà ai dipendenti della clinica Santa Rita, la CdD ha inteso riunirsi e dire la sua su una problematica che ha portato la Calabria su tutti i mass media per il modo in cui la sanità è stata finora gestita. Trascurando la discussione riguardo ai fautori politici di tale scempio, siano essi di destra o di sinistra, è indubbio che l'ultima amministrazione regionale non ha certamente migliorato i meccanismi della macchina sanitaria, diminuendone i costi o migliorandone il servizio. La sola questione che oggi, malgrado l’advisor, non sia possibile quantificare con certezza i debiti, è esplicativo sul come, finora, si sia lavorato. Ed evidente che, per tali ragioni, diventi normale e fisiologico che in ogni luogo della regione ove si vuole rimettere ordine ci siano dei momenti di ribellione, in primis da parte dei dipendenti che rischiano il posto di lavoro. Per tali ragioni, ma anche in vista di una ipotetica soluzione circa la possibilità di ripianare il deficit sanitario tramite eventuali tasse a carico dei calabresi, è nata una forte preoccupazioni all’interno della CdD da cui è scaturita, a seguito di un interessante dibattito interno, una serie di riflessioni e proposte in merito. La prima riflessione è avvenuta rispetto alle voce che affermano un probabile aumento delle tasse per “risolvere” la spinosa questione; ciò, secondo i dirigenti della CdD, sarebbe un grande paradosso. A fronte delle attuali condizioni economiche e sociali in cui versa la nostra Regione (per PIL, indici di disoccupazione e inoccupazione, impoverimento delle famiglie, qualità della vita) sarebbe veramente iniquo e profondamente ingiusto continuare a vessare i cittadini calabresi con indiscriminati aumenti di tasse. In merito la CdD auspica che Scopelliti, con l’autorevolezza e la trasparenza che lo contraddistingue, dica ai calabresi la verità sull’ammontare del debito sanitario, sui fautori dello stesso, e su tutto ciò che ogni cittadino ha il dovere di sapere, in negativo e in positivo. Durante lo stesso incontro, in ottica propositiva, la CdD ha sottolineato come la sanità calabrese possa ripartire innanzitutto rafforzando il comparto degli specialisti ambulatori, dotandoli certamente delle attrezzature all’avanguardia di cui necessitano, rendendoli accessibili all’intero territorio nel modo più equo possibile ed evitando di escludere le aree notoriamente emarginate dalla politica nostrana. Un numero più consistente di presidi extra ospedalieri su tutto il territorio, secondo Lucà, razionalizzerebbero senz’altro l'accesso ai servizi sanitari, permetterebbero l’attuazione di una politica di prevenzione che finora è mancata ed incrementerebbero l'offerta, riducendo ad esempio le lunghissime liste di attesa a cui ormai, con immensa pazienza, ci siamo abituati. I vantaggi di una tale politica, inoltre, impatterebbe positivamente anche dal punto di vista finanziario, riducendo ad esempio i ricoveri non necessari e, come già si affermava, aumentando la prevenzione. Parallelamente, ha continuato Lucà, sarebbe anche necessario avviare iniziative mirata ad eliminare sprechi, sperperi, spese inutili ed improduttive, che tuttora si annidano nel sistema sanitario calabrese, in modo da riportare lo stesso ad una accettabile condizione di efficienza ed operatività. Secondo i dirigenti della CdD, a fronte di quanto si auspica, sarebbe certamente necessario attivare un confronto permanente con tutti i soggetti interessati, affinché ciascuno possa portare il proprio responsabile contributo ai fini di una positiva risoluzione del problema. A tale scopo sarebbe altresì auspicabile che le lobby private che da sempre speculano sulla sanità e notoriamente supportate dalla politica, sia essa di destra o di sinistra, venissero estraniate a favore di una sanità pubblica più forte, efficiente ed efficace, con una politica occupazionale che miri a salvaguardare i posti di lavoro di tutti quei lavoratori che, attualmente al servizio dei privati, verrebbero così impiegati nel settore pubblico. Inoltre, adottando la politica prima enunciata di rafforzamento dell'area funzionale della specialistica ambulatoriale, si potrebbe anche puntare ad un aumento dei posti di lavoro nello stesso settore sanitario. In conclusione, Lucà e Carluccio, hanno ribadito che, malgrado tutto, sono abbastanza fiduciosi sul futuro di questo importante comparto in quanto i neo amministratori regionali stanno dichiarando ad ogni piè sospinto che vogliono veramente cambiare.

     

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