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    Le mini Province pronte alle barricate

     

     

    Le mini Province pronte alle barricate

    27 mag 10 C'é chi vuole cambiare Regione, chi si dice pronto ad occupare autostrada e ferrovia, chi chiama alla mobilitazione popolare, chi crea un comitato su Facebook. Le dieci piccole Province minacciate dalla scure della manovra finanziaria e dal ddl sulle autonomie non ci stanno a scomparire. E annunciano battaglia col coltello tra i denti per non perdere poltrone e competenze. Le amministrazioni in bilico sono quelle di Biella e Vercelli (Piemonte), Rieti (Lazio), Isernia (Molise), Matera (Basilicata), Vibo Valentia e Crotone (Calabria), Ascoli Piceno e Fermo (Marche), Massa e Carrara (Toscana), tutte al di sotto della fatidica soglia dei 220mila abitanti. Roberto Simonetti, presidente della Provincia di Biella, lancia una provocazione: le amministrazioni nelle Regioni a statuto speciale vengono risparmiate, ragiona, allora pensiamo a chiedere di far passare il capoluogo sotto la giurisdizione della Valle d'Aosta, "visto che il decreto sembra che ci imponga con chi dobbiamo stare". Gli da manforte il sindaco Dino Gentile. "Siamo - sottolinea - una provincia ricca con un tessuto culturale ed economico tipico, un'identità specifica. Siamo un popolo di montagna e affiancarci con città di pianura é esattamente andare all'opposto della logica". Dal Piemonte alla Calabria, i propositi sono sempre bellicosi. Il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi, sta valutando l'ipotesi di sollevare un'eccezione di costituzionalità della norma e valuta gli effetti della soppressione dell'ente: seimila cittadini sarebbero costretti a trasferirsi altrove con conseguenze "devastanti" per la città, come il crollo del mercato immobiliare e del commercio. De Nisi invita quindi la popolazione alla mobilitazione generale attraverso un Consiglio Provinciale aperto alla partecipazione dei cittadini e dei sindaci vibonesi. Ancora più drastica la reazione di Fermo, l'ultima nata delle Province, istituita solo lo scorso anno. Luigi Vitali, il presidente del Comitato promotore della Provincia, ha indetto un incontro con i 450 sindaci del territorio per lunedì prossimo. "Se c'é bisogno - minaccia - occuperemo la sede autostradale e bloccheremo i treni. Assistiamo a marce indietro che suonano come uno schiaffo alla Costituzione". E il sindaco di Fermo, Saturnino Di Ruscio, intende "appoggiare le iniziative di contestazione". A Matera la protesta viaggia su Facebook, dove si è costituito un Comitato per la difesa della Provincia che ha raccolto, in prevalenza tra i giovani, già centinaia di adesioni. Nel frattempo, il presidente del consiglio provinciale, Aldo Chietera, ha convocato per martedì prossimo una riunione straordinaria dell'assemblea per adottare "ogni possibile azione valida a scongiurare l'ipotesi di soppressione della Provincia". Sul piede di guerra anche Isernia, che con 88mila abitanti è la più piccola tra le dieci Province in predicato di sparire. Il presidente Luigi Mazzuto si dice pronto "alle forche caudine" per difendere l'istituzione.

     

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