Amato, Battaglia e Scalzo "Guccione inadeguato" - Nuova Cosenza Quotidiano Digitale

Amato, Battaglia e Scalzo "Guccione inadeguato"

17 mag 10 "Se non si individua un gruppo dirigente capace di governare questo Pd è ovvio che si deve pensare a un commissario di grande e riconosciuta autorevolezza. L'inadeguatezza di Carlo Guccione a governare un partito così complesso è ormai lampante". A sostenerlo sono, in una dichiarazione congiunta, i consiglieri regionali del Pd Pierino Amato, Demetrio Battaglia, Antonio Scalzo. "Gli è mancata - hanno aggiunto - la capacità di sintesi di culture diverse e perpetua ancora in questi giorni atteggiamenti ondivaghi. Sostiene che è fuori dal partito chi non aderisce al gruppo del Pd e poi consente a chi si autosospende, o addirittura contribuisce alla sconfitta del centrosinistra, di rientrare nel partito come se nulla fosse accaduto". "Il partito - affermano Amato, Battaglia e Scalzo - non è il luogo per 'vanagloriosi artefici di chiacchiere', di coloro che rappresentano a malapena sé stessi ma vorrebbero costringere il partito, con veti e con condizionamenti continui di andare via, ad autoazzerarsi per consentire a loro di arrivare in vetta. Ma con le chiacchiere non si costruisce un grande partito né si fa opposizione. E noi dobbiamo fare l'uno e l'altra. Dobbiamo costruire un partito capace di parlare alla gente, offrendo prospettive di risoluzione dei suoi problemi e abbiamo l'obbligo di fare opposizione in maniera compatta perché questa è la mission che, nella sconfitta elettorale, una parte notevole di calabresi ci ha affidato". "Appare allora chiaro - proseguono i tre consiglieri del Pd - che l'autoflagellazione di questi giorni e il gioco al massacro di qualcuno che vorrebbe così restare a galla, non aiuta il partito a crescere e a svolgere il ruolo a cui è chiamato. E' stucchevole e fuorviante, dunque, concentrare il dibattito su gruppo unico o meno. Ma è politicamente distruttivo addebitare ad Agazio Loiero, che è un pezzo di storia di questo partito e che rimane nel partito e nel gruppo consiliare, senza pretendere il più piccolo degli incarichi, la scelta dei colleghi di Autonomia e Diritti di costituirsi in gruppo autonomo. Piuttosto che inviare anatemi, perché non ci interroghiamo sui motivi per cui chi è stato eletto in AeD dice di essere spaventato di entrare nel Pd? E se, come è noto, Agazio Loiero è andato con Guccione per tentare di portarli nel Pd, perché mai si addebita a Loiero la responsabilità di una scelta opposta alla sua e si tenta di logorarlo ai fianchi per costringerlo a lasciare lui il gruppo e il partito? Può insomma Loiero coartare la coscienza degli eletti in AeD o disporne come di un bene nelle sue disponibilità?". "Nessuno, stranamente - sostengono Amato, Battaglia e Scalzo - guarda ad altre soluzioni possibili. Neppure in un contesto in cui lo stesso Scopelliti, che appartiene a un partito iper-centralista, mantiene due gruppi, nemmeno avendo in mente cosa accade nello stesso Pd fuori dalla Calabria: vedi la Bresso in Piemonte che ha costituito tre gruppi: uno del Pd, uno formato solo da se stessa in quanto capolista del listino perdente e uno formato dall'unico eletto nella lista per Bresso Presidente. Più o meno la stessa cosa avviene in Lombardia con Penati. Roma ha informato Guccione di queste realtà politiche della altre regioni?". "In queste condizioni - concludono i tre esponenti del Pd - non possiamo che manifestare il nostro disagio per come evolvono le cose all'interno del Pd, il cui progetto rischia di essere stravolto da parte di chi invece dovrebbe far rispettare le regole e lavorare per una pacificazione degli animi, ma anche per tale obiettivo c'é bisogno di una cultura che oggi non riusciamo a scorgere in chi è chiamato a guidare. Bisogna lavorare, e noi in questa direzione siamo impegnati, per rilanciare un partito coeso, aperto e plurale".