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    Diana (Prc) dissente dall’uscita dalla maggioranza

     

     

    Diana (Prc) dissente dall’uscita dalla maggioranza

    12 mag 10 “Dopo averlo fatto nella riunione del Comitato Politico del partito, ritengo di dover esprimere il mio netto dissenso rispetto alla decisione assunta di uscire dalla maggioranza di centrosinistra della Provincia di Cosenza”. Lo afferma il consigliere provinciale di Rifondazione, Biagio Diana. “Tale dissenso –prosegue- è dettato dalla convinzione che si sta consumando un grave errore politico che, oltre ad alimentare confusione in un momento particolarmente delicato e difficile per la coalizione di centrosinistra in Calabria e nel Paese, evidenzia implicazioni negative anche e soprattutto per il partito della Rifondazione Comunista, poiché tale decisione si rileva incomprensibile all’opinione pubblica ed al corpo più largo dei militanti e dei simpatizzanti della Sinistra. Le stesse motivazioni addotte per pervenire a tale grave decisione sono politicamente deboli ed appaiono strumentali e pretestuose al fine di giustificare equilibri interni ad un gruppo dirigente ristretto e sono in contraddizione con le posizioni più volte espresse di sostegno pieno ai contenuti dell’azione amministrativa e di governo della Giunta presieduta da Mario Oliverio. Iniziative programmatiche che hanno caratterizzato e caratterizzano l’azione di governo della Provincia in direzione della internalizzazione di alcuni servizi, della gestione pubblica dell’acqua, di un rapporto di costante coinvolgimento dei comuni, dei territori e delle forze sociali. Su questa linea abbiamo sostenuto in questi anni Oliverio e l’Amministrazione Provinciale ed abbiamo riconfermato l’alleanza lo scorso anno, realizzando un risultato che ha consentito al sottoscritto di essere rieletto in Consiglio Provinciale. D’altronde, un giudizio assai positivo sull’operato dell’Amministrazione Provinciale è stato espresso anche dalla delegazione guidata dal responsabile Enti Locali, Raffaele Tecce, in occasione dell’incontro con il presidente Oliverio svoltosi un’ora prima della riunione del Comitato Politico che ha poi assunto la decisione di uscire dalla maggioranza. Ritengo debole e non sostenibile tale posizione e l’argomento secondo cui il presidente Oliverio, utilizzando le sue prerogative, avrebbe mortificato il ruolo del partito. Infatti, da parte del presidente Oliverio, come tutti noi sappiamo sin dall’inizio dopo le elezioni del giugno 2009, è stato indicato il criterio di valorizzare gli eletti nella composizione della Giunta. Il ricorso alla deroga a questo criterio è stato sollecitato anche dal Comitato Politico di Rifondazione, al fine di ottenere la riproposizione in Giunta del compagno Ferdinando Aiello in vista di una sua candidatura in Consiglio Regionale. Così mi è stato detto. Così si è puntualmente verificato, almeno per quanto riguarda la candidatura di Aiello, a cui rinnovo i migliori auguri per la sua elezione in Consiglio Regionale. Come è noto, al segretario provinciale ed ai dirigenti di Rifondazione Comunista, il presidente Oliverio, all’indomani delle elezioni regionali, nel ribadire il criterio prima richiamato, ha sollecitato il nostro partito ad adempiere all’indicazione necessaria alla sostituzione di Ferdinando Aiello. Non posso tacere la mia totale incredulità e meraviglia rispetto alla posizione assunta dal Comitato Politico di ignorare volutamente il criterio indicato a tutte le forze della coalizione dal presidente Oliverio per l’integrazione ed il completamento della Giunta Provinciale. La rigidità con la quale è stata indicato il nome del Segretario provinciale quale rappresentante di Rifondazione Comunista, senza prendere in considerazione finanche la possibilità di formulare una “rosa” di nomi da indicare al presidente della Provincia per poter scegliere, è significativa di una incomprensibile chiusura, questa sì verticistica ed autoreferenziale, che si presenta come una obiettiva discriminazione nei confronti di altri compagni, a partire dagli eletti. Né il ricorso ad accuse di personalizzazione del ruolo assegnato dalla legge al Presidente della Provincia può giustificare o sminuire la gravità di una scelta che ha implicazioni politiche pesanti e non può essere sicuramente accettata da quanti pongono gli interessi generali al di sopra di ogni, pur comprensibile, aspettativa personale. La verità è che si è volutamente determinare una situazione che contribuisce a creare un forte disagio ed offre una immagine deteriore di Rifondazione Comunista e del suo gruppo dirigente. Mi auguro che possa prevalere il senso di responsabilità e che si avvii una riflessione profonda sulla vicenda al fine di poter riconsiderare la decisione assunta e di poter continuare a svolgere il ruolo di collaborazione e sostegno che in questi anni abbiamo svolto con grande consenso dei cittadini e dei nostri elettori.

     

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