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    Censore (Pd) "Contro ndrangheta non abbassare la guardia"

     

     

    Censore (Pd) "Contro ndrangheta non abbassare la guardia"

    21 giu 10 ''I pesanti segnali di una recrudescenza criminale che riaffiorano, ormai, con cadenza quasi quotidiana non possono lasciare indifferenti le istituzioni: non si può e non si deve in alcun modo abbassare la guardia dinanzi ad una preoccupante spirale di violenza, che deve essere spezzata senza tentennamenti". E' quanto afferma Bruno Censore, consigliere regionale del Pd e vice-presidente della Commissione regionale per la lotta al fenomeno della mafia. "Anche perché, a farne le spese - prosegue Censore - oltre alle vittime che stanno cadendo sotto i colpi di una vera e propria faida, ci sono intere comunità angustiate da una crescente e inquietante escalation di morte e paura, che accentua sempre più il bisogno di legalità e di sicurezza. I fatti di sangue lasciano pensare che i recenti omicidi rientrino nello scontro per il controllo del territorio in atto da tempo al confine tra le province di Catanzaro, Reggio e Vibo Valentia. In questo scenario, quindi, si sta combattendo da tempo una feroce e terrificante guerra di 'ndrangheta, chiamata faida dei boschi, che si sta consumando in questa sorta di 'triangolo della morté e che sta mietendo decine di morti ammazzati". "Dal 2008 ad oggi - sostiene Censore - 18 sono, infatti, i 'caduti' nello scontro tra le varie consorterie criminali, di cui 10 solo nel 2010. E' chiaro, quindi, che ci ritroviamo dinanzi una guerra di 'ndrangheta, partita dagli interessi nel settore del disboscamento e che adesso si sono estesi ad altri settori economici piu' significativi ed importanti, come, ad esempio, il controllo degli appalti per la realizzazione di opere pubbliche. Questa faida, adesso, sta assumendo sempre più i connotati di una vera e propria mattanza, e a farne le spese ci sono pure i tanti cittadini onesti, i molti cittadini onesti che deplorano con forza tale stoltezza criminale ma che sono angustiati da una pericolosa e preoccupante scia di sangue, che cagiona sangue, violenza e paura". "Questa spirale di fuoco, insomma - sottolinea Censore - deve essere subito fermata. Serve una dura ed adeguata risposta da parte dello Stato, delle istituzioni; serve l'immediato intervento, anche attraverso misure straordinarie, del Governo centrale, che senza più esitazioni deve attenzionare la tematica sicurezza in Calabria, una Calabria ancora redenta da vecchi retaggi ma che ha un grande desiderio di affrancarsi da una morsa criminale sempre più asfissiante". "I recenti fatti di cronaca - osserva il vice-presidente della Commissione regionale Antimafia - testimoniano che l'emergenza è seria. Ineludibile ed improcrastinabile. Ma con un enorme deficit di personale nelle varie Procure calabresi diventa, per magistratura e forze dell'ordine, arduo assicurare gli standard di sicurezza necessari ad un territorio teatro di una vera e propria guerra di mafia. Occorre che gli sforzi di chi, quotidianamente, con spirito di abnegazione, coraggio e professionalità porta avanti una battaglia di civiltà, siano accompagnati dalla garanzia della presenza di magistrati in numero congruo alle esigenze che una guerra di mafia in corso comporta". "Intanto - ha concluso Bruno Censore - chiederò al presidente Salvatore Magarò, persona seria e sensibile e che sulla questione relativa alla 'Faida dei boschi' si è già espresso con tempestività, l'urgente convocazione della Commissione regionale contro il fenomeno della mafia in Calabria, per meglio valutare quanto sta avvenendo in questi giorni al confine tra le province di Catanzaro, Reggio e Vibo Valentia e per mettere in atto una serie di iniziative, che se da un lato possano permettere alla stessa Commissione di avviare un rapporto sinergico e di collaborazione con l'omonima Commissione parlamentare Antimafia dall'altro potrebbero mettere il Consiglio regionale nelle condizioni di meglio interloquire con il Governo centrale sulla tematica relativa alla sicurezza in Calabria".

     

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