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    Perugini (Anci) “Manovra devastante, taglierà i servizi dei comuni”

     

     

    Perugini (Anci) “Manovra devastante, taglierà i servizi dei comuni”

    19 giu 10 «Bisogna che i cittadini siano informati sugli effetti devastanti per i Comuni della manovra finanziaria del Governo. Se ne parla in maniera non chiara ed insufficiente. Invece, deve essere l’argomento del giorno». Così il Sindaco di Cosenza, Salvatore Perugini, ha iniziato la conferenza stampa – alla quale erano presenti la Giunta Municipale, Consiglieri Comunali, i Dirigenti dei Settori Ragioneria, Tributi e Lavori Pubblici del Comune – con cui ha amplificato il grido di allarme lanciato nei giorni scorsi dalle autonomie regionali e locali per una manovra che rischia di avere pesanti ripercussioni sui servizi per i cittadini. Mentre il Paese era impegnato nella discussione sul federalismo fiscale, sul mancato percorso parallelo con il federalismo istituzionale e con il codice delle autonomie, si è passati di colpo a fare i conti (nel vero senso della parola) con una manovra economica che colpisce in maniera devastante proprio i territori e gli enti regionali e locali, cioè quelli più prossimi ai cittadini. Il Direttivo dell’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia, due giorni fa ha approvato un ordine del giorno (che si allega) in cui la manovra viene giudicata insostenibile ed iniqua se non sarà corretta e se ne evidenziano i pesanti effetti. La posizione dei Comuni è stata illustrata al Presidente Napolitano. Il Sindaco Perugini, nella sua qualità di Vice Presidente nazionale dell’ANCI e di Presidente dell’ANCI calabrese, è uno dei protagonisti più coinvolti di questa fase delicata della vita del Paese e ha fatto parte della delegazione ricevuta giovedì dal Presidente della Repubblica. «Sull’allarme per la manovra – ha detto – c’è condivisione da parte degli amministratori appartenenti a tutti gli schieramenti, come dimostra il fatto che l’odg del Direttivo dell’ANCI è stato approvato all’unanimità. Voglio pubblicamente ringraziare il Presidente della Repubblica perché, in un colloquio durato circa un’ora, ha ascoltato attentamente le ragioni dei Comuni, entrando nello specifico delle diverse problematiche esposte. Il 23 giugno, davanti al Senato, i Sindaci d’Italia manifesteranno non solo per esprimere il loro dissenso verso la manovra, ma anche per formulare le loro proposte e ribadire la richiesta di un incontro urgente con il Governo. Alla manifestazione hanno aderito l’UPI, l’Uncem e LegAutonomie, dimostrando l’unità di tutto il mondo delle autonomie che si incontra con la fortissima critica espressa anche dalla Conferenza delle Regioni. Venerdì scadrà il termine per la presentazione degli emendamenti – e l’ANCI ne ha formulati diversi – e inizierà la discussione sul decreto legge che è, tra l’altro, fatto di tantissime norme, uno dei più complessi della storia della Repubblica. I Comuni – ha affermato Perugini – non contestano il saldo della manovra che, per il Governo, deve essere di 25 miliardi di euro. Il problema sta nel come il peso di questa somma deve essere ripartito. Il Governo prevede 10 miliardi di entrate attraverso il recupero dell’evasione fiscale. È un dato aleatorio, infatti come è noto se un Comune mette in bilancio una previsione del genere viene bacchettato dalla Corte dei Conti. Perciò, qualcuno prevede già una manovra correttiva a settembre. Il dato più grave è che l’onere della manovra graverà solo per il 30% sullo Stato, mentre per il 70% sarà a carico di Regioni, Province e Comuni. Il criterio della eliminazione degli sprechi e dell’ottimizzazione delle risorse deve invece valere per tutti i livelli istituzionali. Tra l’altro, il sistema dei Comuni è quello che negli ultimi quattro anni ha migliorato i suoi conti con un risparmio di 4 miliardi di euro. Lo Stato ha invece aumentato i suoi costi di 5 miliardi. Perché i Comuni devono essere maggiormente penalizzati e lo sforzo non deve essere equamente condiviso, a partire dalle spese dei ministeri e della Pubblica Amministrazione centrale e periferica? I tagli previsti – ha evidenziato Perugini – sono “lineari”, indiscriminati e provocheranno una diminuzione molto significativa nei trasferimenti di risorse agli Enti Locali. I Comuni chiedono l’immediata revisione dei trasferimenti; chiedono, inoltre, l’immediata revisione delle regole del patto di stabilità che limitano la possibilità di erogare servizi e non consentono di fare investimenti. In questa condizione gli Enti Locali rischiano di arrivare al collasso. Si tratta di salvaguardare i diritti dei cittadini, perciò è necessario rivedere le regole di finanza pubblica che impediscono il miglioramento della qualità dei servizi. Siamo, inoltre, in presenza di una manovra che arriva in Parlamento senza un vero confronto con gli Enti Locali. Chiediamo, quindi, anche il ripristino delle regole del confronto istituzionale, sulla base del principio costituzionale di leale collaborazione tra i diversi livelli di governo dei territori. Come si può pensare, tra l’altro – ha sottolineato il Sindaco di Cosenza –, di attuare il federalismo fiscale se la manovra colpisce proprio i territori? Dovrebbero essere esaltati i principi dell’autonomia e della responsabilità e, nel contempo, garantite le risorse per operare. Un’altra cosa di cui non si parla sono gli effetti “a cascata” della manovra. Oltre ai tagli lineari che colpiranno i Comuni, i tagli alle Regioni produrranno ulteriori diminuzioni nei trasferimenti che le Regioni stesse attuano, in maniera diretta o indiretta, nei confronti dell’ente locale. Sappiamo che l’interlocutore più diretto del cittadino è il Sindaco. Come risponderemo alle domande sempre crescenti? Il Comune di Cosenza ha già subìto, negli ultimi tre anni, tagli dal Governo per 5 milioni di euro. Nei prossimi due anni se ne prevedono per altri 5. Sono 10 milioni di euro. Come è possibile sostenere questa batosta? Qui non si sperpera. A fronte di spese che non si possono evitare (quella per il personale, ad esempio, o quella derivante dagli oneri contrattuali), si dovrà tagliare sulle politiche sociali, sulla cultura. Non voglio lanciare allarmi sociali – ha precisato il Sindaco Perugini –, ma come potremo far crescere la coesione sociale, continuare a garantire misure di sostegno ai più deboli e contribuire allo sviluppo del territorio? L’ho fatto presente anche al Presidente Napolitano: se si fanno tagli sull’assistenza domiciliare agli anziani, gli anziani andranno in strutture assistite e i costi graveranno comunque sulla spesa pubblica, i saldi non miglioreranno. Penso all’emergenza abitativa, al fondo per le famiglie disagiate che per il secondo anno abbiamo messo in bilancio, all’assistenza ai diversamente abili, a tutti quei servizi che tutelano in modo particolare i ceti più deboli. Penso agli asili nido che a Cosenza hanno le tariffe più basse d’Italia, alle cooperative sociali di tipo A e di tipo B. Bisogna tenere poi conto del fatto che, nella difficoltà generale del Paese, i Comuni hanno già minori entrate anche perché – a parte il fenomeno dell’evasione che stiamo perseguendo – le famiglie hanno spesso difficoltà a pagare i tributi e rinviano l’esborso a momenti migliori. Se la manovra non sarà modificata, dunque, si obbligheranno i Comuni a procedere ad un assestamento di bilancio in funzione delle minori entrate. C’è il rischio che dovranno aumentare le tariffe dei servizi a domanda individuale, altro che non mettere le mani nelle tasche dei cittadini! Parallelamente, bisogna dire che c’è un grande impegno di Sindaci, Giunte, Consigli comunali, strutture burocratiche per migliorare il funzionamento della macchina comunale e aumentare le entrate, anzitutto attraverso il recupero dell’evasione e il miglioramento del servizio di riscossione. Ringrazio il Settore Tributi del nostro Comune per tutto ciò che ha fatto e sta facendo in questo campo. La Giunta ha anche approvato una delibera grazie alla quale i cittadini potranno rateizzare, passando direttamente attraverso Equitalia, i loro arretrati, e così risolvere un loro problema e, al tempo stesso, portare risorse nelle casse comunali. Così come, per sostenere l’economia del territorio, abbiamo approvato una delibera di Giunta per chiedere alle banche di attivare il sostegno al credito per chi vanta crediti certi, liquidi ed esigibili nei confronti del Comune di Cosenza. Inoltre, lunedì il Consiglio Comunale sarà chiamato ad approvare una pratica per sgravare il Comune di Cosenza dei possibili rischi legati ai derivati. Saranno poi esaminate alcune pratiche relative all’Urbanistica che sono finalizzate alla riqualificazione di diverse zone della città,la cui approvazione porterà risorse nelle casse dell’ente: sono punti su cui si gioca il senso di responsabilità di ciascuno per il compito che è chiamato a svolgere al servizio della città. Per quanto riguarda i costi della politica, anche qui il sistema dei Comuni è quello che ha migliorato i suoi conti. A Cosenza, ci abbiamo pensato senza che ci fosse bisogno di una legge. La battaglia per la correzione della manovra continuerà. I cittadini, però, devono sapere che camminiamo su un campo minato e che la spesa sociale e quella per la cultura rischiano di essere fortemente colpite. Per lunedì ho convocato il Consiglio Regionale dell’ANCI per affrontare questi temi. Conto di incontrare nella prossima settimana anche il Presidente della Giunta Regionale per condividere le preoccupazioni di cui stiamo parlando. Abbiamo, tra l’altro, qualche segnale preoccupante anche da parte della Regione come la sospensione del programma già approvato, previsto dalla legge 19 del 2009 per la realizzazione di opere di pubblica utilità o il mancato trasferimento al Comune del contributo 2008 per il fitto casa, che il Comune deve a sua volta trasferire agli aventi diritto. A ciò si aggiunga che dei 15 milioni di euro per il 2009 e degli altri 15 per il 2010 promessi dalla Protezione Civile e dal Governo per l’emergenza maltempo non è arrivato un solo euro e che i lavori di messa insicurezza di luoghi colpiti da frane sono stati comunque eseguiti con risorse del Comune, cioè dei cittadini. Nonostante tutto, stiamo percorrendo con tenacia questa difficile strada, stiamo realizzando significative opere pubbliche, profondendo grande impegno in un periodo per il quale nessuno immaginava le difficoltà cui si sarebbe andati incontro. Se oggi esprimiamo le preoccupazioni manifestate, è perché si corre davvero il rischio di una crisi complessiva del sistema.

     

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