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    Ugl: "Affrontare problema precari calabresi"

     

     

    Ugl: "Affrontare problema precari calabresi"

    16 ago 10 "Alla ripresa dell'attività politica in autunno, se il Governo avrà la forza per rimanere in sella, nell'agenda dovrà inserire assolutamente la questione precari in Calabria". Lo afferma in una nota il coordinatore regionale Ale-Ugl, Gianluca Persico. "La Camera, votando la fiducia - aggiunge - posta dal governo, ha dato il via libera definitivo alla manovra correttiva dei conti pubblici da 25,068 miliardi per il biennio 2011-2012. Entrando nel dettaglio, balza subito all'occhio un dato estremamente significativo, come quello riguardante la deroga al limite del tetto di spesa e i fondi per i precari nelle regioni a statuto speciale. Infatti, in queste regioni, alla proroga dei contratti a tempo determinato non sarà applicato il tetto di spesa previsto per la pubblica amministrazione. L'art. 14 del decreto legge 78/10, con la legge di conversione 30 luglio 2010, numero 122, consente la proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato del personale in servizio negli Enti delle Regioni a statuto speciale, così come emendato dal Senato della Repubblica ed approvato dalla Camera dei Deputati. Mentre nella nostra Regione, prima in assoluto in Italia per la percentuale di contratti flessibili, quindi nelle stesse condizioni di dimensione e specificità della Sicilia, probabilmente, rimanendo tali condizioni, si assisterà da una vera e propria strage di lavoratori 'invisibili'". "Il Sottosegretario - prosegue Persico - alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, prima del passaggio al Senato della manovra correttiva aveva assunto l'impegno verbale di sollecitare il governo nazionale affinché - vista la dimensione e la specificità del problema - acconsenta alla deroga al patto di stabilità per i precari degli enti locali siciliani. Per l'ennesima volta, si assiste da parte di un governo centrale ad una visione altamente discriminatoria del problema, si guarda solo ed esclusivamente ai precari della Sicilia come si è fatto in passato per l'assegnazione di ingenti risorse a favore dei Comuni di Palermo e Messina per gli Lsu-Lpu. I dati forniti da un recente studio della Cgia di Mestre, mostrano un quadro altamente preoccupante per il meridione e, in particolare per la nostra Regione. A livello di macro area, è il Sud a registrare la presenza più marcata di lavoratori flessibili. In termini assoluti sono quasi 1.320.000 e sono pari al 35,18% del totale nazionale. Seguono il Nordovest, con 935.133 (24,92% del totale), il Centro, con 813.627 precari (21,68% del totale) ed, infine, il Nordest, con 682.606 lavoratori flessibili (pari al 18,19% del totale). Ritornando ai dati, su un totale nazionale di 3.751.261 precari, è la Calabria, con il 24,7 %, a presentare il valore più alto se viene preso come indicatore l'incidenza percentuale dei precari sul totale degli occupati presenti in ciascuna Regione. Seguono la Sardegna (23,8%), la Sicilia (22,9%) e la Puglia (22,1%). Chiude la classifica la Lombardia che, nonostante registri in termini assoluti il numero più elevato, presenta la percentuale più bassa sul totale degli occupati: 12,9%". "Con il taglio - conclude - delle risorse del 50% per i contratti flessibili rispetto alla spesa sostenuta nel 2009, cosi come previsto nel comma 28 dell'art.9 della Legge 122, si assisterà ad una vera e propria "macelleria sociale" in Calabria. Per tale ragione, alla ripresa dell'attività politica in autunno, se il Governo avrà la forza per rimanere in sella, nell'agenda dovrà inserire assolutamente la questione precari in Calabria. Come Organizzazione Sindacale, chiameremo a raccolta tutti i sindacati di categoria, per un grande forum sul precariato calabrese al quale chiederemo la partecipazione dell'Assessore Al lavoro e alla Formazione Professionale, Stillitani e, dell'Assessore al Personale della Giunta Regionale, Tallini, ai quali, sarà chiesto di attivare in sintonia con il nuovo Governatore della Calabria un tavolo istituzionale che possa garantire alla nostra Regione le stesse condizioni di respiro concesse per la Sicilia"

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