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      Acqua inquinata a Cosenza, ennesima boutade

       

       

      Acqua inquinata a Cosenza, ennesima boutade

      17 mar 19 E' secca la replica dell'Amministrazione comunale di Cosenza che smentisce le denunce dei pentastellati, Morra ieri e Melicchio oggi, secondo cui sarebbero stati nascosti i valori di inquinamento dell'acqua potabile in città. "Una situazione -dice l'assessore Caruso- che se fosse stata vera a quest'ora parleremmo di una epidemia diffusa". Per correttezza d'informazione pubblichiamo sia la replica che la denuncia di Melicchio:

      Questa la nota dell'Amministrazione comunale:

      "Contestiamo fermamente l'atteggiamento sconsiderato di chi non esita a provocare turbamento della tranquillità pubblica pur di sostenere i propri vuoti ed inefficaci teoremi volti a screditare agli occhi dei cosentini l'operato dell'amministrazione e dell'intera macchina comunale". Lo afferma in una nota l'assessore Francesco Caruso, delegato del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto alla Riqualificazione urbana, rispetto alle notizie diffuse nelle ultime ore dal Movimento Cinque Stelle su un presunto inquinamento delle acque. "A seguito di denunce politiche (prive di riflessioni e preventivi confronti) che hanno come unico effetto quello di procurare ingiustificato allarme nella cittadinanza - prosegue - intendiamo rassicurare la comunità di Cosenza circa le procedure continuamente e costantemente attuate dal Comune per garantire la qualità delle acque destinate al consumo umano, garantendone la salubrità e la pulizia a tutela della salute dei cittadini. Da un confronto con gli uffici competenti per il servizio idrico possiamo affermare che sulla rete di distribuzione, in punti rappresentativi, vengono sistematicamente condotti dagli uffici comunali, con frequenza e modalità di legge e ad opera di laboratori di analisi autorizzati, i controlli interni tesi a garantire che le acque destinate al consumo soddisfino i requisiti prescritti dalla norma. Vengono eseguiti anche i controlli esterni, quelli svolti dall'azienda unità locale territorialmente competente (Asp). Per le attività di laboratorio l'Asp si avvale dell'agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpacal). La legge prevede che l'ASP, nel caso in cui le acque non corrispondano ai valori di parametro, informi il Comune dell'avvenuto superamento e, effettuate le valutazioni del caso, proponga al sindaco l'adozione di eventuali provvedimenti cautelativi. Sulla base della documentazione agli atti, possiamo affermare che nei rarissimi casi in cui si è registrata una comunicazione da parte dell'Asp, gli uffici comunali hanno immediatamente messo in atto i necessari adempimenti di competenza e adottato provvedimenti intesi alla tutela della salute. In particolare, si è proceduto ad accertare la qualità delle acque in distribuzione in corrispondenza dei punti segnalati attraverso la verifica immediata della presenza di cloro residuo, indicatore che attesta l'assenza di elementi microbiologici inquinanti e attraverso un campionamento immediatamente sottoposto ad analisi microbiologica da parte di laboratorio accreditato. Tali indagini non hanno evidenziato alcuna criticità, certificando la conformità dell'acqua agli standard di qualità imposti dalla norma. Ad ogni modo, intanto, era stato in via cautelativa vietato l'uso delle fontanine pubbliche interessate dai prelievi. Inoltre, da azioni di tipo ispettivo condotte al tappeto su tutta l'area distributiva interessata, non sono state riscontrate perdite idriche o fognarie tali da provocare fenomeni di riflusso né rilevati altri fattori potenzialmente inquinanti. Il sostanziale immediato superamento delle circostanze segnalate dall'Asp, ha fatto venir meno le motivazioni per l'emissione di ulteriori provvedimenti di interruzione dell'approvvigionamento o di limitazione di uso delle acque erogate". "Quella di chi sostiene che i cosentini da un anno bevono acqua inquinata - conclude Caruso - è un'affermazione destituita da ogni fondamento, oltre che speciosa e irresponsabile. Basti pensare che, come noto, i contaminanti microbiologici causano patologie infettive a carattere epidemico insorgenti in un breve lasso di tempo dopo l'esposizione. Non ci risultano casi di infezione diffusi nel territorio comunale, a meno che qualche detrattore non si inventi anche questo".

      Questa la denuncia del deputato Melicchio del M5S

      "Come avevo preannunciato c'era il forte sospetto che la mancata risposta del Comune di Cosenza al mio accesso civico sulle date di eventuali anomalie accertate dall'Asp nelle analisi delle acque potabili potesse nascondere qualcosa di più grave che non una semplice 'dimenticanza' amministrativa". Lo afferma il deputato M5S Alessandro Melicchio in merito, è scritto in una nota, "alle notizie riportate ieri dal collega parlamentare del M5S Morra sui valori di inquinamento dell'acqua potabile di Cosenza che superano quelli consentiti dalla legge". "Ieri Nicola Morra - prosegue Melicchio - ha svelato a tutta la città quello che temevamo: le analisi effettuate dall'Arpacal hanno rivelato che l'acqua di Cosenza è risultata contaminata da batteri fecali, ma ai cittadini queste informazioni sono state tenute nascoste. E' un fatto gravissimo. Se confermato il sindaco Occhiuto dovrebbe immediatamente spiegare come possa essere successo e subito dopo rassegnare le proprie dimissioni. Io aspetterò la documentazione ufficiale dal Comune, che ancora non mi è stata consegnata come da norma di legge, e poi valuterò se, come credo, ci siano gli estremi per una denuncia per omessa segnalazione". "Ritengo inaccettabile - conclude Melicchio - che Occhiuto non abbia emesso un'ordinanza per informare la popolazione dei possibili rischi nonostante la precisa indicazione dell'Asp in tal senso".

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