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      Furti d'auto e cavalli di ritorno, 18 arresti dei CC di Cosenza

       

       

      Furti d'auto e cavalli di ritorno, 18 arresti dei CC di Cosenza

      16 nov 18 Un'operazione dei carabinieri è in corso, a Cosenza, per l'esecuzione di ordinanze di misura cautelare nei confronti di 18 persone ritenute appartenenti ad una rete di soggetti dediti ai furti di auto, alla ricettazione ed alle estorsione con il metodo del cosiddetto "cavallo di ritorno". I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Cosenza e dal gip del Tribunale dei minorenni di Catanzaro, su richiesta delle locali procure della Repubblica. L'operazione è stata condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza, supportati dai militari dell'8° Nucleo elicotteri, del 14° Battaglione Calabria, del Nucleo cinofili e dello Squadrone eliportato carabinieri cacciatori di Vibo Valentia. Nell'operazione, cui stanno partecipando oltre 200 carabinieri, sono in corso anche numerose perquisizioni domiciliari a carico di altri soggetti indagati in stato di libertà per i medesimi reati.

      In carcere: Stefania Granato, Fioravante Naccarato, Leonardo Bevilacqua, Giuseppe Marsico, Leonardo Berlingieri, Antonio Berlingieri, Francesco Berlingieri, Marco Abbruzzese, Carmine Anzillotti e Stefano Bartolomeo.
      Ai domiciliari Christopher Manzo, Cristian Abbruzzese, Matteo Anzillotti, Giulio Manzo, Antonio Bevilacqua e Andrea Cosimo Manzo.

      Braglia

      --- Video Cavallo di ritorno, 18 arresti (Video)

      Si tratta di:
      - 16 misure di custodia cautelare (di cui 10 in carcere e 6 agli arresti domiciliari), a seguito di ordinanza emessa dal GIP del Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, per i reati in concorso di “ricettazione”, “furto” ed “estorsione”;
      - 2 misure di custodia cautelare (di cui 1 in istituto di pena minorile e 1 in comunità), a seguito di ordinanza emessa dal GIP presso il Tribunale dei Minorenni di Catanzaro, per il reato di “associazione per delinquere finalizzata ai furti di auto e successive estorsioni”.

      L’indagine, condotta dal mese di novembre 2017dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende – unitamente a quelli del Nucleo Investigativo di Cosenza e della Stazione Carabinieri di Montalto Uffugo - scaturisce da una seria recrudescenza del fenomeno dei furti di veicoli rilevato nell’area urbana di Cosenza e Rende e nella zona valliva di Montalto Uffugo (molti dei quali rinvenuti pochi giorni dopo la presentazione della denuncia di furto). Nel corso dei complessi approfondimenti investigativi sono stati acquisiti elementi utili a:
      delineare uno strutturato gruppo criminale, composto in gran parte da soggetti di etnia “rom”, i quali, secondo un consolidato modus operandi:
      trafugati i veicoli (in particolar modo Fiat Panda, Punto, Grande Punto, 500 e Lancia Y), contattavano i proprietari degli stessi, attraverso cabine telefoniche pubbliche, al fine di imporre loro, nell’ambito di mirati incontri presso il c.d. “Villaggio degli Zingari” di Cosenza, la corresponsione di somme di denaro per la restituzione;
      solo all’atto della riscossione del provento dell’estorsione (variabile da 300 a 1.500 €), indicavano ai proprietari dei mezzi il luogo ove avrebbero potuto rinvenirli;
      allorquando le vittime non aderivano alle richieste estorsive, provvedevano a “cannibalizzare” le autovetture, traendo illeciti guadagni dalla cessione quali pezzi di ricambio delle diverse parti smontate; documentare le responsabilità degli indagati in ordine a 52 furti di autovetture, seguiti da altrettanti episodi di estorsione, raccogliendo, in ultimo, anche le dichiarazioni delle vittime (48 persone ascoltate), la maggior parte delle quali ha collaborato con i militari operanti nell’identificazione degli autori, segno di fiducia da parte dei cittadini nei confronti delle Istituzioni dello Stato. Proprio questi segnali di fiducia, frutto dell’incisiva attività investigativa svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale dei Carabinieri di Cosenza, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo bruzio, devono costituire un ulteriore motivo di incoraggiamento a denunciare da parte di tutti coloro che, nel tempo, sono state vittime di analoghe forme di violenza e sopraffazione, nella consapevolezza che soltanto dalla piena e spontanea collaborazione di tutti i cittadini si può muovere per superare il clima di paura ed abbattere definitivamente questi fenomeni criminali.

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