NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . AreaUrbana . Video . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

      Sgombero case occupate a Cosenza, la Regione chiede tempo. Polemiche

       

       

      Sgombero case occupate a Cosenza, la Regione chiede tempo. Polemiche

      30 giu 18 "La Regione Calabria, assieme alle altre istituzioni coinvolte, affronta la vicenda delle occupazioni a Cosenza degli stabili di via Savoia e dell'ex Hotel Centrale con l'attenzione e il senso di responsabilità necessari in una situazione così complessa. Una situazione in cui l'esigenza del rispetto della legalità si incrocia con la necessità di tutelare le persone in condizioni più fragili e vulnerabili". Non si è fatta attendere la rpesa di posizione del presidente della Regione, Mario Oliverio, chiamato in causa ieri dagli occupanti delle case in protesta davanti la Prefettura dopo la notizia dell'imminente sgombero delle strutture. "La soluzione - spiega Oliverio che in sostanza chiede tempo per intervenire - va cercata nel rispetto del quadro normativo, attraverso la collaborazione fra istituzioni e al di là di ogni strumentalizzazione politica". Infatti il presidente Oliverio ha interloquito questa mattina con il prefetto di Cosenza, Gianfranco Tomao, con il quale è da tempo in atto un percorso di collaborazione sul tema, per discutere di possibili soluzioni". Il Presidente Oliverio, -spiega una nota- nel corso del colloquio, ha comunicato che la Giunta regionale ha predisposto un disegno di legge che introduce e regola l'autorecupero degli edifici pubblici. La proposta di legge, attualmente al vaglio dell'Ufficio legislativo della Giunta regionale e per la quale sarà richiesta corsia preferenziale per l'approvazione in Consiglio, farà sì che edifici pubblici inutilizzati possano essere recuperati dagli enti proprietari in collaborazione con aspiranti inquilini riuniti in cooperative 'di autorecupero o autocostruzione". "Tale proposta di legge - ha detto ancora Oliverio - non è calata dall'alto, ma nasce a valle di un processo di ascolto e mediazione delle istanze provenienti dai comitati rappresentanti le persone in condizione di emergenza abitativa. Viste le diverse iniziative in atto, appare opportuno sospendere eventuali determinazioni relative a imminenti sgomberi, in attesa di valutare se le soluzioni proposte consentano di ripristinare la legalità, senza aggravare le condizioni di disagio già pesante delle persone coinvolte. Di fronte a bisogni sociali di questa portata, non si può girare la testa dall'altra parte e continuare a far finta di non vedere".

      Intanto la polemica infiamma e da parte del vicesindaco Santelli e dei 5 stelle arrivano le seguenti precisazioni:

      M5S: Il Comune non ha fatto nulla. "Non si sono fatti attendere i voli pindarici del sindaco Mario Occhiuto e del vice sindaco Jole Santelli per sfuggire alle proprie responsabilità di fronte l’emergenza abitativa che da anni attanaglia Cosenza". Così la deputata europea del Movimento 5 Stelle Laura Ferrara ed i parlamentari nazionali Anna Laura Orrico, Nicola Morra e Alessandro Melicchio. "Nel pieno rispetto delle istituzioni e della legalità - aggiungono gli esponenti M5S - abbiamo inteso incontrare il Prefetto Gianfranco Tomao per aver più chiara la grave situazione degli stabili di Via Savoia e dell’ex Hotel Centrale, fino ad oggi occupati abusivamente da diverse famiglie. Il nostro obiettivo è quello di cercare una soluzione che sia definitiva, per tutti coloro che ne hanno il diritto superando una volta per tutte le logiche clientelari e ad uso e consumo dei soliti noti. Il Comune di Cosenza, al contrario di quanto si vuol far credere, non ha fatto assolutamente nulla, nonostante le competenze in materia, per affrontare concretamente l’emergenza abitativa, se non elargire contributi economici esigui e non risolutivi del problema. Un’emergenza che non riguarda solo le famiglie che hanno occupato abusivamente gli edifici succitati, ma tantissimi cittadini. Le nostre proposte, attuabili a medio e lungo termine, vanno nella direzione di garantire a chiunque ne abbia il diritto una casa. Al contrario l’azione fin qui registrata dall’amministrazione Occhiuto non ha cambiato di una virgola lo stato di assoluta opacità nella gestione dell’affidamento delle abitazioni sociali. Il Comune potrebbe intanto avviare un controllo serio nelle case popolari al fine di individuare se gli occupanti siano realmente assegnatari. Si chiarisca la destinazione d’uso degli immobili di proprietà del Comune. Non ci interessa la sterile polemica vorremmo i fatti. Con lo sgombero diverse persone, fra queste oltre sessanta minori, si troveranno senza un tetto sicuro. Come Movimento 5 stelle continueremo a tenere alta l’attenzione sulla tematica del diritto alla casa, non legittimiamo quindi le occupazioni abusive e anzi chiediamo a chi di dovere di riportare la legalità, anche e soprattutto nella gestione degli immobili di proprietà pubblica destinati ad abitazioni sociali». «Apprendiamo che la Regione Calabria è finalmente uscita dal letargo. Ha apprezzato la nostra proposta sull'autorecupero degli immobili pubblici abbandonati e ha intenzione di promuovere una legge regionale sulla scia del DDL del Movimento 5 Stelle. Accogliamo con favore le dichiarazioni del presidente Oliverio e saremo vigili affinché queste parole si traducano in atti concreti" .

      Santelli: C'è da tempo tavolo in Prefettura. "Il Sindaco di Cosenza non è tenuto ad aprire alcun tavolo istituzionale. Il tavolo è già in corso in Prefettura". Lo sostiene, in una dichiarazione, il vice sindaco di Cosenza, Jole Santelli, "replicando sulla questione dell'emergenza abitativa - é detto in un comunicato - alla richiesta avanzata dal capogruppo consiliare a palazzo dei Bruzi della 'Grande Cosenza', nonché consigliere regionale del Pd, Carlo Guccione". "La Regione, che per giunta è proprietaria dell'immobile in questione - prosegue Santelli - ha fatto solo una fugace comparsa. Chieda dunque l'onorevole Guccione proprio alla Regione Calabria di assumersi le proprie responsabilità, ad iniziare dal ripristino del fondo per la locazione immobili che è stato cancellato e a cui il Comune di Cosenza provvede da solo, oltre al fatto di assumere iniziative sull'immobile di via Savoia, che è appunto di proprietà regionale".

      Prende posizione sull'occupazioen anche il sindacato USB di Cosenza che dichiara che "Le occupazioni non si toccano": "Prendocasa non si sgombera -è scritto nella nota- Le politiche ultra liberiste degli ultimi decenni hanno inasprito la forbice della disuguaglianza sociale nel nostro paese, producendo un aumento vertiginoso delle povertà. L’Italia registra oggi un triste primato (seconda sola alla Grecia in termini percentuali) con oltre 17 milioni di persone a rischio povertà, pari a quasi il 30% della popolazione. Nella nostra amara Calabria, costretta atavicamente in una condizione di povertà e marginalità, la crisi economica ha incrementato la condizione di indigenza di migliaia di famiglie. La stima sugli sfratti è la cartina di tornasole di tale situazione. 1200 sfratti all’anno nella nostra provincia, significano 1200 famiglie che ogni anno non sono più capaci di far fronte al pagamento del mutuo e dell’affitto. Significa 1200 famiglie sbattute in mezzo ad una strada. 1200 famiglie private del presente e della prospettiva di un futuro. E questi numeri non tengono assolutamente in conto gli sfratti non “convenzionali”, quelli che non passano x le vie “legali”, quelle che riguardano i fitti in nero. Lo smantellamento dello stato sociale ha determinato la fine di quel sistema di tutele che nei decenni passati garantiva certi margini di sopravvivenza alle persone in difficoltà economiche. Oggi, nonostante si registri un aumento vertiginoso delle quote di persone non garantite, (migranti, profughi, disoccupati, inoccupati cronici, licenziati, precari, ai quali si aggiungono anche quote di ceto medio spinte in basso dalla crisi) cresce la ricchezza concentrata nelle mani di sempre più ristrette famiglie capitaliste e nel nome e per conto dei loro interessi e di quelli dell’unione europea e del capitale finanziario si continua nelle politiche di macelleria sociale contro proletari e sottoproletari vecchi e nuovi. Ma non è la lotta alla povertà il paradigma che caratterizza l’agire dei nostri governi, ma la lotta ai poveri. Non è la tutela dei settori sociali più deboli il centro dell’intervento delle istituzioni, ma la loro criminalizzazione. L’obiettivo è chiaro: cancellare dagli occhi delle persone “per bene” quelle quote sociali “improduttive”? Cosa rappresentano i pogrom contro i migranti fuori dalle stazioni, la caccia al nero ai semafori o fuori dai negozi, i manganelli contro gli operai che presidiano le fabbriche, i respingimenti in mare, la chiusura dei porti, la licenza di uccidere in difesa della proprietà, lo sgombero di intere famiglie dalle loro case, se non la volontà politica di cancellare e criminalizzare quanti rivendicano il diritto sacrosanto a vivere. Solo di pochi giorni fa l’omicidio di Soumaila, un nostro compagno e militante sindacale attivo nelle lotte del bracciantato nelle piana di Gioia. Un omicidio razziale derubricato dalle tv al gesto di un folle che difendeva la sua proprietà ma che in realtà evidenzia quanto sia attecchita tra le quote autoctone la logica della competizione tra poveri che è solo funzionale a garantire gli interessi dei ricchi. Oggi è il Diritto a vivere ad essere messo in discussione dalla politiche neoliberiste finalizzate invece al far morire. Far morire tutte quelle quote di persone che non rientrano nei canoni del loro ordine, siano bianche nere o a pois. Le minacce di sgombero delle occupazioni di Prendocasa di Via Savoia e dell’hotel centrale si inseriscono appieno in questa dinamica. Nella città della bellezza la povertà va nascosta. Nella città del malaffare vige solo la loro legge. Cosa importa peró agli uomini di legge e di potere se finiranno in mezzo ad una strada centinaia di uomini donne e bambini. Cosa importa se queste persone perderanno quel minimo di equilibrio che hanno dato alle loro esistenze in questi ultimi mesi. Cosa importa loro se le decine di bambini rimarranno traumatizzati dall’essere cacciati via con la forza o dal vedere i loro amici più grandi e i loro genitori essere picchiati dalla polizia. Niente. Non importa niente, l’importante è ristabilire la legalità e non scontentare gli amici che su quegli stabili hanno interessi o che da questa faccenda trarranno più o meno direttamente beneficio. Da anni Prendocasa si batte contro le politiche scellerate che le istituzioni mettono in campo relativamente alla questione dell’abitare denunciando la gestione malaffaristica dell’Aterp e i milioni regalati della giunta di Oliverio e di Musmanno agli amici imprenditori e palazzinari con i bandi per l’edilizia sociale o i regali di Occhiuto ai compari Pianini e Scarpelli che detengono le proprietà sugli stabili dell’emergenza abitativa. Una legalità a senso unico. Il loro senso. Se questa è la legge noi preferiamo l’illegalità. Noi stiamo con Prendocasa e con gli occupanti di via savoia e dell’hotel centrale, senza se e senza ma. Le occupazioni non si toccano Guai a chi ci tocca" USB - Unione Sindacale di Base Confederazione di Cosenza

      © RIPRODUZIONE RISERVATA

      Cerca con Google nell'intero giornale:

      -- >Guarda l'indice delle notizie su: "AreaUrbana"

     

     
Pubblicità


Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione.
Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso non e' consentito