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      Roberto Bilotti "Responsabilità del Commissario Prefettizio nell'incendio del 2017"

       

       

      Roberto Bilotti "Responsabilità del Commissario Prefettizio nell'incendio del 2017"

      17 ago 18 "Ad un anno dell'incendio che ha ucciso Serafina Speranza (51 anni), Roberto Golia (34 anni) e Antonio Noce (53 anni), il loro cagnolino e mille anni di patrimonio culturale, emerge che l'Asp.UOC Igiene pubblica medicina preventiva dal 25.3.2016 sollecitava la chiusura dei locali di Corso Telesio e l'affido delle vittime che "vivono in uno stato disumano" ai servizi sociali". Ad affermarlo in una nota è Roberto Bilotti imprenditore che nell'incendio perse diversi documenti storici custoditi nlla residenza Ruggi D'Aragona collocata di fianco all'appartamento che andò in fiamme ed a sua volta preda delle fiamme. L'azione di Bilotti è volta a riconoscere le responsabilità, probabilmente, per l'eventuale azione risarcitoria conseguente dal danno subito. "Non è stata la cattiva sorte o accidentalità -spiega Bilotti nella nota- ma una tragedia conseguenza della mancata attuazione da parte del Comune (allora sorretto da un Commissario prefettizio che amministrò la città dal 12 febbraio 2016 al 5 giugno data in cui ci furono le elezioni ndr) del dispositivo dell'Azienda Sanitaria Provinciale protocollo n° 0040866. Le vittime occupavano abusivamente un ammezzato situato nell'antica torre campanaria del Duomo inglobata nello storico palazzo Compagna. Presentavano problemi psichiatrici che li rendevano potenzialmente pericolosi per sè stessi e per la comunità. Vivevano in condizioni disumane, senza servizi igienici, evacuavano a terra, dove rimanevano i prodotti della deiezione creando un ambiente malsano, insalubre, con crescita batterica e rischio di infezioni. L’appartamento da loro abitato era catalizzatore di topi, un insieme che rendeva estreme le condizioni abitative anche per le famiglie con bambini del quartiere. Un contesto urbano e sociale di radicale degrado e pericolo. I vicini, esasperati dal fetore, hanno sollecitato ripetutamente, senza riscontro, il Comune e i vigili urbani. L’alterazione psichica delle vittime li induceva anche all'accumulo compulsivo di buste di plastica con indumenti e spazzatura infiammabili fino a riempire due piani, l’atrio e le scale della torre campanaria medioevale del Duomo inglobata nel palazzo Compagna, e del corpo di fabbrica ad essa addossato prospicente corso Telesio, tutti sotto la mia abitazione. Accumuli che di fatto sono stati il veicolo della propagazione del fuoco. Senza questo ammassi il fuoco non avrebbe trovato alimento sulla scala in pietra e nel suo vano in muratura. Le condizioni di versatile pericolosità, per sè e per gli altri, note alle istituzioni, rientravano pienamente nelle previsioni della legge n. 180 del 13.05.1978 (Legge Basaglia), sul TSO attualmente regolamentata dalla l. n. 833 del 23 dicembre 1978 (artt. 33-35). Il trattamento sanitario obbligatorio prevede l’assistenza monitorata, l’eventuale ricovero coatto presso casa d’accoglienza, casa famiglia, a Cosenza l’Oasi francescana (il cui responsabile è anche componente di Giunta comunale),somministrazione di terapie a domicilio monitorata con continuità, o ricovero presso reparti psichiatrici (Spdc – Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura) e, se necessario, con l’accompagno coatto vigili urbani. L’assistenza prevista dalla legge avrebbe garantito loro una vita igienica normale, dignità e sicurezza, e agli abitanti del quartiere lo standard civile che le Istituzioni dovrebbero garantire. La legge sul TSO per la sicurezza delle vittime e degli altri cittadini non è stata applicata. Nessuna ordinanza sindacale malgrado continui solleciti è stata emanata, è il sindaco in quanto autorità sanitaria e organo di governo emana il provvedimento al posto del quale vi è stato negli anni un solo tentativo di sgombro rifiuti accatastati, attraverso il nucleo decoro urbano della polizia municipale, anni fa, non poteva, e non è stato sufficiente a garantire la sicurezza pubblica. L'incendio ha divampato velocemente alimentato dai materiali infiammabili e spazzatura in una struttura medioevale con solai lignei. La fase operativa dei vigili del fuoco si è arrestata davanti le gradinate di Vico I Padolisi x mancanza di bocchette d'acqua antincendio in un centro storico tra vicoli e scalinate inaccessibili tra edifici in gran parte lignei dove non c'è acqua! Un centro storico isolato, fragile, vulnerabile che si sbriciola nell'indifferenza delle istituzioni, come la torre federiciana che oggi rischia di collassare. La devastazione ha spazzato via le vite di cittadini e secoli di storia la Torre quale simbolo della Chiesa e del suo Presule rievocata da Dante nel Canto III del Purgatorio e da D'Annunzio nelle Laudi, la storica biblioteca in essa contenuta al piano superiore definita dal Prof. L. Addante "di tutto rispetto soprattutto per i cosentini, andato in fumo" e riportata nel "Censimento e storia" G. Barberio e A. Paolini con i testi telesiani in "Edizione antiche di B. Telesio", soffitto dipinti settecenteschi di artisti locali come la quadreria, mobili di ebanisti cosentini , raro patrimonio etnico-culturale d’epoca che rifletteva le espressioni della Città. "Tragedia annunciata" con responsabilità evidenti omissive nella mancata attuazione dei dispositivi ASP UOC 2016 e del mancato supporto sanitario agli occupanti con problemi mentali ex art. 32 della legge n. 833/1978 e dell'art. 117 del D.Lgs. n. 112/1998 è uno dei più clamorosi fatti di cronaca avvenuti negli ultimi decenni a Cosenza rimasti irrisolti".

      Leggi il documento dell'Asp in pdf

      Quello che è rimasto della Residenza Ruggi d'Aragona

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