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Ministro Minniti all'Unical: Terrorismo non si può prevedere ma si può contenere
Ministro Minniti all'Unical: Terrorismo non si può prevedere ma si può contenere 19 giu 17 "Siamo in una fase della storia del mondo in cui nessuno può dire mai. Compito nostro è lavorare per il mai, sapendo che nessuno tuttavia può mai dire mai, quindi lavorare molto sulla capacità di prevenzione a fronte di un terrorismo che abbiamo definito la prevedibilità zero. Questo tipo di terrorismo non si può prevedere ma si può contenere, attraverso il controllo del territorio". A dirlo è stato il ministro dell'Interno Marco Minniti intervenendo alla giornata di studi "Intelligence: a dieci anni dalla riforma. Risultati, questione aperte, prospettive", all'Università della Calabria, a Rende. Minniti, dopo avere sottolineato che "la nostra intelligence è una struttura assolutamente competitiva", ha evidenziato che "la sicurezza nazionale è una questione che riguarda tutti e non deve diventare elemento di scontro o tensione politica. Quando diventa elemento di tritacarne quotidiano perdiamo forza e perdiamo capacità". "La 124 stabilì un coordinamento delle due agenzie, quella interna l'Aisi e quella esterna Aise, piuttosto che scegliere un servizio segreto unico. Personalmente non sono stato mai un tifoso del servizio segreto unico. L'idea di avere due agenzie che abbiano finalità separate, rigidamente circoscritte, costituisce la struttura migliore per creare una cooperazione positiva, che sfrutti al meglio le singole qualità. L'idea di avere una complementarietà tra esterno ed interno la considero un'idea molto giusta". A dirlo è stato il ministro dell'Interno Marco Minniti intervenendo alla giornata di studi "Intelligence: a dieci anni dalla riforma. Risultati, questione aperte, prospettive", all'Università della Calabria, a Rende, promosso dal Centro di Documentazione Scientifica sull'Intelligence dell'Università della Calabria, in collaborazione con il Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza della Repubblica, il Laboratorio Nazionale CINI di Cybersecurity e la rivista di geopolitica Limes. "Il decennale della riforma dell'intelligence italiana - ha sostenuto Minniti - segna uno spartiacque per quanto riguarda la storia dell'intelligence del nostro paese. Una riforma di sistema che ha richiesto tempo e prudenza, perché linee guida così delicate non si cambiano ogni due anni ma devono sedimentarsi". "Il coordinamento forte affidato al Dis, che ha potere ispettivo sulle agenzie - ha proseguito il Ministro - garantisce la giusta collaborazione e il repentino scambio di informazioni tra le forze di polizia e le agenzie. Altra novità della legge, a mio parere molto interessante, è la possibilità di reclutamento del personale dell'intelligence attingendo dal mondo esterno. Questo e altri importanti elementi costituiscono le basi di quella che oggi è la nostra intelligence, una struttura assolutamente competitiva. Questa riforma quando venne discussa in parlamento nel 2007, sembrava una sfida impossibile, con molti punti interrogativi, si trattava di cambiare le gomme ad una macchina in corso. Dieci anni dopo dobbiamo sapere che su questi temi si può sempre intervenire per migliorare, ma di certo quella missione al limite del possibile è stata compiuta. Questo Paese ha dimostrato che quando ragiona insieme, superando anche legittime differenze che ci sono, è un Paese che può fare grandi cose, un Paese che unito non ha limiti delle sue capacità di azione".
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del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |