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      Morti in incendio a Cosenza: reazioni e commenti

       

       

      Morti in incendio a Cosenza: reazioni e commenti

      20 ago 17 "Sinistra Italiana Cosenza, alla luce del tragico incendio divampato giorno 18 in uno stabile del centro storico di Cosenza che ha causato la morte di tre persone, denuncia un evidente e profondo problema sociale, che vede sempre di più le persone lasciate sole al proprio destino". E' quanto si legge in una nota della Segreteria provinciale Si di Cosenza. "Da qualche anno - prosegue la nota - il centro storico della città Bruzia è stato al centro di attenzioni per un importante recupero storico-architettonico che senza alcun dubbio è essenziale per poterne mantenere l'inestimabile valore che tale centro possiede. Ma non bisogna dimenticarsi anche e soprattutto delle persone! Lo 'scarica barile' sulle responsabilità non fa che alimentare inutili polemiche senza proporre una seria strategia per affrontare il problema. Due delle vittime dell'incendio da tempo erano note ai servizi sociali della città e al locale centro di igiene mentale. Erano state in cura e da tempo venivano monitorate. Ma, visto l'epilogo, probabilmente non abbastanza. Stupisce che in una realtà come quella cosentina, l'Amministrazione comunale non abbia ritenuto di vitale importanza la condizione di queste persone, spronando il più possibile le autorità competenti affinché si potesse sventare una tale tragedia. Una comunità può vantare una rinascita economica e culturale solo se unisce all'aspetto pubblico, con il rilancio dell'immagine della città, l'aspetto sociale e umano, ponendo la sua attenzione anche su situazioni di degrado e disagio. Eventi, come quello di Cosenza, che ha distrutto delle vite ed un immenso patrimonio artistico e culturale devono far riflettere tutti affinché chi governa prenda giusti provvedimenti per evitare che ciò accada in futuro".

      "Esprimiamo il nostro cordoglio alle tre persone che hanno perso la vita nel rogo di corso Telesio". Lo afferma in una nota Tonino Russo, segretario generale Cisl Cosenza. "Non servono polemiche - prosegue - in quanto ci troviamo di fronte ad una tragedia immane, tre persone bruciate vive, oltre alla perdita dell'immenso patrimonio culturale che la città di Cosenza". Russo sottolinea "l'importanza e l'attenzione che il Comune di Cosenza, deve avere nei confronti delle tante famiglie indigenti che vivono in città. La Cisl più volte attraverso la Federazione dei Pensionati ha sollecitato il confronto sui temi del sociale, questa tragedia ha evidenziato che le amministrazioni devono lavorare in sinergia con le associazioni che sono vicine da sempre con il tessuto sociale più debole, inoltre bisogna intensificare gli interventi pubblici verso i centri storici, spesso completamente abbandonati e lasciati all'incuria, diventando così rifugio di tante famiglie costrette alla fame e senza nessun tipo di aiuto. Per questo si deve discutere di più di sociale, sottraendo ai Bilanci risorse a capitoli, più frivoli, e destinandole al recupero sociale e morale di tante delle famiglie povere presenti in città. La Cisl Cosentina si unisce al dolore della città e partecipa al lutto cittadino di domani proclamato dal Sindaco di Cosenza, alla politica diciamo, lavoriamo perché queste cose non accadano più".

      "Rompo il silenzio, che invece avrebbe dovuto caratterizzare questa vicenda nel pieno rispetto delle tre vite spezzate e del rammarico per la perdita di un ingente patrimonio artistico e letterario della Città di Cosenza. Rompo il silenzio perché non è plausibile che in un momento nel quale la comunità dovrebbe essere unita, alcuni soggetti utilizzino la vicenda in maniera strumentale per attaccare beceramente chi amministra il Comune di Cosenza. Le vittime ed il loro stato psichico erano conosciuti da tutti da più di 30 anni. Innumerevoli TSO sono stati applicati senza che vi sia stato alcun miglioramento, nel pieno 'rispetto' dell'inefficacia dello strumento. La situazione deve farci riflettere e non poco. La legge Basaglia (l. 180/1978) ha (giustamente) chiuso i manicomi, veri e propri lager, ma al contempo non ha previsto una rete territoriale strutturata ed adeguata per supportare il problema di chi è affetto da patologie psichiatriche. Si tratta di soggetti che necessitano di un sostegno h24, in strutture adeguate, non di essere catapultati nella società come se nulla fosse. Attualmente le cure, impartite dal SSN (Es. CIM), sono pressoché volontarie e circoscritte ad orari d'ufficio. Si interviene in maniera coatta solo nel caso degli invasivi TSO, ai quali segue un breve ricovero in reparto psichiatrico. Per il resto c'è il nulla. Risultati? Nessuno. Vi sono interi nuclei familiari all'interno dei quali le patologie psichiatriche si sono estese anche ai componenti 'sani' e tramandate. Questo perché? Dal 1978 si è deciso che in Italia il SSN non dovesse occuparsi h24 dei soggetti affetti da disturbi mentali. Non dico che il SSN dovrebbe occuparsene, come fatto in passato, in violazione dei diritti umani. Ma è chiaro che serve una tutela h24 per tali soggetti da parte di strutture professionalmente e strutturalmente adibite. Ed in Italia le risorse umane non mancano di sicuro. In ultimo mi giova rammentare che quanto accaduto, poteva anche verificarsi in un qualsiasi condominio del centro città, magari coinvolgendo nel rogo decine di famiglie , perché ha motivazioni psicosociali più che architettonico strutturali . Invece di sentenziare, visto che gli interventi sanitari sono di competenza del sistema sanitario regionale, chi ha un ruolo istituzionale a livello regionale dovrebbe adoperarsi per sopperire al vuoto legislativo della legge 180, e creare delle condizioni di supporto territoriale che accolgano in modo strutturato il disagio psichiatrico per tutto l'arco della giornata". Vincenzo Massimo Pezzuto - Esperto in Management delle Pubbliche Amministrazioni

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