Occhiuto, "Prima i servizi ai cittadini: Completare rete idrica"

31 mag 16 “Nel 2011 abbiamo cominciato a governare una città trovata allo sfascio. Non abbiamo mai dichiarato di aver portato tutto a compimento, ma certamente, dopo 40 anni caratterizzati dall’immobilismo, abbiamo dato vita a una nuova fase della politica locale”. Così Mario Occhiuto, ricandidato a sindaco della città di Cosenza, intervenendo sul programma amministrativo. “Un esempio su tutti – prosegue Occhiuto – è rappresentato dalla rete idrica che disperdeva nel terreno l’85% di acqua, uno spreco immane, un bene primario che nell’indifferenza di chi ha governato in precedenza, non veniva garantito ai cosentini. Abbiamo dunque avviato pratiche virtuose mettendo in moto tutti gli interventi per risolvere il problema e adesso un quinto della rete idrica urbana è stato finalmente rifatto. Abbiamo realizzato un intero tratto di nuova rete idrica nelle zone più sofferenti. Nella parte alta della città, tra viale della Repubblica e via Misasi, da via Zara a via Amantea (parallela di via Simonetta), i lavori per il riefficientamento della rete idrica non hanno rappresentato solo un intervento di manutenzione straordinaria, ma un modello di ciò che deve essere una moderna rete idrica urbana, in cui condotte, pezzi speciali e tecnologie di controllo e regolazione sono di ultima generazione. Pertanto, quartieri che atavicamente registravano carenza di acqua nei rubinetti, hanno recuperato un diritto elementare che è indice di civiltà. Oggi, un quinto degli utenti ha più acqua in casa perché i loro fabbricati sono allacciati alla nuova rete. Se i cittadini mi daranno nuovamente fiducia – chiosa Occhiuto – concluderemo il lavoro iniziato attraverso progetti già programmati che si estendono ai cinque acquedotti che servono la città”.

GLI INTERVENTI EFFETTUATI - In oltre trenta ettari di territorio urbano, interessando circa 180 fabbricati, con una media di 20-30 famiglie per edificio, le opere realizzate hanno incrementato la disponibilità di acqua potabile durante la giornata, hanno protetto la rete da qualsiasi inquinamento, hanno eliminato completamente le perdite (che oltre a costituire uno spreco possono causare danneggiamenti a strade e fabbricati) e gli allacci abusivi, hanno consentito di migliorare di molto la qualità del servizio idrico. Ciò grazie a due importanti fattori: tubazioni nuove maggiorate e un’organizzazione d’avanguardia della rete. Innanzitutto sono state separate le condotte principali, per ottimizzare le portate e le pressioni in funzione dell’altitudine dei serbatoi di partenza: il Merone è stato assegnato alla parte più alta dell’area d’intervento, il serbatoio di via De Rada alla parte più bassa. Ciò anche in previsione dell’allargamento dei lavori alle zone limitrofe. La pressione dell’acqua nelle condotte è così aumentata da 4 fino a quasi atmosfere, rendendo necessario ridurla in molti casi per non mettere a rischio la tenuta degli impianti interni alle abitazioni. Inoltre la nuova rete è stata organizzata in 12 circuiti separabili, che possono essere controllati tramite contatori dedicati e centraline di regolazione di portata e pressione. È così possibile individuare immediatamente un problema in un punto qualsiasi della rete e intervenire solo dove occorre, evitando di interrompere l’erogazione su vaste aree, ma anche aumentare o diminuire la portata quando e dove si rende necessario. È previsto anche un sistema di telecontrollo, per il quale le opere sono predisposte. Nello sforzo di miglioramento definitivo del servizio idrico in città, praticamente unico negli ultimi 50 anni, questo è solo un primo intervento, dell’importo di circa 2,5 milioni di euro. Sono in progetto ulteriori interventi, nella stessa filosofia progettuale, che estenderanno il riefficientamento all’intera rete idrica urbana. Il primo riguarderà un monitoraggio a vasto raggio per la ricerca delle perdite, sulla base del quale si individueranno le priorità nei lavori successivi.

GLI INTERVENTI IN PROGRAMMA - Ma non basta la sistemazione della rete cittadina, perché molto si può fare sugli acquedotti, svincolando in gran parte la città dalle forniture della Sorica e migliorando nel contempo la qualità dell’acqua fornita ai cittadini. Cosenza è alimentata da 5 acquedotti: L’Abatemarco e il Bufalo di proprietà regionale (gestione SoRiCal), che forniscono alla città il 60% dell’acqua potabile, il Merone, lo Zumpo e il Timpafusa di proprietà comunale, che forniscono il restante 40%. L’acqua del Merone e dello Zumpo, che proviene da sorgenti silane, è di una qualità particolarmente elevata. Uno studio effettuato nell’ultimo quinquennio amministrativo, in base ad un accordo tra il Comune di Cosenza e il Ministero dell’Ambiente, calcolano che il 60% dell’acqua immessa nella rete idrica cittadina non arriva a destinazione. Ciò è dovuto in parte alle numerose perdite nelle condutture, in parte agli sprechi nei serbatoi dovuti a carenze tecniche di regolazione nelle ore notturne, in parte ad allacci abusivi spesso destinati ad usi diversi dell’acqua potabile. È dunque indispensabile investire nel sistema idrico potabile, proseguendo negli interventi di ristrutturazione già avviati nella parte alta della città, per ridurre le perdite a percentuali normali, che nella media nazionale non superano il 30%. Inoltre si dovrebbe investire sia nella gestione automatizzata dei serbatoi, che nel potenziamento e nella manutenzione degli acquedotti di proprietà comunale. Ad esempio, da verifiche e misurazioni effettuate nell’ultimo quinquennio presso la sorgente silana dello Zumpo, richiamate nel citato studio, risulta che l’acqua prelevata, dopo la ristrutturazione parziale del 2000, è quantificabile in circa il 40% di quella disponibile. Infatti i nuovi tubi hanno un diametro che è poco più della metà rispetto a quello delle originarie condotte in ghisa di fine ottocento (ancora visibili). Il di più viene in parte perso alla sorgente e in parte incanalato nell’acquedotto regionale del Bufalo, “la cui acqua viene misurata e venduta da SoRiCal al Comune nei vari punti di consegna” (fonte: Quadro di sintesi dello studio effettuato nel dicembre 2011 in base all’ accordo tra il Comune di Cosenza e il Ministero dell’Ambiente).