Segretario Nazionale Siulp a Cosenza "Abbiamo finito anche i soldi delle collette" - Nuova Cosenza Quotidiano d'informazione della Calabria

Segretario Nazionale Siulp a Cosenza "Abbiamo finito anche i soldi delle collette"

23 ott 13 "Abbiamo finito anche i soldi delle collette per mettere benzina alle auto" E' questa una elle denunce del segretario nazionale del Siulp Felice Romano oggi a Cosenza per Assemblea dei lavoratori della polizia, presenti i segretari dellealtre province calabresi. "Se qualcuno del Governo- ha poi aggiunto- non vuole capire, la prossima manifestaione apriremo i cordoni e faremo passare i manifestanti così da far capire quello che faciamo. Il Paese ora deve fare conto con i bilanci. Il sistema di sicurezza del nostro Paese èun sistema molto costoso. C'è scoramento tra le forze di polizia. Qui al sud ci sono le professionalità migliori con maggiore esperienza. Ci rendiamo conto che bisogna fare i conti con i bilanci. Però ci sono sprechi che vanno levati. Il sitema della sicureza va razionalizzato e noi abbiamo fatto una proposta. Un nstro studio dimostra che si possono tagliare sprechi per il 53% tranne che qui a Cosenza dove per la morfologia del territorio eventuali tagli porterebbero ad un ora l'intervento delle forze di polizia nei servii di sicurezza". a fare da eco alel parole del segretario nazonale quelle del segretario provinciale, l'ispettore Luciano Lupo che aggiunge "E’ questo un momento importante e delicato per il Paese e per i poliziotti che continuano a pagare il peso di scelte penalizzanti per la sicurezza dei medesimi dei cittadini. E’ di qualche giorno fa la forte presa di posizione del Siulp, ma anche di altre sigle sindacali (Sap, Ugl Polizia e Consap), allorquando vennero esplicitati i provvedimenti normativi pensati dal Governo per far quadrare ragionieristicamente i conti dello Stato. Tagli ed ancora tagli al comparto sicurezza già in ginocchio ed incapace di dare di più di quel che da per mancanza di fondi adeguati e necessari per combattere alla pari le mafie e la delinquenza comune. Un comparto che se ancora regge lo deve esclusivamente al senso del dovere ed ai sacrifici personali che gli operatori, uomini e donne, quotidianamente affrontano per garantire la sicurezza. Più volte nei mesi scorsi siamo intervenuti per segnalare ataviche ed irrisolte questioni legate al vetusto parco veicolare di alcuni reparti della Polizia di Stato e della mancanza di fondi per riparare i mezzi in avaria. A questi si sommano i problemi legati all’approvvigionamento dei giubbotti antiproiettili, del carburante e delle divise. E poi ancora le continue strette sugli straordinari, sui servizi di OP e sulle missioni. Siamo sempre stati figli delle opposizioni ed orfani dei Governi in carica. Oggi che al Governo ci sono i due schieramenti che da venti anni si alternano alla presidenza del Consiglio speravamo di trovare conforto e soluzioni alle nostre rivendicazioni. Ma ancora una volta siamo orfani del Governo, con l’aggravante che non siamo più figli neanche dell’opposizione. Non ci resta che appellarci ai cittadini stessi: “difendeteci dal Governo e aiutateci a difendervi”. Sappiamo che è troppo forte il legame della Polizia di Stato con la società civile ed il Siulp ritiene che nessuna politica potrà spezzarlo, semmai potrà solo rafforzarlo. Riteniamo inoltre di poter tranquillizzare l’opinione pubblica sull’impegno “a prescindere” dei poliziotti, nonostante le continue sgradite sorprese che il Governo ci riserva di volta in volta. Non molleremo la lotta contro il malaffare, ma non taceremo le nostre rivendicazioni. Stiamo studiando nuove strategie per “risvegliare” l’Amministrazione di appartenenza affinché faccia sentire, e forte, le proprie (e le nostre) ragioni per garantire la sicurezza ai propri dipendenti e non accettare supinamente ogni decisione dell’Esecutivo. Un’Amministrazione distratta ed un Ministro dell’Interno che apparentemente sembra più interessato ai problemi della propria compagine politica che ai problemi dei poliziotti e della sicurezza non ci inducono all’ottimismo, ma non demorderemo".