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    Consiglio comunale Cosenza approva riequilibrio finanziario pluriennale

     

     

    Consiglio comunale Cosenza approva riequilibrio finanziario pluriennale

    12 lug 13 Sono state accorpate in un’unica discussione le pratiche di carattere finanziario: il “Riconoscimento dei debiti fuori bilancio (art. 194 del t.u.o.e.l. n. 267/2000) e relativa copertura finanziaria”; la “Approvazione Piano di riequilibrio finanziario pluriennale ex legge n. 213 del 17/12/2012 modificato ai sensi dell’art. 1 comma 15, legge n. 64 del 6/6/2013” e “Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES). Determinazioni in merito alle scadenze e al numero di rate relative al pagamento del tributo per l’anno 2013”.

    Relazione dell’assessore Luciano Vigna
    Debiti fuori bilancio
    “Parliamo di un punto e di un traguardo importante, il riconoscimento di una prima importante mole dei debiti fuori bilancio, sui quali la norma del 2000 ha fatto chiarezza indicando le categorie all’interno delle quali si può prevedere il riconoscimento di tali debiti. «Categoria A, sentenze esecutive». A seguito di un’analisi accurata di tutti gli uffici, che ad oggi ha riguardato tutte le posizioni al 31 dicembre 2011 ed alcune relative ad accertamenti dei mesi successivi, abbiamo riscontrato un totale di sentenze pari a 1.175.000 euro tra precetti, opposizioni a cartelle esattoriali e risarcimenti danni. A questi si aggiunge un decreto ingiuntivo, ormai esecutivo da parte dell’Avvocatura Distrettuale dello Stato relativamente a somme richieste dal Ministero dei beni culturali, per finanziamenti al teatro Rendano negli anni 2003-2004-2005, che vanno restituiti in quanto privi di rendicontazione. Questo primo lavoro, difficile, rappresenta un atto di civiltà per la nostra amministrazione. Altra parte importante è la categoria relativa alle procedure espropriative. Stiamo parlando di cittadini ai quali dal 1978 in poi le Amministrazioni che si sono succedute hanno espropriato proprietà e terreni senza ottemperare all’indennizzo. Sono 8 casi che comportano un impegno pari a 1.118.731 di euro. Riguardano procedure espropriative che si sono concluse in tutte le fasi di giudizio. Anche questo per l’Amministrazione comunale è un importante atto di civiltà. Altro elemento riguarda la cosiddetta parte E, relativa all’acquisizione di beni e servizi n violazione degli obblighi, fattispecie classica nella quale è determinante la certificazione, da parte dei dirigenti e dei revisori, di due elementi fondamentali, l’utilità e l’arricchimento per l’ente. Questo lavoro è ancora in itinere, parliamo di pendenze che si sono accumulate. Insieme alla Segreteria generale abbiamo dato forma ad un procedimento amministrativo che può portare a verificare concretamente se questi due elementi ci sono stati. Si è proceduto a schede analitiche su ogni singola parte debitoria e si sono fatte esaminare dal Collegio dei revisori, che ringrazio pubblicamente per il supporto fondamentale. È risultato che per alcune di queste pendenze, pari a circa 775.000 euro, il Collegio dei revisori ha chiesto ulteriore documentazione integrativa e motivazioni più analitiche. Aggiungiamo attestazioni per lavori delle coop B pari a circa 110mila euro. Questa fase di attestazione è stata oggetto di rigidi controlli, ricordo che il tempo limite fissato dalla norma per il riconoscimento dei debiti rimane quello del 30 settembre, entro quella data saranno presentate, ove vi fossero delle certificazioni, le ulteriori fattispecie debitorie al fine di rispettare una chiarezza contabile che oggi è assolutamente necessaria. Stiamo seguendo un ordine strettamente cronologico. Questa fase avrà una fine, a settembre esamineremo tutta la parte relativa alla chiusura delle circoscrizioni che ha causato la presenza di una importante mole debitoria. Recuperare tanti anni non è così semplice, abbiamo previsto nel piano da discutere un totale di partite debitorie che supera i 20 milioni di euro. Ad oggi, per rassicurare il Consiglio rispetto alla copertura, e soprattutto i soggetti che attendono da anni il pagamento di una somma, la copertura è prevista nel corso della stessa annualità senza ricorrere alla rateizzazione, finanziata con entrate correnti e con l’accensione di un mutuo come previsto dal Salva Comuni. L’auspicio è che questa Amministrazione e questo Consiglio comunale possano trovarsi il meno possibile di fronte a questi punti, avendo imboccato una strada nuova che è quella del rispetto degli impegni”.

    Piano di riequilibrio
    “Il Piano ritorna in aula a seguito del Decreto Legge Salva Comuni. Per quei Comuni che hanno inteso aderire e hanno richiesto l’accensione di un prestito presso la Cassa Depositi e Prestiti, è previsto l’obbligo della modifica del Piano, intanto per l’inserimento del mutuo, pari a circa 6 milioni e mezzo e, vincolo più importante, per il raddoppio del fondo di svalutazione crediti sui residui storici che passa dal 25 % al 50 %. La Corte dei Conti chiese delle misure correttive in assenza delle quali avrebbe dato via alla procedura di dissesto. Oggi, grazie all’approvazione a febbraio del Piano, e alla nuova presentazione del Piano modificato, ci troviamo dinanzi alla possibilità di evitare questa catastrofica evenienza. Come nella prima parte, abbiamo strutturato il Piano immaginando una sorta di fabbisogno totale, che evidenzia i pesi finanziari più importanti per l’Amministrazione nei prossimi 10 anni: i debiti fuori bilancio, circa 20 mil di euro; le potenziali passività delle partecipate; la diminuzione dei trasferimenti erariali (65 milioni di euro nei prossimi 10 anni); l’inserimento dell’accantonamento del fondo di svalutazione crediti e la restituzione dell’anticipazione che verrà erogata agli enti in caso di approvazione, cioè il fondo di rotazione con un finanziamento di 17 milioni di euro che andrà restituito. Le regole da rispettare sono la riduzione della spesa, il riordino delle aliquote IMU, presupponendo che quella sulla prima casa sia ancora in vigore, il riordino dell’ attività di misurazione del servizio idrico e l’introduzione della TARES. Un ente che può ritenersi solido è un ente che si comporta nella maniera più semplice, fa in modo che le entrate reali siano in grado di coprire le spese più il rimborso dei mutui. Noi oggi abbiamo un ulteriore onere, le nostre entrate devono superare le spese e i rimborsi dei mutui perché abbiamo ancora centinaia di milioni di euro relativi a residui totali più residui storici che riguardano crediti la cui esigibilità ad oggi è vicina allo zero. Quindi l’Amministrazione deve produrre liquidità. Lo stesso discorso vale per gli investimenti. Non si può immaginare un Comune che affronta gli investimenti con entrate correnti eppure è stato l’andamento degli ultimi decenni. Rispetto al piano di febbraio, oggi abbiamo avuto la possibilità di acquisire ulteriori elementi conoscitivi che ci hanno fatto inserire strumenti che permetteranno a chi esaminerà il piano di conoscere meglio gli obiettivi. Oggi, l’Amministrazione comunale di Cosenza riesce ad incassare circa il 78% di ciò che prevede di incassare nel titolo 1 delle entrate, IMU e trasferimenti statali. Squalificante negli anni è il dato relativo al titolo 3 dove la fanno da padrone le utenze idriche e l’occupazione del suolo pubblico. La media è del 15%. Su questo elemento abbiamo voluto focalizzare la centralità del piano. L’obiettivo, dai prossimi anni, è di aumentare la capacità di entrata del 90% rispetto al titolo 1, e del 45 % rispetto al titolo terzo. Per farlo bisogna agire su alcuni importanti settori, evitare bilanci di previsione lontani dalla realtà. Prevediamo di ridurre di molto i residui attivi storici, che rappresenterà l’elemento che fotograferà la capacità dell’Amministrazione comunale di acquisire degli equilibri economici finanziari. Altra parte importante è quella legata al miglioramento della capacità di incassare su alcune partite dove ad oggi siamo di fronte ad un deficit pesantissimo, cioè le utenze idriche. Nonostante gli sforzi oggi siamo dinnanzi a un totale di circa 5000 utenze prive di lettura. Un deficit che si colmerà con la lettura elettronica, un investimento che faremo in project financing, presentando un bando di gara finanziato anche grazie ai maggiori introiti che riusciremo ad ottenere. Altro elemento è quello della riduzione della spesa. La legge obbliga alla riduzione del 10% sui servizi e del 25% su trasferimenti. Nella nostra previsione questo risultato si dovrebbe raggiungerlo già nel primo triennio. Altro elemento qualificante è l’azione che porteremo avanti nella lotta all’evasione, con un risultato importante già raggiunto nel 2012 e che contiamo di migliorare nel 2013 con 3 milioni e mezzo di recupero evasione. Il contesto dovrebbe portare anche al miglioramento della mole debitoria. Ad oggi il Comune di Cosenza ha debiti per investimenti intorno ai 20 milioni di euro, il debito relativo alla cosiddetta spesa corrente si aggira intorno ai 98 milioni di euro. Su questo registriamo che nel 2011 il dato era di 111 milioni di euro che finanziariamente è calato di circa 13 milioni. La tendenza è corretta e anche alla fine di quest’anno troveremo questo monte abbassato di un'altra decina di milioni. La parte sull’indebitamento sta calando perché negli ultimi 2 anni il Comune non ha acceso nuovi mutui oltre a quello previsto dal Salva Imprese. Dal punto di vista finanziario la cronicità è sempre evidente, esiste una emergenza continua, alcuni servizi vengono erogati solo grazie all’incasso dell’IMU, ma è giusto registrare anche capacità di far fronte a settori delicati, relativamente alle cooperative di tipo A e tipo B. I numeri sono importanti, 98 milioni di debiti più 20 sugli investimenti sono un importante macigno. Ma la strada che ci trovavamo di fronte era chiara: o la scelta di farla gestire a tre commissari nominati dal Governo, oppure la nostra scelta di seguire la strada della responsabilità. Dentro questo Piano c’è sicuramente tanta speranza, tanto lavoro ma anche uno spirito di responsabilità e costruttivo, c’è la voglia di cambiare percorso. Se il bilancio consuntivo dimostrerà qualcosa di diverso da quanto scritto in questo Piano, allora la Corte dei Conti dichiarerà il fallimento di questa esperienza”.

    TARES
    L’introduzione di questo tributo impone l’istituzione di un principio di normalizzazione che oggettivamente rappresenta un elemento importante. Significa fare in modo che i costi del servizio corrispondano alle entrate. Ad oggi, per raggiungere lo scopo abbiamo redatto un piano simulato perché la Tares prevede una diversa distribuzione a seconda delle categorie. In seguito si procederà alla individuazione delle tariffe. Vista la farraginosità del provvedimento, il Governo ha dato la possibilità agli enti locali di predisporre una sorta di acconto delle prime due rate (agosto e ottobre 2013) sulla base dei consumi Tarsu dell’anno precedente, prevedendo il saldo dell’ultima rata a dicembre. In questo caso abbiamo aderito a questa possibilità pensando poi di proporre a settembre il regolamento e la successiva approvazione delle tariffe. Rispetto alla proposta di delibera, la stessa in Commissione è stata emendata nel punto 5 dove si dà mandato al dirigente del settore di compiere gli adempimenti relativi alla riscossione del nuovo tributo.

    Il dibattito:
    Marco Ambrogio (PD). “Il percorso che ha portato a questa seduta ha visto protagonisti consiglieri di maggioranza e di minoranza. E ringrazio l’assessore, apprezzando il richiamo alla collaborazione e al senso di responsabilità. È giusto, e noi non ci vogliamo sottrarre. E però dobbiamo stringere un patto di reciprocità, di corretta amministrazione, perché siamo preoccupati di come vanno le cose. Se da una parte c’è chi risparmia, dall’altra c’è chi sperpera. Non possiamo essere d’accordo con chi nell’Amministrazione opera per meri tornaconti personali. Dove sono i debiti fuori bilancio di questa Amministrazione? Va bene riconoscere quelli delle precedenti, ma vorremmo conoscere anche quelli di questa Amministrazione, per poterli poi riconoscere. L’assessore ha stigmatizzato l’atteggiamento di chi ha omesso di portare alla luce i debiti nel passato, ma non si può comportare nello stesso modo. Dove sono i debiti del settore 10? Ci assicura che sono tutti con copertura? Deve dirci che quei cassetti chiusi, a cui continua a fare riferimento, oggi li apriamo. L’assessore ha saputo cogliere la nostra preoccupazione, che non è quella di una minoranza che deve giocare un ruolo. Ci siamo astenuti in Commissione sul Piano e rispetto alla TARES chiediamo di mantenere le fasce di esenzione”.
    Enzo Paolini (PSE). “La questione che si pone oggi è tutta politica. E l’assessore Vigna, a mio avviso, è rimandato a settembre. Perché questa pratica può passare come momento tecnico, ma invece stasera ha un rilievo politico. Se dovessimo fermarci alla questione tecnica, dovremmo respingere la pratica perché due dei tre revisori dicono che non c’è documentazione a riscontro di una parte dei debiti fuori bilancio. Non ci sono riscontri quindi, mentre un’Amministrazione dovrebbe portare dovizia di documentazione e di motivazioni. Ho sentito aria di astensionismo. L’Amministraz, quella in carica, deve presentare una proposta convincente sulla base delle carte. Se non lo può fare vuol dire che non è in grado di convincere. Quindi l’astensione è un atteggiamento ipocrita. Come se si fornisse un supporto trasversale perché ci sono pratiche talmente irregolari del passato, e io non credo sia così. Io avverso questa Amministrazione a viso aperto, col rispetto che si deve all’avversario al quale si deve dire tutto e in faccia perché i cittadini si facciano la loro opinione sulla base del confronto. Non approvo e non parteciperò al voto sul bilancio per evidenziare come la politica che intendo io è fatta di chiarezza. Si vedrà bene se il Sindaco ha una maggioranza convinta, se ne ha una risicata, o se ha una minoranza che puntella col voto di astensione. Non mi presto a manovre di sponda o astensionismi tecnici. Ma soprattutto non smetteremo di dire che la vera emergenza di Cosenza è la questione sociale. Sulla questione lavoro non transigiamo, ed è irritante vedere ogni giorno il lancio di nuovi progetti, magari non penalizzanti per le casse comunali perché finanziati, ma per averli si è lavorato con impegno, si sono spese energie. Possibile che queste stesse energie e relazioni non si possano spendere per la sanità, per il commercio, per l’assistenza ai disabili? Evidentemente la scala delle nostre priorità è diversa”.
    Sergio Nucci (Polo Civico Buongiorno Cosenza). “Siamo un Consiglio comunale fortunato perché abbiamo avuto il conforto dei nostri revisori dei conti nell’attenzione con la quale hanno guardato la pratica dei debiti fuori bilancio nella quale erano inseriti circa il 25% di somme che non potevano essere portate all’attenzione del Consiglio comunale perché incomplete e non certificate. E questi sono fatti. Ma la pratica ha al suo interno un altro vulnus, drammatico per alcuni, ridicolo per altri. Ricordate che c’è stato, dalla fine del mese di marzo, un intenso carteggio sui debiti fuori bilancio delle cooperative sociali B. Un dirigente chiedeva al Presidente del Consiglio comunale di mettere all’OdG questa pratica per poterli pagare. Il Presidente ha risposto con la disponibilità a riconoscere i debiti se giustificati e giustificabili, e non in assenza di pratiche definite. Il punto è che qualcuno voleva maldestramente addossare al Consiglio comunale la responsabilità che non ha e non potrà mai avere. Come mai a luglio questi debiti spariscono nel nulla, fatta eccezione per due cooperative? Sul piano di riequilibrio, diciamo alla città che avendo votato questo Piano le tassazioni sono modificate. L’IMU è al massimo, ma a fronte dei tributi, che servizi diamo? C’è un altro aspetto preoccupante, relativo al mutuo di circa 6 milioni contratto con la Cassa depositi e prestiti. Un tempo queste manovre dovevano passare dal Consiglio comunale, il recente decreto ha consentito di chiedere il mutuo bypassando il Consiglio. Chiudo con una domanda, vorrei sapere se in questa Amministrazione i contributi previdenziali ai dipendenti e ai professionisti vengono pagati nei termini”.
    Massimo Commodaro (Occhiuto Sindaco). “Rafforzando quanto detto dall’ass. Vigna, sostengo che il riconoscimento dei debiti fuori bilancio ha un valore morale oltre che economico, considerati i tanti cittadini che attendono da anni un indennizzo dovuto. È un atto di giustizia, e mi complimento con l’ass. Vigna che ha finalmente tirato fuori le carte dai cassetti. con grande precisione. Questo sarà d’aiuto a molti cittadini e a molte aziende. Non si tratta di parole e nemmeno soltanto di numeri ma di azioni con effetti concreti sulla città”. Al termine del dibattito prende brevemente la parola l’assessore Vigna per una replica. “I debiti fuori bilancio sono una cosa seria. L’intervento di Paolini mi ha fatto rabbrividire. Bastava leggere qualche norma per fare un intervento rispettoso del Consiglio e della città. La trasmissione alla Corte dei conti è obbligatoria per legge, il collegio dei Revisori dei conti ha dato parere favorevole ed il fatto che abbia rimandato una piccola parte dei debiti è solo testimonianza di attenzione. I consiglieri hanno avuto in mano ed anticipatamente ogni singolo documento. L’ignoranza su questi temi non è ammessa e non sono ammessi propaganda e folclore perché dietro ci sono i destini di tanti cittadini. L’unica cosa sensata che ha detto Paolini è che i debiti fuori bilancio sono eventi straordinari, e di Consigli su questa materia speriamo infatti di farne il meno possibile”.

    Nelle successive dichiarazioni di voto, il consigliere Domenico Frammartino (IDV) ha riconosciuto a Vigna “il metodo rigoroso. Da uomo di centro sinistra mi costa dire che questa Amministrazione, rispetto a quella passata, qualche azione l’ha posta in essere. Io ho fatto una scelta della quale non mi pento, ed è quella di evitare la pratica del dissesto. Non c’è inciucio né stampelle. Non inseguo disegni a tutti i costi. Non si aiuta così la città e non posso pensare che stasera si debba abbandonare il campo”. Cataldo Savastano (Autonomia e Diritti) ha contestato “l’asprezza di alcuni atteggiamenti di fronte ad una pratica che è nell’interesse dei cittadini. Resto in aula con convinzione e non capisco l’atteggiamento di chi l’ha abbandonata. Auspico anzi che inizi un lavoro condiviso sugli altri debiti che sicuramente ci saranno, così come successo per questa pratica”. Medesima contestazione verso chi ha abbandonato l’aula l’ha espressa il consigliere Francesco de Cicco (Popolari e Liberali Cosenza), “chi ha abbandonato stasera non vuole bene né alla città né ai lavoratori”. Giuseppe Mazzuca (SEL), “se fosse solo per l’aspetto tecnico, questa pratica la voterei. L’assessore ha ricordato che a febbraio ci sono stati consiglieri responsabili che hanno evitato che il Comune andasse in dissesto. Da quel voto in poi è stato solo un valzer di poltrone e oggi il Sindaco si trova in Giunta due assessori che da consiglieri non l’hanno votata quella pratica. Per tutto questo percorso, e solo per questo, non parteciperò al voto”. Per il gruppo Occhiuto Sindaco ha annunciato voto favorevole Pierluigi Caputo. Lo stesso ha fatto Carmelo Salerno (Lista Scopelliti) il quale, nel ringraziare l’assessore per la precisa documentazione avuta per tempo, ha precisato che a febbraio ciò non era avvenuto, determinando il non voto. “In questi atti - ha aggiunto - ho letto una visione di prospettiva. Il passaggio politico più importante dell’assessore Vigna è l’impegno a fare in modo che da oggi ci siano sempre meno debiti fuori bilancio. Se vogliamo davvero che questo sia un deliberato consiliare storico, dobbiamo prendere questo preciso impegno politico, che i debiti fuori bilancio siano un’eccezione e che nella coscienza di chi gestisce ci sia la consapevolezza che sono fatto illegittimo”. Maria Lucente (PD) ha parlato di una discussione tutta interna al centro sinistra. “Sin dal principio – ha ricordato – il capogruppo Perugini ha delineato la linea che questo gruppo avrebbe portato avanti, nel rispetto della città. Essere minoranza può essere facilissimo, basta dire sempre di no. È più difficile e faticoso valutare caso per caso, cercando di trovare il positivo nella proposta della maggioranza, ma non per fare da sponda o da spalla. Questa è una maggioranza così fragile e così poco politica che non voglio darle l’alibi di dire che, se è caduta, è stato per causa di una minoranza gretta. La maggioranza va battuta sul piano dell’alternativa politica”. Dopo le ultime dichiarazioni di voto, favorevoli, di Lino Di Nardo (PDL) e Massimo Bozzo (UDC), le pratiche di bilancio sono state approvate dalla maggioranza presente, registrando l’astensione del gruppo del PD e dei consiglieri Frammartino e Savastano. Unanimità per il punto riguardante la TARES.

    A quel punto il Consiglio è stato rinviato a nuova convocazione.

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