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Granata "Nessuna pressione per dimissioni Tenuta"
Granata "Nessuna pressione per dimissioni Tenuta" 10 lug 13 Torna nuovamente a far sentire la sua voce il Comune di Cosenza ma stavolta per smentire. “Nessuna pressione di carattere politico è provenuta dal Comune di Cosenza per indurre il Presidente del Consorzio Valle Crati Alessandro Tenuta a dimettersi dalla sua carica. La sua decisione è stata presa in totale autonomia e questa è l’occasione giusta per ringraziare il Presidente per il lavoro svolto durante la sua attività amministrativa”. Così commenta il gesto dimissionario di Tenuta il rappresentante del Comune di Cosenza presso il Consorzio Valle Crati Avv. Maximiliano Granata che continua: “La linea del Comune di Cosenza in ambito consortile ed in relazione alla gestione del servizio dei rifiuti e della depurazione è basata su un modello di legalità e trasparenza a cui l’Ente si è sempre e coerentemente ispirato anche durante la guida del presidente Tenuta. Ma di certo non è stata la rivendicazione di una condotta legittima da parte del Comune di Cosenza ad aver persuaso il Presidente Tenuta a presentare le sue dimissioni, che hanno nuovamente gettato il Consorzio Valle Crati in un clima di incertezza. I Comuni consorziati, al contrario, esigono certezze e garanzie per risanare il Consorzio e risollevarlo dalle enormi difficoltà che sta vivendo in questo momento. La prima soluzione di cui ha bisogno il sistema di gestione dei servizi pubblici essenziali è quella di esercitare un assiduo ed efficace controllo affinché si agisca sempre nell’assoluto rispetto dei criteri di buon andamento della Pubblica Amministrazione, nonché della trasparenza e della legalità. Si dovrà procedere verso l’elaborazione di un programma di investimenti serio ed adeguato che recuperi la dignità produttiva, che tuteli i cittadini e che riduca gli sprechi a favore dei singoli Comuni spesso vessati da esborsi di denaro eccessivi e non sempre legittimi. In particolare diventa fondamentale, in considerazione di uno spirito consortile, vincere una partita importante come quella dell’acquisizione del finanziamento previsto dalla delibera CIPE n. 60/2012 e destinato all’ammodernamento del sistema di depurazione consortile. Dopo gli eventi giudiziari che hanno travolto il sistema di depurazione consortile, una volta che questi saranno giunti alla loro definizione, sarà essenziale canalizzare tutte le nostre energie sul corretto funzionamento del depuratore consortile e sull’adeguamento dello stesso alle direttive comunitarie. La dead line sulla depurazione, infatti, è il 1 gennaio 2016, data dalla quale scatteranno le sanzioni che la UE ha comminato all’Italia e rispetto alla quale non possiamo permetterci di farci trovare impreparati”.
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