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Campagna prevenzione infarti ad Ospedale Cosenza
Campagna prevenzione infarti ad Ospedale Cosenza 21 ott 11 Sei infartuati su 10 sopravvissuti al primo episodio finiscono per averne un altro. E i rischi di mortalità triplicano. Lo sottolineano i cardiologi dell'Anmco Calabria che, insieme alla "Fondazione Per il Tuo Cuore" Onlus, con il sostegno di Astra Zeneca hanno promosso la prima campagna nazionale d'informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione cardiovascolare e sui rischi che si corrono nel post-infarto, ne hanno discusso a Cosenza nel corso del congresso "Il paziente con scompenso cardiaco cronico". La nuova emergenza sanitaria in Calabria - sottolineano i cardiologi - sono proprio loro, i sopravvissuti al primo infarto. Ogni anno sono oltre 4.300 i calabresi ricoverati a seguito di un infarto: per 2600 di loro è la "prima volta" e le vittime, se ricoverate in Unità coronarica, sono quasi 80, con un rischio di mortalità del 3%. Ma a far scattare l'allarme é un altro dato significativo: sono 1.700 i pazienti al secondo infarto. Sono loro a rischiare di più, perché uno su 5 muore entro l'anno. Cresce dunque il numero di chi sopravvive all'infarto, grazie all'aumento di ricoveri sempre più tempestivi e alla riduzione dei fattori di rischio, ma aumentano i pazienti che perdono la vita nel dopo infarto per scarsa aderenza alla terapia e stili di vita inadeguati. "Il primo infarto è un vero e proprio fulmine a ciel sereno per la maggior parte dei pazienti - spiega Mario Chiatto, presidente regionale Anmco Calabria - e i dati dimostrano che la riduzione e il miglior controllo dei fattori di rischio, hanno sostanzialmente funzionato, riducendo la probabilità di infarto in chi non l'ha mai avuto. Così l'evento cardiovascolare si manifesta oggi all'improvviso, ma grazie all'aumento dei ricoveri, sempre più tempestivi e a terapie migliori, la maggior parte delle persone sopravvive. Ciò però non deve far abbassare la guardia nei confronti delle conseguenze dell'infarto nel tempo: il primo evento è il campanello d'allarme, che indica che il cuore non è più in perfetta salute e richiede cure, precauzioni, attenzione. Il secondo infarto è dunque un evento evitabile e il rispetto di stili di vita salvacuore e dei consigli del medico restano prioritari" - puntualizza Chiatto". "La consapevolezza del rischio cardiovascolare - sostiene Chiatto - non deve riguardare solo gli anziani o coloro che sono affetti da altre malattie importanti ma anche le donne e i pazienti pù giovani. Gli over 65 e i pazienti con diabete o insufficienza renale cronica sono senz'altro i soggetti a più alto rischio da tenere sotto stretto controllo. Attraverso terapie farmacologiche adeguate e costanti potremmo dimezzare il pericolo di un secondo infarto e la conseguente mortalità. Purtroppo un anno dopo l'infarto, solo un paziente su due segue cure appropriate. E le donne e i pazienti con meno di 60 anni sono le categorie con il più elevato tasso di abbandono delle cure perché ne sottovalutano l'importanza e si considerano, a torto, meno in pericolo degli altri. Per di più, pochi cambiano lo stile di vita: meno della metà corregge le proprie abitudini alimentari, appena uno su dieci abbandona la sigaretta, il 70% non fa esercizio fisico". E proprio per informare e sensibilizzare sui rischi che si corrono soprattutto dopo l'infarto è stato promosso un progetto indirizzato alle Scuole Primarie e Secondarie, denominato "Art for Heart School". "L'iniziativa ha avuto un grande successo in Calabria - riferisce Chiatto - con l'adesione di 95 classi, di cui ben 55 nelle scuole primarie, per un totale di 2.375 studenti coinvolti nel progetto" © RIPRODUZIONE RISERVATA Cerca con nell'intero giornale: -- > Guarda l'indice delle notizie su: "Area Urbana di Cosenza"
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del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto |