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    Venerdì inaugurazione mostra Adele Ceraudo al Mueseo degli Brettii ed Enotri

     

     

    Venerdì inaugurazione mostra di Adele Ceraudo al Mueseo dei Brettii e degli Enotri

    08 mar 11 «Ci sono tante ragioni perché, da Sindaco di una città culturalmente avanzata come Cosenza, io possa esprimere oggi grande soddisfazione», ha affermato il Primo cittadino, Salvatore Perugini, durante la conferenza stampa di presentazione della mostra personale di Adele Ceraudo “Tra Cuore e Anima”, che sarà inaugurata venerdì prossimo, 11 marzo, alle ore 18.00, e sarà esposta al Museo Civico dei Brettii e degli Enotri (complesso monumentale di S. Agostino) fino al 10 aprile. Il Sindaco ha sottolineato che il Museo Archeologico della città si propone ancora una volta, confermando la validità della scelta operata dall’Amministrazione Comunale, come luogo aperto a qualificate iniziative culturali che valorizzano anche i talenti cosentini. È questo il caso di Adele Ceraudo, che oggi vive e lavora a Roma. Nella giornata dedicata alle donne, ha poi evidenziato Perugini, viene presentata una mostra delle opere di un’artista che racconta l’universo femminile; una mostra che avvia un progetto in cui una tappa importante sarà rappresentata dalla donazione alla Città, da parte di uno scultore conosciuto ed apprezzato come Domenico Pesce, reggino che vive a Roma, della sua opera “Cavallo tecnologico della comunicazione”. Il Sindaco ha precisato che la scultura sarà installata in Via Popilia, nell’ottica di una promozione culturale rivolta a tutto il territorio cittadino. Un grazie particolare il Sindaco ha rivolto – oltre che all’Associazione Green Generation che promuove l’iniziativa e all’art director Leo Muto, anch’egli nato a Cosenza ed oggi impegnato a Roma – al Consigliere Gianluca Greco che ha giustamente fatto propria, con grande passione, la proposta dell’Associazione con grande passione. Invitando tutti a visitare la mostra “Tra Cuore ed anima”, Perugini ne ha messo in luce la caratteristica di evento artistico aperto alla solidarietà verso l’Associazione “Gianmarco De Maria”, che opera concretamente per i bambini ricoverati in ospedale perché affetti da gravi patologie. Prima dell’intervento del Sindaco, hanno preso la parola la direttrice del Museo del Brettii e degli Enotri, Marilena Cerzoso, la curatrice della mostra Rosanna Caputo, l’art director Leo Muto, l’artista Adele Ceraudo. La mostra “Tra Cuore e Anima” – si legge su una nota diffusa dagli organizzatori – è stata ideata e prodotta dall’associazione artistico-culturale Green Generation con il supporto della Fondazione Carlo Bilotti; è stata, inoltre, promossa dal Comune di Cosenza e patrocinata dalla Regione Calabria e dalla Provincia di Cosenza. Nei testi allegati si possono trovare importanti informazioni sulle opere esposte, sulla tecnica e sulla biografia di Adele Ceraudo, sulla mostra e sulle sue finalità, sulla scultura “Cavallo tecnologico della comunicazione” di Domenico Pesce.

    La mostra è stata ideata e prodotta da Green Generation, associazione artistica culturale con il supporto della Fondazione Carlo Bilotti, promossa dal Comune di Cosenza, patrocinata dalla Regione Calabria e dalla Provincia di Cosenza. Si alza il sipario sulla mostra TRA CUORE E ANIMA, evento dedicato all’arte e alla solidarietà raccontato attraverso l’universo femminile visto e ritratto da una delle più promettenti artiste cosentine: Adele Ceraudo. Tra i vincitori dell’ultima edizione del Talent Prize e candidata come rappresentante del Padiglione Italiano alla Biennale di Venezia 2011. Durante la serata inaugurale presso il Museo dei Brettii e degli Enotri interverranno: Adele Ceraudo, artista e presidente di Green- Generation, Leo Muto art director dell’evento, Mario Caligiuri, assessore alla Cultura della Regione Calabria, Salvatore Perugini, sindaco di Cosenza, Rosanna Caputo, curatrice della mostra, il dott. De Chirico, sovrintendente ai Beni Culturali e Vincenzo Bilotti, Presidente della Fondazione Carlo Bilotti che ha fornito un generoso supporto alla realizzazione dell’evento. La serata d’apertura sarà quindi caratterizzata da una commistione di espressioni artistiche diverse, volte a lanciare un messaggio unico, paradigma dell’universo femminile, inno alla sua complessa semplicità e denuncia delle innumerevoli difficoltà che ancora oggi molte donne si trovano ad affrontare lottando col cuore e con l’anima. Nei dipinti della Ceraudo le forme risentono di rimembranze scultoree e paiono implodere sulla superficie senza alcun rapporto con la spazialità, scevre dai limiti che la bidimensionalità impone: la pittura va oltre il visibile, come il corpo femminile che racconta maggiormente di sé quando riesce solo a suggerire. In sinergia con il tema dell’evento la performance danzante di Claudia Quattrone e le composizioni elettroniche di Tommy Muto dal titolo “Soul music department”. Ad occuparsi del progetto audio/video Antonia Iannuzzi. La decisione di organizzare Tra Cuore e Anima nella città di Cosenza, ha affermato Leo Muto, art direct del progetto, vuole essere un primo e importante segnale della rinascita artistica della città e, allo stesso tempo, un’iniziativa filantropica attraverso cui sostenere una delle più importanti associazioni operanti sul territorio calabrese: l’Associazione Gianmarco De Maria che si occupa, fra le altre cose, del supporto ai malati di leucemia. D’altronde, è la scelta del titolo ad essere emblematico in questo senso. TRA CUORE E ANIMA ricalca pienamente il desiderio di fondere attraverso un unico grande evento la valorizzazione dell’anima creativa di una grande artista, e il cuore, che diventa il simbolo dell’empatia, del desiderio di aprirsi agli altri donando parte di se stessi. Da questo presupposto si è deciso di devolvere metà del ricavato della vendita della collezione che sarà presentata dall’artista alla Associazione sopra citata. In occasione della serata inaugurale l’artista Adele Ceraudo donerà inoltre alla Fondazione Carlo Bilotti l’opera “Genesi allo Specchio: Destra e Sinistra” che ha partecipato all’ultima edizione del premio Terna dedicata all’anniversario dell’Unità d’Italia. Mentre l’artista Mimmo Pesce donerà invece alla città di Cosenza l’installazione del “Cavallo tecnologico della comunicazione” che dall’alto dei suoi quattro metri e mezzo congiunge idealmente la storia antica della terra calabra con un futuro di progresso . Le opere della Ceraudo rimarranno in esposizione fino al 10 aprile 2011.

    Tra Cuore e Anima (nota a cura di Rosanna Caputo)
    Straordinariamente eterni e assieme assolutamente immersi nell’esperienzialità dell’oggi sono i venticinque dipinti che Adele Ceraudo espone nella personale Tra cuore e anima. Le opere che l’artista consegna allo sguardo hanno difatti il loro elemento germinativo nello scatto fotografico, che assume la dignità di disegno preparatorio classicamente inteso, ma su cui interviene prepotentemente l’anima contemporanea della polimatericità della tela, del plexglass e dell’alluminio ancora però sopraffatta da un ritorno all’antico definito dagli sprazzi del colore, dall’uso magistrale della foglia d’oro, dalla luce che scopre e nasconde, che enfatizza e sottolinea i volumi, in un intreccio tra presente e passato che racconta la storia del corpo femminile. L’artista mette a fuoco la sorprendente forza evocativa e psichica della propria identità di genere nella resa del soggetto, nella definizione della figura intrisa da una ricercatezza mai voyeuristica, nel disegno rarefatto, nel rimando della bellezza di certe forme naturali e della grazia femminile transitoria, sfuggente e impalpabile. Nei dipinti le forme risentono di rimembranze scultoree e paiono implodere sulla superficie senza alcun rapporto con la spazialità, scevre dai limiti che la bidimensionalità impone: la pittura va oltre il visibile, come il corpo femminile che racconta maggiormente di sé quando riesce solo a suggerire. La pittura di Adele propone allora letture polisemiche che si intersecano le une alle altre nella libertà assoluta dei modi in cui la composizione data dal rapporto soggetto-tecniche può essere interpretata: luogo di un’unità, unità delle parti di una totalità, totalità dell’universo dell’artista, totalità del mondo femminile. Rappresentazioni perfette in cui le convenzioni figura/sfondo, piano pittorico, tensione del margine, planarità dell’immagine, ovvero la compressione della profondità spaziale su di un piano bidimensionale, sono dei codici pittorici adottati e a volte traditi dall’artista per produrre l’illusione di profondità spaziale. Nei disegni la composizione si incentra sulla reiterazione del corpo femminile e sull’eguaglianza nella variazione e sulla variazione nell’eguaglianza. Una combinazione, quindi, di studi di una singola figura vista come sequenza in movimento e rappresentata come ripetizione sistematica di linee di contorno che definiscono il corpo e ne racchiudono il volume. Non è difatti episodico come l’artista ricordi negli espedienti grafici anche Cèzanne. Il tratto e la ricerca personalissimi di Adele Ceraudo sanno allora rimeditare, attraverso un intimismo ricco di fisicità, momenti dell’arte di grande significanza. A partire dalle suggestioni della statuaria classica che a chi scrive piacerebbe provenissero da antiche rimembranze magnogreche. Il disegno poi, che è il medium fondamentale della pittura della Ceraudo, proviene all’artista calabrese da una formazione colta che trova nella tradizione figurativa toscana di Leonardo e di Michelangelo i suoi primi e massimi ispiratori. Ma la pittrice sfoglia il suo privatissimo album dei ricordi d’arte sino ad accogliere Omar Galliani, uno dei nomi indiscussi dello scenario contemporaneo italiano, come sua straordinaria musa silente. La ricerca artistica della Ceraudo è allora impegnata nella definizione di un ideale di bellezza dell’oggi che sa tenere assieme grazia e armonia. Ecco quindi i suoi intimistici ritratti in bianco e nero, di gusto quasi ottocentesco, le colature di colore che dal rosa virano al rosso, la solitudine interiore e la fascinazione estrema del corpo femminile rappresentate in alcuni dipinti che raccontano il percorso identitario dell’artista-donna. Il tracciato chiaro, preciso e semplice è il requisito essenziale del disegno della pittrice, con lo sfumato che modella le forme e distribuisce luci, modellato e linea, con una ricerca accurata che considera il carattere del modello, la sua espressione, la qualità della luce in cui è immerso, l’atmosfera che lo circonda e tutto ciò che soltanto il disegno può esprimere. La creazione dunque di un linguaggio diretto ed essenziale, profondamente emotivo in cui arte e vita si fondono mirabilmente: la pratica pittorica va di pari passo nella Ceraudo con la riflessione condotta sul proprio corpo plasmato, modellato, come morbida creta, da anni dedicati alla danza, alla pratica fisica che è scavo profondo dell’interiorità e dell’io più vero dell’artista. E i disegni e i dipinti di Adele Ceraudo sanno raccontare anche questo.

    Adele Ceraudo

    Adele Ceraudo è un’artista cosentina di nascita romana di adozione. Dopo il diploma al liceo Artistico, prosegue la sua formazione presso la facoltà di Architettura a Firenze, dove approfondisce lo studio geometrico della linea che caratterizza nel tempo la sua produzione, e frequenta corsi di restauro dei beni architettonici tra Roma e Firenze. Esprime la sua personalità variegata, lavorando contemporaneamente come grafica, illustratrice e attrice, imparando ad usare sin da bambina il corpo come strumento espressivo, con la danza e ginnastica, e poi da grande con il teatro sperimentale ed il cinema. Esordisce con la personale Nudi a penna presso la Galleria Le Muse a Cosenza (2007) ma è a Roma, dove si trasferisce e vive, in cui conosce e si confronta con artisti internazionali e locali, come Enzo Chucchi, Igor Mitoraj, Baldo Diodato, Lino Frongia, Mark Kostabi, Karen Thomas, Pahi Shamiri, Alberto Sughi, solo per citarne alcuni. Incontra collezionisti e galleristi, frequenta storici e critici d’arte, trovando un habitat ideale alla sua evoluzione artistica. Nella capitale partecipa ad alcune collettive presso la galleria Ottagoni (2008) e la Cassiopea (2009; 2010). Espone alla Galleria dell’Orologio (2009), mostra replicata nello stesso anno a Barcellona, partecipa a premi di arte contemporanea, Premio Terna (2009) e a collettive accanto a noti artisti in occasione di aste di solidarietà, Learn to be Free promossa da Irene Pivetti (2009) e Christie’s per Fabula in Arte (2009 e 2010) nei musei Greco e Mastroianni di San Salvatore in Lauro, espone nel foyer del Teatro Quirino (2010). Il 2010 si rivela un anno fortunato, quello della svolta, anche grazie all’incontro e alla collaborazione artistica con Leo Muto, Presidente di Green Generati. Espone infatti, per la prima volta, in un museo istituzionale del Comune di Roma la Centrale Montemartini, come finalista del premio Talent Prize (2010), dove si colloca tra i primi dieci su mille partecipanti e prende parte a tre eventi a favore delle donne all’interno della Rassegna Battiti, con una mostra collettiva Fantasmi d’autore a Trastart, e due personali Particolare rivelato nella Galleria Quantum Leap a Monti e Il suono delle parole al Music Forum Villlage. Gli incontri, le conversazioni con altri artisti, i modelli antichi e moderni in città, sono stimoli tali da far evolvere rapidamente il suo stile dai fisici accademici d’impronta michelangiolesca verso risultati più maturi, grazie alla fusione di tecniche, quali fotografia, computer grafica, pittura e disegno, dove la fitta trama dei segni a penna dà talvolta la sensazione di essere di fronte ad un’incisione. In tal modo l’artista, partendo dal corpo e in particolare quello femminile, all’interno della sua ricerca costante sulla body art, vuole indirizzare l’attenzione dell’osservatore verso implicazioni di natura psicologica.

    Leo Muto

    Leo Muto, art director di origine cosentina, laureato all'Istituto Europeo di Design. Ha esordito come grafico. Ha lavorato come scenografo nella compagnia teatrale Animals a Berlino nel 2000. Ha organizzato eventi in Italia ed in Europa fra cui Espressamenteliberi nel 2007. Nel 2010 ha lanciato il “Manifesto dell' Ecoismo” dove in dieci punti enuncia i principi di una possibile arte ecosostenibile. Attualmente si dedica a progetti di arte, ecologia e cultura con l'associazione Green Generation.

    Claudia Quattrone

    Claudia Quattrone, ballerina di origine cosentina, si è avvicinata alla danza relativamente tardi ma con gran passione. Nel tempo ha appreso diverse tecniche espressive e corporee che ha approfondito partecipando a numerosi corsi, stage e workshop con maestri nazionali ed internazionali. Ha partecipato a molti spettacoli in diversi teatri della Capitale trasformando la danza da passione a professione.

    Tommy Muto

    Architetto che lavora nel campo della progettazione edile, ha fondato nel 2000 l’associazione culturale “Noctu” collaborando con la coreografa Paola Daniele che opera a Parigi; insieme hanno realizzato varie piece di teatro danza tra le quali “Life-Box” segnalato come miglior lavoro del sud italia al festival internazionale di danza contemporanea 2010 “Ammutinamenti” di Ravenna. Partecipa ad un laboratorio della compagnia teatrale internazionale “Societas Raffaele Sanzio”, realizzando con loro un lavoro di teatro infantile al festival internazionale di teatro Santarcangelo di Romagna 2009. La sua vita professionale gravita tra l’architettura e l’arte contemporanea. Sempre attento alle scelte musicali ed ai suoni di queste piece ha intrapreso un percorso nel campo della campionatura musicale elettronica iniziando a studiare al conservatorio di Cosenza .

    Antonia Iannuzzi

    Pubblicitaria che opera nel campo delle arti grafiche ed audio visive; nella sua formazione tra Catania e Roma realizza opere grafiche e video interessandosi al web design e all’editoria; da sempre attenta alle espressioni artistiche, ha realizzato progetti teatrali e programmi televisivi. I suoi interessi nel campo dell’arte la portano ad iscriversi presso la facoltà di Lettere e Beni Culturali e si trova citata in pubblicazioni scientifiche riguardanti la Storia dell’arte.

    Associazione Gianmarco De Maria

    L’Associazione, porta il nome di un bambino Gianmarco De Maria, volato in cielo il 17 settembre del 2000. “Ci siamo costituiti nel marzo del 2002- si raccontano i volontari della Onlus- con l'unico obiettivo di prenderci cura di ogni bambino che, per un motivo qualsiasi, si trova a trascorrere un periodo più o meno lungo della sua vita, ospite dei reparti Pediatrici dell'Ospedale Annunziata di Cosenza. Abbiamo fatto nostro il motto "Curare nel modo migliore possibile", anche e, forse soprattutto, intervenendo a risolvere quei piccoli e banali problemi quotidiani, legati alla permanenza in ospedale che non sono, necessariamente, di pertinenza medica. Per questo motivo abbiamo formato e continuiamo a formare in modo permanente, i nostri volontari a cominciare dai Camici Colorati, che tengono compagnia ai bimbi e ai loro genitori in corsia. L’accoglienza ha per noi un valore inestimabile e, per questo motivo, è nata, nel luglio 2003, La Casa dei Cuccioli, struttura a pochi passi dall'Ospedale civile della SS Annunziata di Cosenza. Un progetto importante e impegnativo; un alloggio messo gratuitamente a disposizione dei familiari di quei bambini provenienti da varie parti del Mezzogiorno. Si garantisce, in questo modo, ai piccoli pazienti, la vicinanza della loro famiglia anche per lunghi periodi di degenza. Poi il gruppo Cucusettete. Un gruppo di clown e fantasisti che regalano un sorriso a tutti i bambini e ai loro genitori, per non pensare alle cure e trascorrere qualche ora in allegria. Ed il reparto è sempre vestito a festa grazie ai volontari del Laboratorio delle Idee".

     

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