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    Confesercenti Cosenza: Commercianti, gioiellieri o agenti del fisco?

     

     

    Confesercenti Cosenza: Commercianti, gioiellieri o agenti del fisco?

    01 mar 11 Uno scenario imbarazzante verso il cliente che si presenterà negli esercizi commerciali , gioiellerie comprese,da parte dei titolari e addetti alle vendite dopo avere concluso la scelta e l’acquisto da parte del cliente, al momento del pagamento…… “Prego! Favorisca i documenti codice fiscale compreso, dobbiamo registrarla e comunicare i suoi dati al fisco! “ da maggio, quando diventerà efficace il provvedimento dell’Agenzia delle entrate che introduce l’obbligo di comunicazione telematica, all’Agenzia stessa, degli acquisti di importo superiore a 3.600 €uro, al lordo dell’IVA, se non soggette all’obbligo di fatturazione. La denuncia parte dal vicepresidente provinciale di Confesercenti Cosenza, Massimo Esaltato. La norma –spiega Esaltato- rientra tra le attività statali di contrasto al riciclaggio di denaro: finalità degna di considerazione, ma che rischia di incentivare comportamenti scorretti da parte dei consumatori finali, provocando sensibili contrazioni del fatturato proprio ai nostri esercizi “in regola”.Tra le categorie merceologiche colpite dal provvedimento, figurano anche i gioiellieri e i rivenditori di orologeria, settori nei quali raggiungere la cifra di 3.600 euro è piuttosto semplice. Il 22 dicembre il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha dato attuazione all’obbligo antiriciclaggio e non è trascorso molto tempo prima del levarsi corale di voci perplesse e preoccupate degli operatori del settore.Il Cliente spesso desidera la massima riservatezza, un desiderio che non ha motivazioni di carattere fiscale. Se non la trova da noi, questa riservatezza, andrà a cercarla altrove a fronte delle nuove regole molti clienti si orientino verso commercianti ‘disinvolti’ o verso Paesi che prevedono condizioni più semplificate delle nostre. La categoria che rappresento è perfettamente consapevole della necessità di una sempre maggiore efficacia del fisco ed è disponibilissima a fare la sua parte, ma ha forti difficoltà ad accettare ruoli di controllo che devono essere di competenza degli organi preposti dello Stato.L’identificazione del cliente avviene già quando i pagamenti sono effettuati con carte di credito, assegni e via dicendo o quando si acquista con il credito al consumo, per cui sembrerebbe logico non applicare la nuova normativa quantomeno a questi sistemi di pagamento”.La nostra associazione di categoria è molto preoccupata delle conseguenze del provvedimento: Pur condividendone la finalità, per l’associazione lo strumento individuato appare “eccessivamente oneroso, certamente sproporzionato rispetto alle competenze ed al ruolo del rivenditore e, quindi, sostanzialmente inefficace”. Restano aperti, tra l’altro, alcuni aspetti come la diversità di trattamento in base alla modalità di pagamento (quello eseguito con strumenti finanziari che consentono la tracciabilità della transazione, come carte di credito ed assegni, sono esclusi da questo obbligo?).“Le uniche transazioni non tracciabili sono quelle effettuate in contante, ma la vigente normativa antiriciclaggio vieta di pagare in contanti transazioni di valore superiore ai 5.000 euro: cosa accade alle operazioni di valore compreso tra 3.600 e 5.000 euro?”. Dobbiamo anche un attimo riflettere ed analizzare la situazione di forte crisi e confusione che si sta vivendo nella nostra Calabria e nella provincia di Cosenza, sara’ arrivato il momento di condurre una battaglia contro un accanimento verso la nostra categoria sempre nel mirino del fisco del sistema credito e della tassazione continua? Dovremmo scendere in piazza e raccogliere firme contro il provvedimento? Non è una battaglia che vogliamo fare o un ammutinamento, è una richiesta di approfondimento, come emerge dalle parole di molti colleghi commercianti. È un provvedimento negativo sotto ogni punto di vista, perché mina alla base quel rapporto di fiducia che si instaura, e che si deve instaurare, tra commerciante e cliente.Tutti siamo preoccupati, Tutti parlano di aiutare le piccole imprese in un momento così delicato per la nostra economia, ma mi sembra che alle parole non seguano i fatti.

     

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