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    Medico aggredito al pronto soccorso dell'Annunziata, una denuncia

     

     

    Medico aggredito al pronto soccorso

    16 feb 11 Un medico in servizio al pronto soccorso dell'ospedale di Cosenza è stato aggredito ieri sera dal figlio di un paziente. L'autore dell'aggressione, un uomo di 40 anni di etnia rom, è stato identificato e denunciato in stato di libertà per lesioni. L'uomo, secondo la ricostruzione della polizia, ha colpito il medico con un pugno all'addome. Il medico si e' poi fatto visitare dai suoi colleghi che lo hanno giudicato guaribile in 20 giorni

    Un medico in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza è stato aggredito dal figlio di un paziente. Lo rende noto l’Azienda ospedaliera. “L’aggressione al dr. Armando Vigna - ha sostenuto il commissario straordinario dell’Azienda, Paolo Maria Gangemi - si inserisce in un clima particolarmente avvelenato nei confronti della sanità, che sempre più spesso diventa il parafulmine di tensioni”. L’episodio di cui è stato vittima il dr. Vigna, cui Gangemi esprime solidarietà, è scritto nella nota, “non è legato a disfunzioni di servizio. Il paziente, infatti, non necessitava di cure urgenti, in presenza invece di molti altri casi codificati come molto più urgenti, ma trattasi di problema dettato dalle tensioni sociali che caratterizzano i nostri tempi, che scatenano rabbia e ira inaspettata che non si arresta neanche in presenza di rappresentanti degli organi di vigilanza, come nel caso di specie”. “L’aggressione degli operatori sanitari - prosegue la nota - costituisce un serio problema. La frequenza è maggiore che in altri comparti lavorativi, e si rende necessario sia prevenire sia reagire adottando anche misure legali. L’Azienda, infatti, sta valutando l’opportunità di costituirsi parte civile in un eventuale giudizio. Questo episodio rappresenta il campanello d’allarme di una situazione di grande esasperazione, dovuta al sovraffollamento del pronto soccorso, i cui accessi per lo più sono inappropriati (60%), fenomeno rilevante nel nostro ospedale, ma che affligge l’intero Paese. Ciò è dovuto a molte cause: invecchiamento della popolazione, complessità assistenziale, fasce vulnerabili, crisi del sistema delle cure primarie, senza dimenticare la carenza di personale e l’aumentata complessità delle cure. Il cittadino vede nel pronto soccorso un faro sempre acceso 24 ore su 24 e tutti i giorni anche e, soprattutto, quando altri servizi sul territorio sono chiusi e non rispondono alle domande dei cittadini”. “L’ospedale, nonostante i tentativi di promuovere una sanità di tipo prevalentemente territoriale - conclude la nota - viene visto dai cittadini come la soluzione unica dei problemi di salute. Occorre, dunque, che tutte le istituzioni competenti facciano quadrato e ciascuna la propria parte perché si possa, tutti insieme, contribuire ad evitare disagi alla gente, coniugando la sanità che deve essere garantita al cittadino con giusti livelli di controllo e sicurezza”.

    "Dov'é la sicurezza sul posto di lavoro? E' con apprensione, rammarico e sgomento che dobbiamo registrare l'ennesima grave, vile, ingiustificata ed ingiustificabile aggressione nei confronti di un collega impegnato nel servizio di pronto soccorso". E' quanto si afferma in una nota dell'ordine dei medici di Cosenza dopo l'episodio verificatosi nell'ospedale dell'Annunziata. "Dopo i casi di Rossano, Corigliano, Mendicino, Verbicaro ed altri ancora che hanno visto quali vittime anche colleghi di guardia medica notturna e festiva e di medicina fiscale - prosegue la nota - ad essere preso di mira è stato, questa volta, un collega impegnato nel pronto soccorso dell'Annunziata di Cosenza, selvaggiamente aggredito, dal parente di un paziente appena giunto, mentre prestava la sua opera in favore di altri pazienti meritevoli di attenzione per la criticità delle loro condizioni, in un ambiente strutturale che certo non facilita il sereno espletamento dei delicati compiti affidati ai medici di pronto soccorso e con la cronica scarsità di personale". "Tutto ciò non è più tollerabile - afferma il presidente Eugenio Corcioni - e nell'esprimere piena ed indiscussa solidarietà al collega vittima dell'inaccettabile aggressione, che lo ha costretto ad interrompere il servizio e a ricorrere alle cure dei colleghi, cui ha fatto seguito il ricovero con una prognosi superiore ai venti giorni, invita, nuovamente e con forza, tutte le istituzioni interessate a voler porre in essere ciascuna per quanto di competenza, iniziative concrete perché anche ai medici sia assicurata la necessaria e dovuta sicurezza sul luogo di lavoro e siano ristabilite le condizioni minime per una civile convivenza che consenta agli operatori di prestare con il dovuto rispetto e con serenità la propria attività professionale".

     

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