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    Incontri culturali dell’Auser di Cosenza con rassegne, proiezioni e spettacoli teatrali

     

     

    Incontri culturali dell’Auser di Cosenza con rassegne, proiezioni e spettacoli teatrali

    09 apr 11 Diego Fusaro apre la rassegna “La cultura accanto”, la serie di incontri con autori e intellettuali, proiezioni video e spettacoli teatrali, organizzata dall’Auser territoriale di Cosenza e dalla Cgil di Cosenza in collaborazione con la libreria Ubik e il cineforum Falso Movimento. L’allievo di Gianni Vattimo converserà con Annamaria Vitale lunedì 11 aprile alle 18 nel centro polifunzionale Auser-Cgil del rione Spirito Santo, nel centro storico della città bruzia. Diego Fusaro, giovane allievo di Gianni Vattimo all’Università di Torino, e oggi all’Università San Raffaele di Milano, è attento studioso della “filosofia della storia” e delle strutture della temporalità storica, con attenzione per il pensiero di Fichte, di Hegel e, in particolare di Marx, su cui ha compiuto diversi studi specialistici. Il pubblico più vasto lo ricorda per il necessario e brillante saggio “Bentornato Marx!” . Oggi ci propone l’interessantissimo “Essere senza tempo”, anche questo edito da Bompiani. Scrive Andrea Tagliapietra nella prefazione di “Essere senza tempo”: “Viviamo nell'epoca della fretta, un "tempo senza tempo" in cui tutto corre scompostamente, impedendoci non soltanto di vivere pienamente gli istanti presenti, ma anche di riflettere serenamente su quanto accade intorno a noi. L'endiadi di essere e tempo a cui Martin Heidegger aveva consacrato il suo capolavoro del '27 sembra oggi riconfigurarsi nell'inquietante forma di un perenne essere senza tempo. Figlio legittimo dell'accelerazione della storia inaugurata dalla Rivoluzione industriale e da quella francese, il fenomeno della fretta fu promosso dalla passione illuministica per il futuro come luogo di realizzazione di progetti di emancipazione e di perfezionamento, la nostra epoca "postmoderna", che pure ha smesso di credere nell'avvenire, non ha per questo cessato di affrettarsi, dando vita a una versione del tutto autoreferenziale della fretta: una versione nichilistica, perché svuotata dai progetti di emancipazione universale e dalle promesse di colonizzazione del futuro. Nella cornice dell'eternizzazione dell'oggi resa possibile dalla glaciale desertificazione dell'avvenire determinata dal capitalismo globale, il motto dell'uomo contemporaneo - mi affretto, dunque sono - sembra accompagnarsi a una assoluta mancanza di consapevolezza dei fini e delle destinazioni verso cui accelerare il processo di trascendimento del presente”.

     

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