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    L'unita' d'Italia attraverso la moda. Iniziative a Cosenza

     

     

    L'unita' d'Italia attraverso la moda. Iniziative a Cosenza

    16 set 10 E’iniziato ieri sera, 15 settembre, il meraviglioso viaggio nei 150 anni dell’Unità d’Italia raccontato attraverso la moda. A fare da cornice a “Bell’Italia…quando la storia si mette in ghingheri” il Salone Consiliare del Comune di Cosenza, addobbato ad atelier di alta moda con alcune chicche che condurranno la serata del 16. Molti gli interventi del seminario storico, introdotto da Giuseppe Scaramuzzo, visto che è proprio nel suo atelier cosentino che è partita l’idea di rileggere la storia dell’Unità d’Italia attraverso le arti: le acconciature, gli abiti, i gioielli, la moda, la musica, le parole, estrapolate dalla letteratura e non solo. A dare corpo all’idea, poi, è stata Cinzia Greco creando intorno a sé un team, avvalendosi della consulenza storica e organizzativa di Francesca Florio e la sua accurata e meticolosa selezione degli abiti da diverse collezioni private. Ad aprire il seminario Emilia Bruno dell’Unical. La contemporaneista è riuscita a riassumere la storia dell’Unità d’Italia, mettendo in evidenza quanto: “Nel complesso il Sud era stato più conquistato che annesso, e umiliato sia socialmente che politicamente”. Antonella Barbarossa, direttrice del Conservatorio di Vibo Valentia, ha sottolineato le persecuzioni, in ogni tempo, degli artisti e il teatro come unico luogo dove si ritrovavano classi sociali diverse: dal popolo agli aristocratici e: “La musica ha da sempre la capacità d’infiammare gli animi ed è per questo che alcune aree del Bellini furono censurate come “Guerra Guerra” nella Norma o “Chi per la patria muore” di Mercadante – e andando avanti – i cori, vessilli del Risorgimento musicale, rappresentano il popolo. Le aree incitavano alla rivolta”. A condurci tra le pagine dell’Unità d’Italia, attraverso la storia del gioiello, Aldo Piro, esperto nel settore, oltre a ingioiellare le signore cosentine che amano incontrarsi nei suoi salotti Decò. Piro è partito dalla tradizione popolare calabrese, nell’uso di tramandare un gioiello ad esempio alla sposa: un rito iniziatico, dove ogni pietra e foggia avevano un significato specifico, una funzione apotropaica, fino ad arrivare al gioiello vittoriano, dal nome della Regina Vittoria, amante e creatrice del concetto del gioiello “sentimentale” che, passata attraverso le gioie e i dolori della vita, ha lanciato in tutta Europa la moda del gioiello dalle pietre nere. Francesca Marchese ha condotto il pubblico nel fascino della parola poetica attraverso la storia e grazie anche a Kazimira Alberti, solitaria viaggiatrice che s’innamorò del canto grecanico della Calabria e del verde di San Giovanni in Fiore. La Marchese, incantatrice di vaste platee, ha unito il tutto alla moda, essendo stata Cosenza tra le più importanti capitali della seta. A concludere gli interventi: Antonio Sposato, Sindaco di S. Demetrio Corone, trattando “La cultura albanese e la storia” e soffermandosi su quel: “Risorgimento silenzioso fatto dagli Arbëreshë d’Italia a cui ha dedicato una pagina importante Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera”. A intervenire anche Salvatore Perugini, Sindaco della città di Cosenza e l’Avvocato Antonio Ciacco sostenitori dell’iniziativa: “Il tutto è nato nell’atelier “letterario” di Scaramuzzo. Qui è nata l’idea di raccontare 150 anni attraverso la moda - ha ricordato Ciacco - suddividendo il tutto in 15 capitoli, per decennio. Manderemo in scena, per la prima volta in Italia, una rappresentazione che non può rimanere relegata nella città di Cosenza ma bisogna esportarla su tutto il territorio nazionale”. Nella serata Gabriele Petrone ha presentato il suo ultimo libro. Il viaggio continua stasera 16 settembre, alle ore 21, nello splendido Chiostro di Santa Chiara dove si svolgerà la ricostruzione storica dando la parola alle arti, partendo dalle acconciature e trucchi studiati nell’atelier Scaramuzzo, i vestiti accuratamente scelti e selezionati da collezioni private per la consulenza storica e organizzativa di Francesca Florio, i gioielli di Aldo Piro, le musiche scelte ed eseguite dai maestri e cantanti d’Opera del Conservatorio di Vibo Valentia, diretto da Antonella Barbarossa e la ricostruzione per lettere e aneddoti, interpretati dalla voce narrante di Francesca Marchese. I 150 anni dell’Unità d’Italia, insomma, raccontati attraverso le acconciature, il trucco, gioielli, vestiti, musiche e parole, in 15 capitoli, avendo rintracciato, in tutte le arti, dei cambiamenti fondamentali per ogni decennio. In passarelle, tra le modelle di Models International by Yanilka Ortiz, anche quattro cantanti d’Opera e , si tratta della Ciacco, la Teodoro, Cichello e Vignardi, accompagnate da musicisti straordinari come Longo, Roma, Chidichimo, Le Rose, Lomanno, Amato, Fraita, Arena, Gualtieri, Giacomantonio, Rotella nell’esecuzione di musiche con diversi strumenti musicali, dal pianoforte al sax, dalla tuba ad antichi strumenti popolari, alla fisarmonica che accompagnerà i tangheri di CalabriaTango. “Bell’Italia…quando la storia si mette in ghingheri” è organizzata in collaborazione con la Biblioteca Civica di Cosenza, l’Atelier di Scaramuzzo, Cafè Librairie Boutique e con il patrocinio del Comune di Cosenza e l’associazione culturale “Le Sei Sorelle”.

     

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