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    Non pagava i debiti col fisco, Finanza sequestra beni per 2mln a concessionaria auto

     

     

    Non pagava i debiti col fisco, Finanza sequestra beni per 2mln a concessionaria auto dell’hinterland

    05 mag 10 Un concessionario di auto di lusso dell’hinterland cosentino non pagava i debiti col fisco, circa 6 milioni di euro, così è scattato un maxi sequestro di beni e denaro ad opera della Guardia di Finanza di Cosenza, per un valore di quasi due milioni di euro. I militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Cosenza hanno così dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dal G.I.P. del Tribunale di Cosenza, dott. Livio A. Cristofano, su richiesta del Procuratore Capo, Cons. Dario Granieri e del Sostituto Procuratore, Dr. Claudio Curreli nei confronti di un noto commerciante di autovetture di lusso dell’interland cosentino e di tre suoi familiari, tutti indagati per essersi fraudolentemente sottratti al pagamento di imposte dovute. Il provvedimento disposto dall’A.G. cosentina riguarda l’applicazione dell’istituto della “confisca per equivalente”, introdotto nel 2007 per i reati tributari al fine di rafforzare la soglia di protezione degli interessi erariali. Ed è proprio sulla base dell’incisiva opera di reingegnerizzazione del Comando Generale del Corpo in tema di contrasto all’evasione fiscale che le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria cosentino, a seguito di una capillare attività di polizia giudiziaria e tributaria, passando al setaccio numerosi conti dell’impresa verificata, sono arrivati a riscontrare come gli indagati, a partire dall’anno 2004, poco alla volta, abbiano fraudolentemente distratto ben 8 milioni e mezzo di euro di risorse finanziarie per eludere eventuali riscossioni coattive del Fisco che vantava un credito di circa 6 milioni di euro di imposte dichiarate dal contribuente, ma mai versate. L’ingente capitale, man mano che veniva prelevato dalle casse della società, veniva di volta in volta trasferito sui conti dei familiari e da questi poi, in parte, riversati su conti di altre imprese sempre di famiglia a titolo di finanziamenti infruttiferi. Da qui l’individuazione e il sequestro preventivo di beni operato dalle Fiamme Gialle, concernenti due distinte strutture aziendali e varie disponibilità finanziarie ammontanti a circa 1,8 milioni di euro.

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