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    Il 12 e 13 tre atti unici di Eduardo de Filippo a Morano calabro

     

     

    Il 12 e 13 tre atti unici di Eduardo de Filippo a Morano calabro

    09 feb 11 Sabato alle 20,30 con replica domenica alle 18,30 tocca ai padroni di casa de L’Allegra Ribalta esibirsi all’auditorium comunale di Morano Calabro per la rassegna di TeatroMusica 2010-2011. Diretta da Casimiro Gatto, la compagnia moranese porterà in scena tre atti unici di Eduardo De Filippo, fra i più conosciuti e rappresentati: “Quei figuri di trent’anni fa”, “Pericolosamente” e “Amicizia”. Sulla scena Rosaldo Principe, Emilia Zicari, Vincenzo Forte, Katia Sartore, Alessandro Laitano, Domenico Laitano, Gaetano Rosito, Roberto Coscia De Cardona, Franco Guaragna, Teresa Rosito, Adele Schifino, Leonardo Di Luca, Gaetano Lo Tufo, Eva Iannuzzi, Alessandra Di Leone. Le scenografie sono di Andrea Magnelli, il trucco di Marianna Vacca, la fonica è di Nellino Cosenza, assistente di palco è Nicola Ramatello. Scritta nel 1929 “Quei figuri” è ambientata al "Circolo della caccia" che dovrebbe essere un dignitoso luogo d'incontro per nobili e benestanti borghesi, appassionati dell'arte venatoria, ma che in realtà è una bisca, frequentata da gente di malaffare e da latitanti, allestita da Gennaro Fierro, (detto "punto e virgola"; soprannome, questo, affibbiatogli "affettuosamente dai compagni di galera"), un ex galeotto, per spennare gli ingenui giocatori che la frequentano . “Pericolosamente” Eduardo la scrisse nel ’38 e la concepì come una scenetta farsesca giocata su una assurda situazione coniugale, dove ritroviamo una pistola che non spara o spara a salve, nel tentativo di tenere in equilibrio un rapporto di coppia continuamente insidiato dalla verbosa aggressività della moglie. Come nelle migliori commedie oltre a “ lei” e a “lui” c’è anche “l’altro”, Michele, che però, in questo caso, non è che un amico del protagonista, spettatore della sceneggiata quotidiana, dapprima ignaro, poi stupito e inorridito. “Amicizia” è una breve commedia scritta nel 1952 e contenuta nella raccolta "Cantata dei giorni dispari". Si narra di un certo Alberto Califano che da diversi anni non fa visita all'amico Bartolomeo Ciaccia. Quando lo incontra, viene a sapere che l'uomo è ormai alla fine dei suoi giorni. Bartolomeo ha una sorella, Carolina, che lo accudisce e tenta di esaudire tutti i suoi desideri. L'infermo si rende odioso con il suo comportamento e l'amico si ritrova a dover interpretare diversi ruoli per venire incontro alle esigenze del malato.

     

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