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    Tutto esaurito per Guccini a Rende, in 7000 da tutto il sud

     

     

    Tutto esaurito per Guccini a Rende, in 7000 da tutto il sud

    19 giu 10 E’ iniziato alle 21. 30 in punto con gli oltre 7000 del Lorenzon che gli hanno intonato “tanti auguri a te” il concerto, unico nel sud, di Francesco Guccini che festeggia i suoi “primi” settant’anni. Una voce possente e carisma da grande della musica italiana lo hanno accompagnato per tutta la durata del concerto con il pubblico in delirio a seguirlo con le note. La maggior parte è seduta sul prato. Seduta, si fa per dire. E si perché c’è voluta una lunga chiacchierata, appena dopo gli auguri, a convincere i primi, quelli davanti, ad accomodarsi. Ma con il suo fare e le tante battute pungenti sulla crisi e le frecciate sul premier la ragione ha avuto la meglio. Primo dei due concerti storici programmati per il suo compleanno, il suo primo concerto a Cosenza-Rende, ha dato il via ai festeggiamenti che la “sua” Modena gli riserverà in Piazza Grande il prossimo 30 giugno. Pieno come un uovo il prato del Lorenzon è stato preso d’assalto dal pomeriggio dai tanti venuti da tutta la Calabria, da Roma a Salerno, da Bari a Palermo da Lamezia a Reggio. Un tutto esaurito annunciato e soprattutto colorato dai tantissimi volti giovani che hanno “deluso” chi pronosticava la presenza “combattenti e reduci” del 68. La musica di Guccini, le sue poesie cantate non hanno tempo e non hanno età. Così in due ore di concerto è sfilato tutto il suo repertorio accompagnato dalle ovazioni dei presenti. Prima del concerto la classica sigaretta fumata velocemente sulla scaletta, un rito a cui non si è mai tirato indietro. Poi, sul palco, le note di “Per un amica” (Lunga e diritta correva la strada…), dedicata al suo manager Renzo Fantini recentemente scomparso e a cui ha dedicato tutto il concerto, hanno dato il via a quella “chiacchierata” musicale che a lui piace avere con il pubblico. Canzoni, cori, balli e urla con le immancabili, tra le altre, “Il vecchio e il bambino”, “Eskimo” , “Dio è morto”, “Canzone delle Osterie di fuori porta”, “Auschwitz”, ad una incredibile “Guarda che luna”, successo di Fred Buscaglione, introdotta da una battuta delle sue dopo aver sottolineato la mezza luna che si stagliava in cielo. “Ma guarda un po la luna ha la forma di una falce” a parafrasare il vecchio simbolo comunista. Immancabile la “torcida” politica con alcuni striscioni con le facce del Che e delle bandiere rosse. Ad accompagnarlo il suo storico gruppo di musicisti, Ellade Bandini, alla batteria e percussioni, Juan Carlos “Flaco” Biondini alle chitarre, Roberto Manuzzi con sax, armonica, fisarmonica e tastiere, Antonio Marangolo al sax e percussioni, Pierluigi Mingotti al basso, il mitico Vince Tempera, al pianoforte ed alle tastiere. “L’avvelenata”, richiesta dal pubblico anche questa volta,non l’ha “raccontata”. Datata nel tempo, perché dedicata al critico Bertoncelli che nel 1975 lo definì “finito” stroncandolo in diversi pezzi, la canzone avrebbe meritato miglior sorte perché è una bella ballata. Chiusura d’obbligo, come consuetudine, l’inno della beat generation, “La locomotiva” cantata e ballata in coro dal pubblico in delirio. Sotto il palco un incredibile “Mario Caligiuri” neo assessore regionale alla cultura della dinamica Giunta di Peppe Scopelliti, sottolineaiamo di centro destra, ha riempito la casella delle presenze istituzionali. Un Caligiuri magicamente attratto dalla sua musica fatta di emozioni. Magliette colorate, bandiere, striscioni, pranzi al sacco e tanto entusiasmo, testimoniavano con largo anticipo sull’orario di apertura dei cancelli un’attesa più simile a quella di un concerto rock che di un cantautore con oltre quarant’anni di discografia. Guccini è stato festeggiato sin dal suo arrivo a Cosenza. Prima del concerto ha anche ricevuto il “Riccio d’Argento” dell’orafo Gerardo Sacco, prestigioso premio della ventiquattresima edizione di "Fatti di Musica", la rassegna del miglior live d'autore italiano ideata ed organizzata da Ruggero Pegna. Dopo il premio, è arrivata la consegna da parte dell’autore della prima copia del libro “Francesco Guccini, fiero del mio suonare”, songbook scritto da Gianluca Veltri. Al concerto erano presenti i due figli di Renzo Fantini, suo manager prematuramente scomparso, Milo e Luigi, eredi dalla storica “Concerto”. Alla fine, la comitiva si è spostata per una lunga cena in un locale tipico del centro storico di Cosenza. Soddisfatto il promoter Ruggero Pegna: “E’ stata una serata mitica, che dimostra come la vera musica e i grandi personaggi siano ancora i veri pilastri della musica d’autore italiana. Basti pensare – conclude Pegna – che Guccini ha fatto quindici volte di più il pubblico di uno sponsorizzatissimo prodotto di un celebre talent show, che è stato proposto in modo ardito nello stesso stadio, qualche giorno fa!”

     

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