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      Operazione Gdf nel reggino disarticolato clan Bellocco

       

       

      Operazione Gdf nel reggino disarticolato clan Bellocco

      29 nov 19 Un'operazione della Guardia di finanza è stata portata a termine in varie regioni per l'esecuzione di 45 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, emessa dal gip su richiesta della Dda di Reggio Calabria. L'operazione, denominata 'Magma', secondo gli investigatori, ha disarticolato il clan Bellocco di Rosarno e le sue articolazioni extra regionali operanti in particolare nel Lazio, in Emilia Romagna e in Lombardia. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, traffico internazionale di sostanze stupefacenti, detenzione di armi e rapina aggravate dall'utilizzo del metodo mafioso e della transnazionalità del reato. L'operazione è condotta dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, insieme a personale del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata della Finanza con il coordinamento della Dda reggina e l'ausilio di elicotteri del Comparto aeronavale del Corpo. I dettagli dell'operazione saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma alle 10.30 nella sede del Comando provinciale di Reggio della Guardia di finanza alla presenza del procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, del comandante regionale Calabria Fabio Contini e del comandante dello Scico Alessandro Barbera.

      Arrestati tutti i vertici del clan Bellocco

      Tutti i componenti del vertice della cosca Bellocco di Rosarno sono stati arrestati nel corso dell'operazione Magma condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria. Una cosca, quella dei Bellocco, appartenente al "mandamento tirrenico" e operante, oltre che nella piana di Gioia Tauro, in Emilia Romagna, in Lazio e in Lombardia. I Bellocco, grazie alla propria forza intimidatrice, per l'accusa, hanno attuato un capillare controllo di ogni aspetto della vita, specie pubblica ed economica, con l'intento di assoggettare economicamente il territorio, progetto realizzato anche attraverso accordi con altre cosche quali quella dei Pesce di Rosarno, dei Gallace ad Anzio e dei Morabito di Africo. Gli arresti sono giunti a conclusione di un'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Gaetano Calogero Paci e dal pm Francesco Ponzetta, e condotta dal Gico-Goa del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Reggio Calabria, che ha preso le mosse da una precedente operazione, condotta sempre dal Goa denominata "Rio De Janeiro", che portò al sequestro di 385 chilogrammi di cocaina gettato in mare in contenitori impermeabili da marittimi "infedeli" di una nave portacontainer giunta al porto di Gioia Tauro il 19 ottobre 2016. Partendo da quella operazione, i finanzieri sono riusciti a identificare tutti i componenti dell'organizzazione, le cui attività principali erano quelle dell'approvvigionamento di ingenti quantitativi di droga da far giungere nei porti nazionali, come Gioia Tauro, e internazionali, come Rotterdam (Olanda) e Le Havre (Francia), interfacciandosi, in questi siti, con organizzazioni autonome dotate di batterie di operatori portuali infedeli. Le fonti di approvvigionamento dello stupefacente erano, in particolare, in Argentina e Costarica. Uomini dei Bellocco si sono serviti di alcuni emissari che hanno effettuato diversi viaggi in Sudamerica per visionare la droga e contrattare gli aspetti logistici dell'importazione. Durante le indagini, i finanzieri hanno anche sventato una rapina che alcuni componenti la cosca stavano organizzando in un ufficio postale del Lazio per finanziare l'acquisto di cocaina. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati 400 Kg. di cocaina, 30 Kg. di hashish, 15 Kg. di marijuana, un fucile d'assalto automatico, 3 pistole semiautomatiche, un silenziatore e munizionamento di vario calibro.

      Colletti bianchi in SudAmerica

      La cosca Bellocco di Rosarno disarticolata stamani dall'operazione Magma della Guardia di finanza, poteva contare, in Argentina, su alcuni "colletti bianchi" italo-argentini ritenuti intranei all'organizzazione e disposti ad agevolare la pianificazione dei traffici illeciti e dell'importazione di ingenti quantitativi di cocaina. Una presenza emersa grazie alla collaborazione tra la Guardia di finanza di Reggio Calabria e la Gendarmeria argentina, tramite rogatoria internazionale promossa dalla Dda reggina. In tale contesto, è emerso che uno di questi, sfruttando le proprie conoscenze, è riuscito ad ottenere informazioni riservate riguardanti l'attività d'indagine avviata dal Tribunale Penale-Economico di Buenos Aires, informando tempestivamente i sodali calabresi e fornendo loro anche copia di alcuni atti di indagine.

      Tra arrestati 6 percettori reddito cittadinanza

      Cinque dei 45 soggetti arrestati stamani nell'operazione Magma della Guardia di finanza contro la cosca Bellocco di Rosarno erano percettori del reddito di cittadinanza. Complessivamente, i provvedimenti restrittivi hanno portato 36 persone in carcere e 9 ai domiciliari.

      Sei fermi per coltivazione marijuana

      Sei persone sono state sottoposte stamani da Dda e GdF di Firenze a fermo di indiziato di delitto per coltivazione illecita di stupefacenti aggravata dall'aver agito nell'interesse di un clan di 'ndrangheta. I sei fermati sono considerati dagli inquirenti contigui alle cosche della 'ndrangheta Bellocco. Tra i fermati ci sono un 50enne a suo tempo già condannato per aver importato 200 kg di cocaina dal Sudamerica, e un 30enne considerato esperto nella coltivazione di marijuana. Secondo le Fiamme gialle, i provvedimenti rappresentano la fase finale dell'operazione 'Erba di Grace' che nel 2017 portò al sequestro, in un vivaio di Pistoia, della più grande coltivazione di marijuana mai scoperta in Toscana, con 3.185 piante equivalenti a oltre 350.000 dosi di stupefacente, e all'arresto in flagranza di cinque persone. La fase successiva delle indagini, coordinate dal pm della Dda di Firenze Eligio Paolini, ha consentito di ricostruire tutta la filiera - dalla preliminare organizzazione della serra e semina, fino alla coltivazione e alla essiccazione dello stupefacente - e di risalire ai destinatari degli attuali provvedimenti di fermo. Inoltre, sempre secondo le indagini, sarebbe stato il gruppo criminale, che ha riferimenti nell'area di Reggio Calabria, a proporre a un vivaista di origini calabresi, attivo nel Pistoiese, di coltivare marijuana nelle sue serre, confidando probabilmente nel fatto che la coltivazione illecita sarebbe passata inosservata in un territorio dalla nota e diffusa tradizione florovivaistica con numerose aziende nel settore.

      Emissario portò soldi a boss Morabito

      Un emissario in sud America della cosca Bellocco di Rosarno, si sarebbe prodigato per risolvere alcune questioni che hanno interessato la famiglia Morabito di Africo. In particolare, dalle indagini della Guardia di finanza coordinate dalla Dda di Reggio Calabria è emerso che l'emissario è stato coinvolto con alcuni componenti dei Morabito per far arrivare in Uruguay 50 mila euro, finalizzati alla scarcerazione di Rocco Morabito, detto "Tamunga", arrestato nel 2017 a Montevideo dopo 27 anni di latitanza e fuggito dal carcere il 24 giugno scorso con una rocambolesca evasione dai tetti.

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