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      Tornano i commissari prefettizi al Comune di Lamezia Terme

       

       

      Tornano i commissari prefettizi al Comune di Lamezia Terme

      24 mar 19 Tornano i commissari prefettizi alla guida del Comune di Lamezia Terme. A distanza di poco più di un mese dalla pronuncia del Tar del Lazio del 22 febbraio scorso - che aveva rimesso in sella il sindaco Paolo Mascaro, la Giunta e il Consiglio comunale - il Consiglio di Stato, accogliendo la richiesta di sospensiva avanzata dall'Avvocatura dello Stato per conto del Governo, ha ancora una volta azzerato tutto. Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Lamezia Terme, quarta città della Calabria per popolazione, era stato decretato dal Governo nel novembre del 2017. Alla decisione dell'esecutivo di allora si erano opposti il sindaco in carica Paolo Mascaro, eletto nel giugno del 2015 alla guida di una Giunta espressione del centrodestra, ed alcuni consiglieri comunali presentando un ricorso al Tar del Lazio. A seguito dell'accoglimento di quell'istanza, nel febbraio scorso, Mascaro si era potuto reinsediare alla guida del Comune assieme alla sua Giunta e al Consiglio. Nemmeno il tempo di prendere possesso della carica, dunque, ed è arrivata la nuova doccia fredda. Così, dopo avere commentato già da stamani sul suo profilo Facebook quanto era stato deciso dai giudici di Palazzo Spada, evidenziando che dalle toghe del Consiglio di Stato "non era stata contestato la legittimità di un solo atto", l'ormai ex primo cittadino di Lamezia Terme ha annunciato di avere avviato, a mezzogiorno, lo sciopero della fame, con assunzione di sole sostanze liquide. "Una protesta che porterò avanti - ha detto Mascaro - sino a quando la comunità lametina non otterrà giustizia, e cioè sino a quando non vi sarà un attento ed adeguato studio degli atti processuali, ad oggi oggettivamente assente, ed un ampia ed esaustiva motivazione della decisione assunta". "Di fronte ad eventi irragionevoli ed inspiegabili - ha rincarato la dose Mascaro nel suo post - si può reagire in tanti modi: arrendendosi, ignorandoli, contrastandoli. Oggi un'intera comunità è attonita, umiliata, incredula. Ed oggi vi è la necessità assoluta che non passi tutto sotto silenzio: è ciò che vuole il marcio che è penetrato capillarmente nel sistema. Oggi bisogna lottare, una battaglia di civiltà e democrazia, affinché determinate cose possano non accadere più. Occorre, quindi, lottare contro una legge ingiusta che massacra la democrazia, attribuendo a pochi untori la capacità di distruggere la volontà popolare"

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