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      Maxi blitz della Finanza ai clan crotonesi, 35 arresti

       

       

      Maxi blitz della Finanza ai clan crotonesi, 35 arresti

      29 mag 19 La Guardia di finanza sta eseguendo un provvedimento di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro nei confronti di 35 soggetti ritenuti presunti appartenenti alle cosche di 'ndrangheta di Crotone. Le accuse nei confronti dei fermati sono, a vario titolo, associazione di stampo mafioso, traffico di droga, estorsione, usura, porto illegale di armi e intestazione fittizia di beni. Secondo gli investigatori, coordinati dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, è stata smantellata una "potentissima locale di 'ndrangheta". Per eseguire i provvedimenti sono stati impiegati oltre 250 militari delle Fiamme gialle di Crotone, degli altri reparti della Calabria e dello Scico.

      Gratteri: c'era controllo assoluto del territorio

      "Alcune famiglie di 'ndrangheta controllavano il respiro di un intero territorio della provincia di Crotone, l'indagine ha svelato i loro interessi". Lo ha detto il capo della Procura di Catanzaro Nicola Gratteri al Gr1 di Radio Rai. "Avevano controllo assoluto sul territorio - ha aggiunto Gratteri - e chiedevano la tangente a tutti gli operatori turistici di quell'area, sottoponendoli anche ad usura; rilevavano tutte le attività commerciali al punto che oggi abbiamo sequestrato diversi distributori di benzina, alberghi, ristoranti e bar; vendevano cocaina in cinque regioni d'Italia e all'estero". Il Procuratore di Catanzaro ha evidenziato, riporta il comunicato, "che l'indagine ha preso il via grazie al coraggio di alcuni imprenditori che si sono ribellati alla 'ndrangheta".

      Dagli anni '70 contatti con Cosa Nostra

      "Già negli anni '70 la cosca Mannolo-Trapasso-Zoffreo di San Leonardo di Cutro colloquiava con Cosa Nostra e aveva installato per conto della mafia di Palermo una raffineria per la lavorazione e produzione di eroina. Questo vuol dire che già a quel tempo esisteva una locale di 'ndrangheta, una struttura ben articolata, radicata al punto da confrontarsi con Cosa Nostra, quando questa dominava gran parte del territorio nazionale e persino negli Stati Uniti". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa sull'operazione "Malapianta" che ha portato al fermo di 35 persone. "Nei decenni - ha aggiunto Gratteri - quel territorio è stato quasi dimenticato sul piano del contrasto. Dico quasi dimenticato perché noi oggi, grazie a questa indagine, abbiamo dimostrato che in realtà lì c'era una locale di 'ndrangheta che controllava il respiro di quel territorio, intervenendo nella sua parte vitale ovvero quella economica. Riusciva a controllare tutte le attività turistico-alberghiere e ad imporre non solo le estorsioni, ma anche l'acquisto dei prodotti". "Oggi si chiude un cerchio - ha sostenuto il Procuratore aggiunto Vincenzo Luberto - rispetto a quella locale di Cutro che è stata additata anche come provincia nell'indagine 'Kyterion', ossia organizzazione con potere di coordinamento rispetto alle altre cosche. Ebbene, i Mannolo sedevano a pieno titolo nella provincia e avevano un rapporto paritetico con il boss Nicolino Grande Aracri". "La 'ndrangheta toglie lavoro - ha sottolineato Emilio Fiora, comandante provinciale della Guardia di finanza di Crotone - perché impedisce lo sviluppo della libera impresa. Di fatto hanno annullato ogni forma di concorrenza nel settore del turismo della costa ionica calabrese, che invece ha tutte carte in regola per beneficiare di uno sviluppo che può portare a centinaia di posti di lavoro". L'indagine è stata condotta anche con pedinamenti ed appostamenti lunghi ed estenuanti, non solo in Calabria ma anche all'estero.

      Gratteri come Falcone

      Il Procuratore antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri come Giovanni Falcone: era l'accostamento che facevano, secondo quanto é emerso dalle indagini sulla cosca di San Leonardo di Cutro smantellata con l'operazione Malapianta, il capo cosca Alfonso Mannolo e i suoi sodali. I componenti della consorteria temevano i magistrati inquirenti di Catanzaro e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, la cui scelta veniva da loro definita "vergognosa".

      Cosca aveva asservito villaggi turistici

      Aveva asservito alle proprie attività criminali i villaggi turistici del litorale ionico tra le province di Crotone e Catanzaro, la cosca di 'ndrangheta di San Leonardo di Cutro, smantellata con l'operazione "Malapianta" e che ha portato all'esecuzione di 35 fermi e al sequestro di beni per 30 milioni di euro. La cosca che faceva capo alle famiglie Mannolo, Trapasso e Zofreo e che vantava ramificazioni operative anche in Puglia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e proiezioni estere, da anni esercitava la propria influenza criminale sulle strutture turistiche della zona attraverso l'imposizione del pizzo, l'assunzioni di lavoratori e anche costringendo gli operatori a fare riferimento a fornitori di beni e servizi a loro vicini. Gli enormi proventi illeciti della cosca, che agiva in rapporti di dipendenza funzionale dalla famiglia Grande Aracri, egemone nella provincia, erano poi riciclati in investimenti nei settori della ristorazione, dell'edilizia e delle stazioni di rifornimento carburante. Oltre al dominio incontrastato del traffico di droga fra le province di Crotone e Catanzaro e l'usura, praticata nei confronti di diversi imprenditori anche nel nord Italia, la cosca di San Leonardo di Cutro aveva acquisito una fortissima capacità di controllo e monitoraggio del territorio per censire "presenze sospette" di veicoli e/o soggetti appartenenti alle forze dell'ordine. I componenti della consorteria criminale erano anche in grado di ottenere informazioni sulle operazioni di polizia imminenti attraverso una oscura rete di fonti e connivenze. Oltre a ciò è stato accertato come i medesimi effettuavano regolarmente attività di anti bonifica per il rilevamento di microspie o per eludere le attività di intercettazione.

      Prefetto Crotone: un risultato brillante

      "Il Prefetto di Crotone, Fernando Guida, nell'esprimere vivo apprezzamento per questa ulteriore dimostrazione di efficienza nel territorio di questa provincia, rivolge il proprio plauso e un sincero ringraziamento al Comandante della Guardia di Finanza, e a tutto il personale che con costante dedizione, elevata professionalità e spirito di abnegazione ha ottenuto un tale brillante risultato". E' quanto si afferma in una nota della Prefettura di Cosenza in relazione all'operazione "Malapianta" condotta dalla Guardia di finanza che ha eseguito un provvedimento emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. "L'operazione Malapianta - è detto ancora nel comunicato - contribuisce in maniera determinante a rafforzare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni dello Stato che sono impegnate, quotidianamente, anche nella prevenzione e nella repressione ogni forme illegalità perpetrata dalla criminalità in riferimento al tessuto sociale, civile ed economico della provincia".

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