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      Legambiente: Dopo 12 anni cala produzone energia eolica in Italia

       

       

      Legambiente: Dopo 12 anni cala produzone energia eolica in Italia

      14 mag 19 Cala per la prima volta dopo 12 anni, in Italia, la produzione di energia da fonti rinnovabili - in particolare solare, eolico e bioenergie - e vanno lentissimi gli investimenti nel settore sia perchè non ci sono più incentivi a sostenerlo sia per le barriere autorizzative ai progetti nei territori. Lo rileva Legambiente nel rapporto 'Comuni rinnovabili 2019' sottolineando che "lo sviluppo delle rinnovabili in Italia è praticamente fermo" mentre "molto di più dovremo fare per stare dentro l'Accordo di Parigi sul clima" fra i cui obiettivi c'è la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra al 2030. I benefici sarebbero pari a 5,5 miliardi di euro all'anno e alla creazione di 2,7 milioni di posti di lavoro (secondo una ricerca realizzata da Elemens per Legambiente). Tuttavia, nella nostra Penisola sono circa un milione gli impianti tra elettrici e termici installati in tutti i comuni italiani e poi, grazie al mix fra fotovoltaico, solare termico, mini idroelettrico, eolico, bioenergie e geotermia distribuiti su tutto il territorio, sono 3.054 i comuni diventati autosufficienti per i fabbisogni elettrici e 50 per quelli termici, mentre sono 41 le realtà già rinnovabili al 100% per tutti i fabbisogni delle famiglie.

      In tutti i comuni italiani c'è almeno un impianto da energie rinnovabili e in ogni città, grande o piccola, činstallato almeno un impianto fotovoltaico; sono 7.121 quelli del solare termico; 1.489 quelli del mini idroelettrico (in particolare al centro nord) e 1.028 quelli dell'eolico (soprattutto al centro sud); 4.064 quelli delle bioenergie e 598 quelli della geotermia. E' quanto emerge dal rapporto 'Comuni rinnovabili 2019' di Legambiente presentato oggi a Roma. Se si guarda il totale dell'installato in Italia, la tecnologia in maggiore crescita è il fotovoltaico che ha raggiunto i 20,1 Gw, mentre quella con la maggior potenza complessiva è ancora l'idroelettrico dove si sono aggiunti 1,5 Gw di mini agli impianti 'storici'. A livello regionale la Lombardia ha il maggior numero di impianti da fonte rinnovabile in Italia (8.850 Mw installati), grazie soprattutto all'eredità dell'idroelettrico del secolo scorso mentre in Puglia ci sono le maggiori installazioni delle nuove rinnovabili, ossia solare e eolico (5.213 Mw su 5.532 Mw totali). In dieci anni, evidenzia il Rapporto, "la produzione da rinnovabili è cresciuta di oltre 50 TWh (Terawattora) mettendo in crisi il modello fondato sulle fonti fossili, con un contributo delle fonti pulite che è passato dal 15 al 35,1% rispetto ai consumi elettrici e dal 7 al 18% in quelli complessivi. Questi buoni risultati degli ultimi dieci anni, spiega Legambiente, "sono stati possibili proprio grazie agli oltre 822mila impianti fotovoltaici distribuiti in quasi tutti i comuni italiani, a oltre 17mila tra idroelettrici (3.430), eolici (4.618), da biogas e biomasse (2.753), geotermici ad alta e bassa entalpia (7.164), i 4,36 milioni di metri quadrati di impianti solari termici e gli oltre 66mila impianti a bioenergie termici.

      Lo sviluppo delle rinnovabili in Italia "è praticamente fermo" quindi occorre "recepire subito la direttiva europea sulle comunità energetiche e l'autoproduzione da fonti pulite per rilanciare gli investimenti che aiutano famiglie e imprese" e fermano "la febbre del pianeta". A dirlo è il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini in occasione della presentazione del rapporto 'Comuni rinnovabili 2019'. "L'Europa ha definito principi e regole per le comunità energetiche e i prosumer (produttori-consumatori) di energia da fonti rinnovabili grazie alle quali saranno smontate le assurde barriere che oggi impediscono di scambiare energia pulita nei condomini o in un distretto produttivo e in un territorio agricolo" osserva Zanchini aggiungendo che "in più si aprirebbero le porte a investimenti innovativi che tengono assieme fonti rinnovabili, efficienza energetica, sistemi di accumulo e mobilità elettrica". Governo e Parlamento, è l'appello, "si impegnino a recepire entro il 2019 la direttiva europea". Per sostenere questa richiesta Legambiente ha lanciato oggi su Change.org la petizione "Liberiamo l'energia rinnovabile", indirizzata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e al vice presidente e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio per chiedere di "aprire subito alle comunità energetiche e all'autoproduzione da rinnovabili e semplificare le procedure per tutti coloro che scelgono di puntare sulle energie pulite". Un modello, spiega Zanchini, "sempre più distribuito che rappresenta una straordinaria opportunità di sviluppo locale in chiave di sostenibilità ed economica circolare, capace di aprire nuove opportunità nelle nostre città e di ridurre importazioni di gas e carbone, oltre che la spesa energetica complessiva. Ed è quello che, anche alla luce dell'emergenza imposta dai cambiamenti climatici, ci chiede l'Europa", conclude.

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