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      Parte il cantere del cimitero dei migranti a Tarsia, ne parla anche il Vaticano

       

       

      Parte il cantere del cimitero dei migranti a Tarsia, ne parla anche il Vaticano

      02 gen 19 Ha dato simbolicamente il via ai lavori del cimitero internazionale dei migranti a Tarsia, in provincia di Cosenza, il leader dei "Diritti Civili", Franco Corbelli, che strenuamente e dopo tanti imprevisti è riuscito a far partire il progetto umanitario su cui sta lavorando da 5 anni, da ottobre del 2013 a seguito del tragico naufragio di migranti a Lampedusa. Assieme al Sindaco di Tarsia, Roberto Ameruso, che ha sposato il suo progetto concedendo i terreni, è stato dato il primo colpo di piccone. La notizia è approdata in Vaticano dove proprio la Radio Pontificia ha mandato una intervista a Corbelli ed il sito del Vaticano, www.vaticannews.va.it, ha scelto di mettere in prima pagina, come notizia internazionale, un lungo reportage sullo storico evento a Tarsia, corredato di alcune simboliche foto dell’inizio dei lavori della grande opera umanitaria.

      Corbelli con il Sindaco di Tarsia davanti al cantiere

      Grande soddisfazione viene espressa da Corbelli, promotore della monumentale opera. “Quello di oggi della Chiesa è per noi un riconoscimento molto importante e particolarmente significativo. Conduciamo una comune battaglia a difesa dei diritti di questo disperato popolo dei poveri migranti in fuga”, ha detto il leader di Diritti Civili che ha reso noto di aver espresso l’auspicio, dai microfoni di Radio Vaticana, che “Papa Francesco possa essere presente e benedire, il giorno dell’inaugurazione questo luogo di pace e di riposo per le vittime dei tragici naufragi”. “Sono certo che sarà Papa Francesco a benedire, il prossimo anno, questa grande opera umanitaria che darà dignità alla morte dei poveri migranti, uomini, donne e bambini, che fuggono da guerre, persecuzioni e misera e perdono la vita su quei maledetti barconi, afferma Corbelli. Il Cimitero internazionale dei Migranti, che sarà intitolato al bambino siriano Aylan Kurdi, cancellerà la disumanità di quei corpi, privi di vita, che vengono seppelliti, senza nome, con un semplice numerino, in tanti piccoli, sperduti camposanti, che di fatto ne cancellano così ogni ricordo e riferimento per i loro parenti dei lontani Paesi, che non sapranno mai dove andare un giorno a cercarli per portare un fiore e dire una preghiera, prosegue. La grande opera umanitaria(finanziata, grazie al Presidente Oliverio, dalla Regione Calabria, e realizzata dal comune di Tarsia) sorgerà in un posto molto bello e fortemente simbolico, su una collina, di oltre 28mila mq, immersa, tra gli ulivi secolari (che resteranno), di fronte al Lago e al vecchio camposanto comunale, in parte ebraico, e a breve distanza dall’ex Campo di Concentramento fascista più grande d’Italia, quello di Ferramonti, luogo, durante la guerra, di prigionia, ma anche di grande umanità, dove nessuno degli oltre tremila internati subì mai alcuna violenza”.

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