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      Secondo uno studio un insegnante su 5 potrebbe passare alle Regioni

       

       

      Secondo uno studio un insegnante su 5 potrebbe passare alle Regioni

      18 feb 19 Almeno un quinto del personale totale della scuola, che conta un milione di persone, potrebbe passare alle tre regioni del Nord che chiedono maggiore Autonomia. Il calcolo lo ha fatto la redazione di Tuttoscuola secondo la quale se verrà confermato un aumento di stipendio di circa 400 euro mensili di cui si parla in queste settimane, è facile prevedere che nei prossimi anni vi sarà un esodo di massa dallo Stato alle Regioni di dirigenti scolastici, docenti e personale ATA. Tuttoscuola ha stimato nello studio uscito oggi che complessivamente potrebbero chiedere di lasciare lo Stato per diventare dipendenti regionali circa 225 mila persone, pari al 22% dell'intero personale scolastico statale. Dopo la conclusione del concorso in corso, i dirigenti scolastici della Lombardia dovrebbero essere - calcola Tuttoscuola - 1.129 e 572 quelli del Veneto, per un totale di circa 1.700 unità. I docenti (di ruolo e non) su posto comune per tutti gli ordini di scuola dovrebbero essere 94.846 in Lombardia e 48.117 in Veneto, per un totale di circa 143.000 unità. A questi docenti si dovrebbero aggiungere quelli di sostegno (di ruolo e non): 22.768 in Lombardia e 9.346 nel Veneto per complessive 32.100 unità, destinate ad aumentare in futuro. Vanno anche considerati i docenti di religione cattolica (di ruolo e incaricati) che attualmente sono circa 3.600 in Lombardia e 1.926 in Veneto per un totale di 5.500 unità Va considerato anche il personale ATA (amministrativo tecnico ausiliario), a cominciare dai DSGA, i direttori dei servizi generali e amministrativi che, per effetto del concorso in atto, dovrebbero essere circa 1.132 in Lombardia e 579 in Veneto, per un totale di circa 1.700 unità. Infine, il restante personale Ata dovrebbe essere di circa 28 mila unità in Lombardia e di 14.700 in Veneto per un totale di circa 42.700 unità. Complessivamente potrebbero chiedere di lasciare lo Stato per diventare dipendenti regionali circa 226.700 persone tra dirigenti scolastici, docenti e personale ATA, pari al 22% dell'intero personale scolastico statale quantificato oggi in un milione e 33 mila unità. Veneto e la Lombardia si preparano ad ottenere la "potestà legislativa in materia di norme generali sull'istruzione": infatti le bozze d'intesa stabiliscono che "la Regione definisce annualmente il fabbisogno di personale docente e indice periodicamente procedure concorsuali". Significa che Lombardia e Veneto potranno emanare autonomamente propri bandi per il reclutamento del personale scolastico, e assumere direttamente i loro insegnanti. Conseguentemente - si legge nello studio di Tuttoscuola - riceverebbero dal Ministero dell'istruzione tutte le risorse finanziarie che servono a tale scopo, comprese quelle per la retribuzione del personale. Veneto e Lombardia avrebbero insomma insegnanti "locali", dipendenti delle Regioni e non dello Stato. La loro regionalizzazione impedirà con tutta probabilità di avvalersi della mobilità prevista per il personale scolastico statale, vanificando forse la possibilità di trasferirsi fuori regione, soprattutto verso il Sud, meta oggi ambita dei trasferimenti annuali. Potrebbe essere proprio questo - secondo Tuttoscuola - l'obiettivo reale ma non dichiarato della riforma autonomistica: eliminare l'arrivo di docenti meridionali con la valigia in mano per il ritorno a casa. Una certa quota sarà riservata a docenti provenienti da altre Regioni. Ma per restare. Il processo sarà però graduale e sono comunque previsti dei paracadute: ad esempio, soltanto i neoassunti diventeranno automaticamente dipendenti regionali, mentre i titolari attuali dovranno avanzare apposita richiesta per diventare dipendenti regionali. I nuovi insegnanti regionali potranno avere un contratto integrativo rispetto a quello nazionale e probabilmente anche uno stipendio maggiore. Sarebbero immediatamente regionalizzati i neo assunti (concorsi regionali) e il personale con contratto a tempo determinato. Il restante personale potrà volontariamente chiedere di passare dallo Stato alla Regione.

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