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      Forse vendetta per pedofilia omicidio a Vibo, 2 arresti

       

       

      Forse vendetta per pedofilia omicidio a Vibo, 2 arresti

      06 feb 19 Potrebbe essere stato legato ad una vendetta per le tendenze pedofile della vittima l'omicidio di Francesco Fiorillo, di 45 anni, ucciso in un agguato a Vibo Valentia il 15 dicembre del 2015. É l'ipotesi che viene fatta dal Commissariato di Vibo Valentia e dallo Sco, che stamattina hanno arrestato Arcangelo D'Angelo, di 29 anni, e Saverio Ramondino, di 27 accusati dell'assassinio. Per l'omicidio, nel marzo del 2018, era già stato arrestato Antonio Zuliani, di 26 anni. Con i due arresti di stamattina é stato completato il quadro delle responsabilità. Secondo quanto é emerso dalle indagini, Fiorillo potrebbe essere stato assassinato perché avrebbe tentato di adescare uno o più minori legati a persone che avrebbero poi programmato la vendetta nei suoi confronti. I due arresti per l'omicidio di Fiorillo sono stati fatti in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica. Francesco Fiorillo fu assassinato mentre rincasava dopo che aveva parcheggiato la propria automobile. Gli assassini, armati di pistole, lo attesero nascosti dietro un cespuglio. La morte dell'uomo, che era un venditore ambulante, fu istantanea. Antonio Zuliani fu identificato grazie al profilo genetico ricavato da un guanto in lattice trovato sul luogo dell'omicidio. Il suo arresto ha consentito l'avvio di ulteriori indagini da parte della Polizia di Stato che hanno portato all'identificazione ed all'arresto stamattina di due giovani accusati di essere stati suoi correi nell'omicidio. L'assassinio di Fiorillo e la scoperta delle tendenze pedofile della vittima fecero scattare, tra l'altro, un'indagine del Commissariato di Vibo Valentia che portò alcuni mesi dopo all'operazione, denominata "Settimo cerchio", che servì a stroncare un giro di pedofilia in cui fu coinvolto anche un sacerdote.

      S'indaga sui mandanti

      I due arrestati, accusati di essere stati gli esecutori materiali dell'omicidio, secondo quanto riferito dagli investigatori, hanno entrambi precedenti per spaccio di droga. Ramondino, tra l'altro, nel 2014, fu vittima di una gambizzazione. Le indagini della polizia di Stato adesso proseguono, sotto le direttive della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, per identificare gli eventuali mandanti dell'omicidio di Fiorillo.

      Autori identificati grazie a gps

      Si é rivelato fondamentale il gps installato sull'automobile di uno dei due arrestati per il buon esito dell'indagine del Commissariato di Vibo Valentia e del Servizio centrale operativo che ha consentito di completare il quadro delle responsabilità legate all'omicidio di Francesco Fiorillo, di 45 anni, ucciso nella frazione "Longobardi" di Vibo Valentia il 15 dicembre del 2015. Il gps era stato impiantato sulla vettura di uno dei due presunti assassini da una società di assicurazioni. Ed é stata proprio questa apparecchiatura che ha rivelato i movimenti effettuati dall'automobile del presunto omicida di Fiorillo che hanno consentito agli investigatori di inchiodarlo alle sue responsabilità.

      Caso risolto dal reparto "cold case" dello Sco

      Si è rivelato determinante l'apporto dell'unità delitti insoluti dello Sco, specializzata nelle indagini sui cosiddetti "Cold case" (casi freddi), per il buon esito dell'attività investigativa che ha portato all'arresto da parte della polizia di Stato dei due presunti esecutori materiali dell'omicidio di Francesco Fiorillo, avvenuto a Vibo Valentia il 15 dicembre del 2015. La sezione dello Sco che ha condotto le indagini, insieme alla Squadra mobile di Vibo Valentia, applica sui casi insoluti nuove tecniche investigative ed in particolare quelle scientifiche. Importante si é rivelato, inoltre, l'apporto della Polizia scientifica di Roma, per la ricostruzione tridimensionale della scena del crimine, e dei laboratori di Polizia scientifica di Palermo e Reggio Calabria per gli accertamenti di natura balistica e di genetica forense.

      Questore: Non esistono casi irrisolti

      "Da alcuni anni è stata istituita all'interno del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato un'unità ad hoc sui cosiddetti 'delitti insoluti'. Questo perché fatti e omicidi senza colpevoli non possono esistere e quindi lo sforzo della Polizia di stato e della magistratura, in questo senso, è massimo. In particolare, con la Procura della Repubblica di Vibo Valentia stiamo operando in modo proficuo sotto diversi filoni". Lo ha detto il questore di Vibo Valentia, Andrea Grassi, commentando l'operazione "Match point" che ha portato all'arresto di due presunti esecutori materiali dell'omicidio di Francesco Fiorillo. Il Procuratore della Repubblica facente funzioni, Filomena Aliberti, ha detto che "l'indagine è partita dalla necessità di cercare altri elementi da aggiungere a quelli già emersi in occasione dell'arresto di Antonio Zuliani, nel marzo del 2018, che potessero delineare il quadro di gravità indiziaria. Riscontri che sono stati trovati e che hanno portato alle due ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettanti soggetti. Ad ogni modo le indagini sono ancora in corso". Il dirigente della Squadra mobile di Vibo, Giorgio Grasso, ha parlato di "risposta importante fornita dalla Polizia di Stato. L'arresto di Zuliani è stato il punto di partenza della nuova indagine, che ci ha consentito di giungere all'identificazione di altri due soggetti coinvolti nell'omicidio di Fiorillo. Abbiamo approfondito e verificato tutto il contesto relazionale di Zuliani e con chi fosse principalmente in contatto e sono emersi i nomi di D'Angelo e Ramondino. Una ulteriore intuizione investigativa tradizionale e poi suffragata dagli accertamenti tecnici che ci hanno permesso di stabilire quale fosse l'auto utilizzata dagli assassini per recarsi sul luogo del delitto il giorno dell'omicidio ed in quelli immediatamente precedenti, quando furono eseguite le prove di sparo. A ciò si sono aggiunge le dichiarazioni rese da Zuliani che ha tirato in ballo i suoi due complici".

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