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      Sistema criminale gestiva traffico rifiuti in Calabria, arresti, anche discariche della mala

       

       

      Sistema criminale gestiva traffico rifiuti in Calabria, arresti, anche discariche della mala

      06 dic 19 Rifiuti, anche speciali e pericolosi, destinati formalmente ad essere stoccati in siti autorizzati del Nord Italia che finivano invece in discariche abusive nella zona di Lamezia Terme. E' quanto emerso dall'inchiesta "Quarta copia" coordinata dalla Dda di Catanzaro e dalla Procura di Lamezia Terme e condotta da personale della squadra mobile di Catanzaro e del Commissariato di Lamezia che stamani ha arrestato 15 persone - 7 ai domiciliari - e notificato 5 obblighi di presentazione alla Pg. Le indagini hanno preso avvio dall'individuazione di una discarica abusiva in località "Bagni" a Lamezia, dove alcuni autocarri si recavano per sversare rifiuti destinati ad impianti del nord. Tra questi anche farmaci smaltiti attraverso gli indagati da una società campana e provenienti da quella regione. Gli accertamenti, supportati da intercettazioni, secondo l'accusa ha fatto emergere l'esistenza di un vero e proprio sistema criminale organizzato, diretto da Maurizio Bova, di 41 anni, e Angelo Romanello (35), i quali, attraverso la costituzione ed il controllo di fatto della "Eco Lo.Da" con sede a Gizzeria e la "Crm", con sede a Dozza (Bologna) - entrambe destinatarie di un provvedimento di sequestro preventivo - avrebbero gestito in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti che sono stati sversati sia nella discarica di "Bagni", sia in un altro sito individuato in località San Sidero, sempre a Lamezia, vicino ad alcuni corsi d'acqua che attraversano il territorio lametino. Le indagini sono state dirette dal capo della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri, dall'aggiunto Vincenzo Capomolla e dai pm Elio Romano e Corrado Cubellotti, e dal procuratore di Lamezia Terme Salvatore Curcio e dal pm Marica Brucci.

      Gratteri: un attenttato alla salute dei lametini

      "Questa indagine riguarda la salute di migliaia di persone soprattutto del Lametino". Lo ha detto il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri illustrando i dettagli dell'operazione "Rubbisch circle" che ha dato vita a due distinte ordinanze su richiesta della Dda di Catanzaro, per traffico illecito di rifiuti, e della Procura di Lamezia Terme per inquinamento ambientale, e che ha portato a 15 arresti. L'inchiesta ha evidenziato l'inquinamento anche delle acque di alcuni torrenti nel lametino. Il sistema, stando alle analisi dei tecnici, andava avanti dal 2004. E' stata la segnalazione di un cittadino, nel giugno del 2018, a fare scattare le indagini del commissariato di Polizia di Lamezia Terme, coordinato dal procuratore Salvatore Curcio e dal pm Marica Brucci. Da giugno 2018 ad oggi sono state smaltite almeno 300 tonnellate di rifiuti, senza contare quelli sversati negli anni precedenti, per un giro d'affari di circa 250 mila euro. "Quella che é stata seguita - ha detto il procuratore Curcio - é la logica del profitto a ogni costo". Sui documenti di trasporto, i rifiuti dovevano essere formalmente destinati a essere stoccati in siti autorizzati in tutta Italia. Nella realtà non venivano nemmeno toccati ma buttati tali e quali nei terreni di proprietà o comunque nella disponibilità di due indagati, sprovvisti di qualsiasi autorizzazione ad operare nel settore dello stoccaggio e dello smaltimento dei rifiuti. "La tematica ambientale sul territorio di Lamezia Terme - ha aggiunto Curcio - ci sta molto a cuore. Non esiste solo la realtà del campo Rom di Scordovillo sul quale siamo più volte intervenuti. C'é una realtà criminale ben diversa e più allarmante. Quello che è accaduto a Lamezia richiama quanto è accaduto nella fase prodromica della Terra dei fuochi in Campania, che ha preso piede con interramenti illegittimi". Di "biechi fini di profitto" ha parlato il procuratore aggiunto di Catanzaro Vincenzo Capomolla, che ha spiegato come il sistema funzionasse per risparmiare sul costo della gestione dell'attività di azienda. "Ringraziamo il cittadino - ha detto il dirigente del commissariato di Lamezia Terme Alessandro Tocco - che ci ha avvertito e ha permesso l'indagine. Abbiamo potuto constatare come gli indagati non si siano fermati nemmeno quando colti in flagranza di reato". Dalle intercettazioni, ha aggiunto il dirigente della Squadra mobile di Catanzaro Alfonso Iadevaia, "si evince la consapevolezza che gli indagati avevano di commettere un illecito".

      L'operazione questa mattina

      Dalle prime ore di oggi da parte della la Polizia di Stato, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catanzaro e della Procura di Lamezia Terme, sono state eseguite due distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dai gip dei rispettivi Tribunali a carico di numerosi soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti ed inquinamento ambientale. Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra Mobile di Catanzaro e dal Commissariato di Lamezia Terme, supportate da intercettazioni telefoniche, hanno fatto emergere l'esistenza di vero e proprio sistema criminale organizzato che gestiva in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che venivano sversati all'interno di discariche abusive site nel comprensorio lametino.

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