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      Svimez: Da manovra effetti positivi per Sud nel 2019; occupazione debole: Pil +0.8

       

       

      Svimez: Da manovra effetti positivi per Sud nel 2019; occupazione debole: Pil +0.8

      08 nov 18 "L'impatto dei provvedimenti contenuti nella manovra sull'evoluzione del Pil al Centro-Nord e al Sud, darebbe un impulso positivo nel Mezzogiorno di circa lo 0,3% nel 2019 sull'aumento previsto del prodotto lordo dell'1%, e di poco più dello 0,4% nel 2020 sul Pil allo 0,9% ipotizzato. Nel Centro-Nord, i valori risultano decisamente inferiori, quasi lo 0,2% nel 2019 e 0,24% nel 2020". E' quanto prevede la Svimez nel rapporto 2018. Svimez spiega di aver stimato "gli effetti della manovra sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno sulla base della ripartizione territoriale degli interventi previsti, sia in termini di minori entrate che di maggiori spese" e "nel biennio 2019-20 il Sud beneficerà di circa il 40% delle minori entrate e di oltre il 40% delle maggiori spese". Per cui "nelle sue linee essenziali le misure espansive andrebbero a vantaggio del Mezzogiorno".

      Occupazione in ripresa ma debole e precaria

      Al Sud nel 2017 gli occupati sono aumentati di 71 mila unità, +1,2%, mentre al Centro-Nord la crescita è stata di 194 mila unità. Con questo risultato il Centro-Nord ha recuperato completamente i livelli occupazionali pre-crisi, mentre il Sud resta di circa 310 mila occupati sotto il livello del 2008. E' quanto emerge dal rapporto Svimez 2018 in cui si precisa anche che a metà 2018, il numero di occupati nel Mezzogiorno è inferiore di 276 mila unità rispetto al livello del medesimo periodo del 2008, mentre nel Centro-Nord è superiore di 382 mila unità. Il tasso di occupazione è ancora due punti al di sotto del 2008 nelle regioni meridionali (44,3% nel 2018, era 46% nel 2008) mentre ha recuperato i livelli 2008 nel Centro-Nord (65,9%). E al Sud Al Sud è molto elevata l'incidenza del part time involontario, che si attesta negli ultimi anni attorno all'80%, contro il 55% del Centro-Nord, fa notare la Svimez.

      Pil +0.8 al Sud, +1.3 al CentroNord

      Nel quadro di un rallentamento generale dell'economia italiana il Pil del Mezzogiorno nel 2018 dovrebbe attestarsi allo 0,8% mentre quello del Centro-Nord all'1,3% riaprendo così "la forbice" tra Centro-Nord e il Sud. E' quanto stima la Svimez nel rapporto 2018 'L'economia e la società del Mezzogiorno' in cui si sottolinea che "nel corso dell'anno gli investimenti, che sono la componente più dinamica della domanda, crescono in entrambe le aree, ma in maniera più marcata al Nord: +3,8 nel Sud, +6,2% nel Centro-Nord". Ma, si legge ancora nel rapporto, "è soprattutto la riduzione dei consumi totali, che crescono nel Mezzogiorno dello 0,5% e al Centro Nord dello 0,8%, ad incidere maggiormente sul rallentamento meridionale". Nel 2017 il Pil è cresciuto nel Mezzogiorno dell'1,4%, rispetto al +1,5% nel Centro-Nord (+1,5%). L'anno precedente al Sud era aumentato del +0,8%, spiega il rapporto Svimez. "Prosegue quindi la lenta ripresa, seppur in un contesto di grande incertezza e col rischio di una frenata dell'economia meridionale", si sottolinea. La crescita è legata "al forte recupero" del comparto manifatturiero (+5,8%), in particolare nelle attività legate ai consumi, e, in misura minore, delle costruzioni (1,7%). "I positivi segnali di ripresa dell'ultimo triennio dal 2015 al 2017 testimoniano la graduale uscita dalla crisi dell'industria manifatturiera nel Mezzogiorno, che ha realizzato un recupero più che doppio rispetto al resto del Paese", si legge nel rapporto Svimez 2018. Sempre nel 2017 Calabria, Sardegna e Campania sono le regioni meridionali che hanno fatto registrare il più alto tasso di sviluppo, rispettivamente +2%, +1,9% e +1,8%. "Si tratta di variazioni del Pil comunque più contenute rispetto alle regioni del Centro-Nord, se confrontate al +2,6% della Valle d'Aosta, al +2,5% del Trentino Alto Adige, al +2,2% della Lombardia", viene spiegato nel rapporto.

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