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      Beni per 212 mln sequestrati da Gdf a 2 imprenditori collusi

       

       

      Beni per 212 mln sequestrati da Gdf a 2 imprenditori collusi

      08 nov 18 Militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Reggio Calabria e dello Scico, con il coordinamento della Dda reggina, stanno eseguendo due provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale, con cui è stato disposto il sequestro di beni per un valore di oltre 212 milioni di euro riconducibili a due imprenditori del settore della fabbricazione e distribuzione di conglomerati bituminosi e del calcestruzzo. Secondo quanto é emerso dalle indagini, il patrimonio sequestrato, costituito da imprese commerciali, beni mobili e immobili e disponibilità finanziarie, "sarebbe stato accumulato nel tempo - riferisce in una nota stampa la Guardia di finanza - anche grazie all'abbraccio affaristico/criminale con le cosche reggine".

      Collusi alle cosche

      Sarebbero "collusi con alcune cosche di 'ndrangheta", secondo la Dda di Reggio Calabria, i due imprenditori ai quali stamattina la Guardia di finanza, in esecuzione di provvedimenti emessi dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale reggino, ha sequestrato beni per un totale di 212 milioni di euro. I due imprenditori destinatari del provvedimento di sequestro, la cui attività riguarda il settore della fabbricazione e della distribuzione di conglomerati bituminosi e del calcestruzzo, sono Domenico Gallo, di 62 anni, di Bovalino, e Gianluca Scali, di 46 anni, di Roccella Jonica. Il patrimonio che é stato sequestrato dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico, il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata delle fiamme gialle, riguarda un voluminoso complesso di imprese commerciali e disponibilità finanziarie, oltre ad una lunga serie di beni mobili e immobili.

      Infiltrazioni in appalti su scala nazionale

      "Questa operazione connota la 'ndrangheta come organizzazione economica che si muove su scala nazionale nel settore degli appalti". Lo ha detto il Procuratore della Repubblica aggiunto di Reggio Calabria, Gaetano Paci, incontrando i giornalisti sull'operazione della Guardia di finanza che ha portato al sequestro di beni per un valore di 212 milioni di euro a due imprenditori accusati di collusione con alcune cosche di 'ndrangheta. "Abbiamo radiografato le attività fin dagli anni '70 degli imprenditori Domenico Gallo e Gianluca Scali - aggiunto Paci - facendo emergere le sproporzioni effettive tra redditi denunciati e quelli in effetti disponibili. Domenico Gallo, tra l'altro, pur avendo a carico numerose inchieste, aveva uffici anche nel centro storico di Roma. I due imprenditori, come dimostrato dalle indagini, denotano una fortissima capacità di infiltrare e condizionare la pubblica amministrazione nel settore delle attività edili, stracciando le regole fissate dalla Costituzione". Secondo il Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, "i risultati investigativi ottenuti derivano dallo scrupoloso approfondimento da parte della Guardia di finanza su una fase ultradecennale delle attività dei due imprenditori sottoposti alla misura di prevenzione. Si é riusciti ad analizzare i conti e i bilanci di Scali e di Gallo verificando le loro posizioni anche in relazione a precedenti inchieste che hanno riguardato alcune cosche della 'ndrangheta ed i loro referenti nel settore delle imprese. I patrimoni illecitamente accumulati vanno sistematicamente accertati e colpiti perchè costituiscono il forziere economico non solo per l'imprenditore in sé ma anche per le organizzazioni criminali di riferimento, consentendo il loro perpetuarsi. Il nostro impegno è quello di consentire comunque la prosecuzione delle attività produttive e aziendali colpite dalla misura di prevenzione, rispettando i principi della legalità". Bombardieri ha anche sottolineato "la necessità di un urgente irrobustimento delle forze investigative in provincia di Reggio Calabria per fare fronte più efficacemente al sistema di controllo e di prevenzione della criminalità economica, che, proprio perchè contigua alla 'ndrangheta, elimina ogni forma di concorrenza instaurando il monopolio assoluto grazie alla forza intimidatrice tipica delle organizzazioni mafiose". All'incontro con i giornalisti hanno preso parte, per la Guardia di finanza, il generale Fabio Contini, Comandante regionale per la Calabria, ed il colonnello Flavio Urbani, Comandante provinciale di Reggio.

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