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      Aumentano a Sud i Comuni "rifiuti free"

       

       

      Aumentano a Sud i Comuni "rifiuti free"

      27 giu 18 Aumentano e sfondano il tetto delle 500 unità i Comuni italiani "rifiuti free", cioè dove la raccolta differenziata funziona correttamente e ogni cittadino produce al massimo 75 chili di rifiuti indifferenziati: erano 486 amministrazioni lo scorso anno, sono 505 nel 2018 (+19%), per un totale di 3.463.849 cittadini, circa 200.000 in più del 2017. A dirlo è il XXV rapporto "Comuni Ricicloni" di Legambiente, presentato oggi a Roma nell'ambito dell'EcoForum, che si è concluso con la premiazione di comunità locali e amministratori che hanno ottenuto i migliori risultati nella gestione dei rifiuti urbani. Migliora il Sud che registra un exploit, passando da 43 a 76 Comuni e peggiora il Nord che ne perde 26 e ne conta 264 tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige (che restano le tre regioni leader) a causa di un leggero aumento della produzione di rifiuti indifferenziati. Rimane in stallo il Centro (da 38 a 43). Molto bene la Basilicata: con 11 Comuni passa dall'1,5% all'8% del totale dei Comuni rifiuti free. Al Nord migliora solo la Lombardia che aggiunge 11 comuni ai 90 del 2017. Le città di Treviso, Pordenone e Trento si confermano in testa ai capoluoghi di provincia, così come, ancora una volta, il Nord-Est si dimostra l'area geografica più efficiente in tema di gestione virtuosa dei rifiuti urbani. "Su 505 comuni a bassa produzione di secco residuo - spiega Legambiente - ben 264 appartengono a quest'area in cui, non a caso, la raccolta e la gestione dei rifiuti sono basate, quasi totalmente, su sistemi consortili con una raccolta organizzata esclusivamente con il sistema porta a porta". "Il ruolo dei Comuni nel portare l'attuale sistema di gestione dei rifiuti sempre di più verso l'economia circolare è fondamentale - ha osservato il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti - le amministrazioni locali sono le uniche in grado di indirizzare i propri concittadini verso pratiche virtuose di prevenzione, raccolta e riciclo. E' importante però che siano inserite in un contesto di normative regionali e nazionali e di piani d'ambito che sostengano questa direzione, prevedendo gli strumenti necessari come la tariffazione puntuale, sistemi di premialità per sfavorire il conferimento in discarica e incentivare il recupero di materia, la raccolta porta a porta e serie politiche di riduzione della produzione dei rifiuti. Al tempo stesso gli amministratori possono, attraverso scelte consapevoli e obbligatorie (come il Green Public Procurement), incidere in maniera significativa sulla diffusione dei ri-prodotti e nello sviluppo di una vera e propria economia circolare, scelta ancora più urgente vista anche la chiusura del mercato cinese all'importazione dei rifiuti".

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