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      Beni confiscati dalla DIA a due imprenditori crotonesi

       

       

      Beni confiscati dalla DIA a due imprenditori crotonesi

      28 feb 18 Stava per costruire un nuovo villaggio turistico del valore di circa dieci milioni di euro a pochi metri dalla spiaggia di Isola Capo Rizzuto, l'imprenditore Pasquale Gianfranco Antonio Barberio a cui questa mattina la Divisione investigativa antimafia di Catanzaro ha sequestrato beni per un valore di circa dodici milioni di euro. Altri tre milioni di euro sono stati invece confiscati all'imprenditore specializzato nella lavorazione del legname, Salvatore Scarpino tratto in arresto nell'ambito dell'operazione "Kyterion" e condannato dal Tribunale di Crotone, in primo grado, a 10 anni di reclusione. Entrambi gli imprenditori sono ritenuti contigui alla locale di 'ndrangheta di Cutro, facente capo al boss Nicolino Grande Aracri. I decreti traggono origine da accertamenti condotti dalla Dia sugli esiti di accertamenti di natura patrimoniale riguardanti un arco temporale di circa venti anni. Nel dettaglio, il Tribunale di Catanzaro ha formulato un giudizio di pericolosità sociale su Barberio, anche alla luce dei "..rapporti di natura economica accertati come intercorrenti tra Barberio e Grande Aracri Nicolino concretizzati, essenzialmente, nell'affidamento al Barberio, nell'anno 2000, di una rilevante somma da parte del Grande Aracri, prima che questi venisse arrestato". Analogamente, il Tribunale di Crotone, a fondamento del giudizio di pericolosità sociale nei confronti di Scarpino, a cui è stata anche applicata la misura della sorveglianza speciale per tre anni con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, ha messo in luce il suo agire attraverso "operazioni finanziarie e bancarie e investimenti commerciali, anche con l'ausilio di prestanomi"; e ha evidenziato i suoi contatti diretti e frequenti con Grande Aracri Nicolino, "per il quale si è posto da intermediario con altri soggetti estranei all'associazione, al fine di consentirgli l'avvicinamento a settori istituzionali anche per il tramite di ordini massonici e cavalierati". In totale sono stati apposti i sigilli a 13 società con sedi sia in Calabria che nel Lazio, 79 tra terreni e fabbricati; 14 rapporti finanziari; 7 polizze assicurative e un'autovettura. Tra le società sequestrate a Barberio anche la G.B. Immobiliare che aveva già ottenuto tutte le licenze per costruire un nuovo villaggio turistico sulla costa di Isola Capo Rizzuto. "L'attività investigativa - ha spiegato il capo della sezione operativa della Dia di Catanzaro Antonio Turi - ha svelato la sproporzione tra i tra beni posseduti e i redditi dichiarati da entrambi i nuclei familiari". Il colonnello Michele Conte ha evidenziato come due società della galassia Scarpino sia state formalmente intestate a due operai rumeni e poi svuotati di risorse in favore di una terza società dell'imprenditore crotonese. Alla conferenza stampa ha partecipato anche il capo centro della Dia di Reggio Calabria il colonnello Teodosio Marmo che ha voluto sottolineare "l'importante risultato raggiunto che premia l'incessante impegno della Dia nel contrasto ai patrimoni acquisiti illecitamente dalle organizzazioni criminali"

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