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      Assolti dirigenti Squadra Mobile Vibo: nessuna collusione

       

       

      Assolti dirigenti Squadra Mobile Vibo: nessuna collusione

      27 feb 18 Non ci furono funzionari di polizia a Vibo Valentia collusi con la cosca Mancuso della 'ndrangheta. A stabilirlo è stato il Tribunale di Vibo, che ha assolto dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa l'ex capo della Squadra mobile, Maurizio Lento, ed il suo vice Emanuele Rodonò. Soltanto per Rodonò è rimasta in piedi l'accusa di rivelazione di segreto investigativo, ma con l'esclusione dell'aggravante mafiosa. Per tale motivo il funzionario di polizia é stato condannato ad un anno di reclusione, ma con la sospensione della pena e la non menzione nel casellario giudiziale. Lo stesso Tribunale, presieduto da Alberto Filardo, ha condannato a quattro anni ed otto mesi di reclusione l'avvocato Antonio Carmelo Galati derubricando però il reato contestato al legale da associazione mafiosa a concorso esterno in associazione mafiosa. Galati è stato anche riconosciuto colpevole del reato di rivelazione di segreto d'ufficio. Il pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, che ha rappresentato la pubblica accusa, aveva chiesto la condanna di Lento, Rodonò e Galati, rispettivamente, a sei anni, sei anni e mezzo e sette anni ed otto mesi. Il collegio difensivo è stato composto dagli avvocati Maurizio Nucci (per Lento), Armando Veneto e Rita Fenio (per Rodonò) e Sergio Rotundo e Guido Contestabile (per Galati). Si erano costituiti parte civile nel processo la presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell'Interno, il Comune di Limbadi e la Regione Calabria.

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