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      Dipendenti Asp Reggio candannati e ancora pagati, vicenda grave

       

      Gli arresti di Marcianò, uno dei dipendneti condannato ancora pagato dall'Asp

       

      Dipendenti Asp Reggio candannati e ancora pagati, vicenda grave

      06 feb 18 "Le dichiarazioni del direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria, dott. Giacomino Brancati, riguardo la continuità retributiva di dipendenti condannati in via definitiva sono di una gravità inaudita e denunciano una realtà di mancata governance che le indagini avviate chiariranno se figlia di incompetenze eclatanti o connivenze consapevoli". É quanto afferma, in una nota, il segretario generale della Cgil di Reggio-Locri, Alessandro Baldari. "Questo, al pari del mancato pagamento delle fatture con il moltiplicarsi di decreti ingiuntivi insieme al già denunciato fenomeno dei doppi pagamenti di altre fatture - prosegue Baldari - evidenzia la misura del caos amministrativo che per anni è stato l'alimentatore del disastro in cui versa l'Azienda. Nonostante lo scioglimento ormai datato, nella cui relazione prefettizia erano già individuate tutte le anomalie che oggi sembrano emergere dal nulla, nonostante i molteplici commissariamenti e le task force che si sono succeduti per fare chiarezza e riportare l'Azienda alla normalità, ad oggi nulla sembrava riuscire a diradare le dense nebbie di un sistema amministrativo per mille altri aspetti paralizzato ed inerte. Abbiamo sempre chiesto l'attivazione di un sistema di controlli stringenti, che facesse chiarezza su ogni criticità, avendo riscontrato più volte che processi amministrativi e di gestione del personale si arenassero regolarmente nelle maglie di una "burocrazia" ferma quando non addirittura ostativa". "Finalmente, apprendiamo oggi - sostiene ancora il dirigente della Cgil - che controlli approfonditi e incrociati facciano emergere situazioni di mancata/cattiva gestione ai limiti del paradosso, riteniamo che sia doveroso nei confronti dei cittadini e dei lavoratori responsabili e onesti, che sono all'interno dell'Azienda, provvedere ad individuare le responsabilità ed agire di conseguenza, così come sarà necessario applicare con grande rigore le normative sulla trasparenza e dettate dai sistemi di anticorruzione a partire dalla rotazione di incarichi e responsabilità delle Unità operative al fine di scardinare vecchie ed incrostate prassi dentro le quali è più facile che possano annidarsi corruzioni o connivenze".

      "Che il Sistema sanitario calabrese avesse bisogno, più che di un 'tagliando', di un intervento profondo, lo sappiamo da molto tempo. Credo che il fatto che ci siano dipendenti condannati in via definitiva ancora regolarmente pagati sia sicuramente un problema, che è stato segnalato; bene se viene affrontato". Lo ha detto Rosy Bindi, presidente della Commissione parlamentare antimafia, a Reggio Calabria, parlando con i giornalisti a margine di un convegno sulla Riforma del Codice Antimafia della vicenda dei dipendenti condannati ma rimasti a libro paga dell'Azienda sanitaria provinciale. "Auspichiamo, però - ha proseguito Bindi - che ci sia anche la capacità di far funzionare i servizi sanitari in questa regione. Si tengano i bilanci a posto, da tutti i punti di vista. E che naturalmente nessuno si avvantaggi di queste situazioni, che d'altra parte richiedono esse stesse degli interventi normativi".

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