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      Sgominata banda ladri d'auto nel catanzarese, arresti dei CC di Soverato

       

       

      Sgominata banda ladri d'auto nel catanzarese, arresti dei CC di Soverato

      19 set 17 I carabinieri della Compagnia di Soverato stanno dando esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sei persone (5 in carcere e un obbligo di dimora), tutti residenti a Catanzaro, emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Procura, nei confronti di altrettante persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di furto e violazione degli obblighi della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. L'ordinanza, che trae origine da un'indagine condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile e dalle stazioni di Soverato e Satriano, ha consentito di accertare l'esistenza di una banda, composta in parte da soggetti sottoposti alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, dedita ai furti seriali di autovetture nel comprensorio soveratese utilizzando un collaudato modus operandi.

      In manette Domenico Amato, di 29 anni, Antonio Berlingieri (24), Alessandro Bevilacqua(32), Maurizio Passalacqua (45) e Alfonso Russo (21), tutti di etnia rom. L'indagine ha consentito di fare piena luce su una serie furti di veicoli compiuti dagli arrestati, alcuni dei quali sottoposti a sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno nel comune di Catanzaro. Attraverso l'analisi di immagini da vari sistemi di video-sorveglianza sono stati ricostruiti numerosi episodi e in almeno quattro casi si è giunti all'identificazione certa degli autori. È stato accertato, infatti, che i malviventi, dopo avere individuato l'obiettivo, arrivavano sul luogo del furto a bordo di un'autovettura, eseguivano un primo transito e, poco dopo, si accostavano a breve distanza, scendendo repentinamente dal mezzo. A questo punto un primo soggetto, che forzava e apriva la serratura dell'autovettura presa di mira nel giro di attimi entrava nell'abitacolo e ponendosi al posto guida sbloccava la chiusura del cofano del vano motore e manometteva il blocco d'accensione dell'autoveicolo. Un'altra persona portando una centralina, apriva il cofano del vano motore e la installava in modo da bypassare quella già presente mentre un terzo rimaneva alla guida dell'autovettura a loro in uso. Non è escluso che sia stata messa in atto dalla banda le tecnica estorsiva del "cavallo di ritorno" consistente nel pagamento di una somma di denaro in cambio della restituzione del veicolo.

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