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    In Calabria è corsa al vaccino contro meningite, allarme esagerato nessuna epidemia

     

    In Calabria è corsa al vaccino contro meningite, allarme esagerato nessuna epidemia

    03 gen 17 I casi di meningite streptococcica registrate nelle ultime settimane in Italia stanno provocando affollamenti nei centri della Calabria in cui é possibile effettuare la vaccinazione contro questa patologia. Da un paio di settimane, dopo il diffondersi delle prime notizie di decessi per meningite, centinaia di persone si stanno recando nei centri vaccinali. La situazione é critica, in particolare, nella struttura di Reggio Calabria, ospitata in locali insufficienti per accogliere le centinaia di persone che vi si recano quotidianamente. I due responsabili ed i tre dirigenti medici in servizio nella struttura stanno effettuando 120 vaccinazioni al giorno, che raddoppiano il martedì ed il giovedì in coincidenza con l'apertura pomeridiana. "Tutte le richieste, al momento, sono state soddisfatte - affermano i medici del centro vaccinale - ma non sappiamo fino a quando riusciremo, nelle attuali condizioni, a fare fronte a questa emergenza".

    Allarme esagerato, nessuna epidemia. "Al momento non esiste alcuna situazione epidemica di meningite e la circolazione dei germi che causano la malattia è nella norma attesa, in linea coi numeri degli ultimi anni". Lo afferma il ministero della Salute, sottolineando che la vaccinazione "è disponibile per le classi di età a rischio e per le persone che presentano rischi particolari di contrarre una malattia invasiva grave e sarà in distribuzione gratuita secondo le previsioni del nuovo Piano nazionale, inserito per questi motivi nei Livelli Essenziali d'Assistenza che il Sistema Sanitario Nazionale eroga". Il ministero, si sottolinea in una nota, "sta operando per garantire il consolidamento della copertura vaccinale, a supporto delle Regioni, anche con studi e ricerche che possano chiarire i meccanismi di trasmissione e di virulenza dei germi". Nel 2016, afferma il ministero, "sono stati segnalati 178 casi di meningite da meningococco, con un'incidenza in lieve aumento rispetto al triennio 2012-14, ma in diminuzione rispetto al 2015. Ciò è dovuto alla presenza in Toscana di una trasmissione più elevata che nel resto d'Italia, dove la situazione è costante, soprattutto per quanto riguarda l'infezione da meningococco di tipo C negli adulti già notata nel corso del 2014". Il numero totale dei casi di meningite, dovuti anche ad altri germi, è passato da 1479 nel 2014, a 1815 nel 2015 e a 1376 nel 2016, quindi "con una discreta diminuzione rispetto al biennio passato". Per esempio, si sono verificati 940 casi di meningite da pneumococco nel 2016 (rispetto ai 1256 casi del 2015) e 80 da emofilo (rispetto ai 131 del 2015), con una tendenza in diminuzione. Quanto alla letalità della meningite, è di circa il 10% nei casi dovuti a pneumococco (98 deceduti su 940 pazienti nel 2016) e di circa il 12% nei casi da meningococco (21 su 178 pazienti), che aumenta al 23% nel caso in cui il ceppo di meningococco sia il C (13 su 51 pazienti). Il fatto che non si delinei al momento una situazione epidemica "non significa - precisa il dicastero - non essere attenti e non garantire interventi tempestivi e mirati ogni volta che si verifichi una caso di meningite, così come non ci si stancherà mai di raccomandare la vaccinazione secondo la scheda vaccinale nazionale in corso di pubblicazione, ma è altrettanto vero che l'opinione pubblica deve poter comprendere con precisione quali siano i rischi e quali siano i comportamenti da tenere, escludendo ogni ingiustificato allarmismo". Per quanto riguarda il meningococco di tipo C, il più letale, le cifre dicono che ha causato 36 decessi negli ultimi quattro anni, in una popolazione di quasi 65 milioni di persone. Considerando tutti i ceppi di meningococco che danno la meningite, si rileva, "non si supera il 10% della letalità, anche in questo caso con 711 casi nel quadriennio (178 nel 2016) e 77 decessi registrati complessivamente (17 nel 2016). Se consideriamo l'intero quadriennio analizzato (dal 2013 al 2016), abbiamo 629 decessi per meningite da qualsiasi causa, a fronte di 6786 pazienti diagnosticati". "Per dare un'idea comparativa, i decessi da incidente stradale nel nostro Paese - ricorda il ministero della Salute - sono stati 3419 solo nell'anno 2015".

    2 casi ogni tre giorni. In Italia "si registrano in media 2 casi di meningite da meningococco ogni 3 giorni: si tratta di un incremento lieve, che non giustifica allarmismi". Lo afferma Massimo Andreoni, primario malattie infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma e Past President della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit). Secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità, sottolinea Andreoni, "il numero di casi di malattia sistemica da meningococco in Italia ha presentato solo un lieve incremento negli anni 2012-2015 (2012: 138; 2013: 172; 2014: 164; 2015: 196) con un'incidenza nel 2015 pari a 0,32 casi per 100.000 abitanti, il che vuol dire un caso ogni circa 300.000 abitanti. Per l'anno 2016 al 16 novembre sono stati segnalati 178 casi di malattia sistemica da meningococco, che fanno ritenere che la numerosità di casi di meningite meningococcica anche per questo anno non si discosterà sostanzialmente da quella degli ultimi anni". Nella maggior parte delle regioni l'andamento è stato pressoché stabile, sottolinea, "tranne che in Toscana dove i dati consolidati del 2015 e quelli preliminari del 2016 mostrano un aumento di casi di meningite da meningococco soprattutto di tipo C passando da una media di 15 casi a circa 40 casi l'anno in questi ultimi due anni". L'incidenza della malattia è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e si mantiene elevata fino alla fascia 15-24 anni, mentre diminuisce dai 25 anni in su. Dunque "niente allarmismo ma non dimenticare la validità della vaccinazione, efficace - rileva - nel prevenire o comunque ridurre le manifestazioni della malattia", In Italia, tutti i casi di meningite batterica sono circa 100-1500 l'anno, poiché numerosi altri batteri possono causare questa malattia (pneumococco, haemophilus influenzae, listeria, streptoccocco B, escherichia coli) e quindi la meningite da meningococco rappresenta solo una minima parte di questa patologia, con circa 200 casi l'anno.

    Boom di richieste. Le dosi di vaccono anti-meningite fornite alle asl sul territorio nazionale sono più che raddoppiate, facendo registrare un +130%, nello scorso mese di dicembre, a seguito del clamore suscitato dai casi registrati in varie regioni italiane. A fornire il dato è Carlo Signorelli, past president della Società italiana di igiene e medicina preventiva (Siti) e ordinario di Igiene all'Università di Parma. "Per il vaccino quadrivalente anti-meningite, che protegge dai ceppi A-C-W-Y135, il più utilizzato a livello nazionale - afferma Signorelli - risulta da dati aziendali un aumento del 70% delle richieste da parte delle asl nel periodo settembre-dicembre 2016 rispetto allo stesso periodo del 2015, con un picco del +130% di dosi fornite alle asl nel mese di dicembre 2016". Il punto, avverte, "è che in queste ultime settimane i casi di meningite registrati hanno fatto notizia, pur non essendo in eccesso rispetto alla media ed al trend storico. E' insomma scattata la psicosi ed una corsa disordinata ai vaccini che però, in vari casi, non è giustificata". A fronte di ciò, rileva, "in alcune asl delle regioni dove si sono registrati più casi si sta iniziando a verificare una carenza di vaccini, come in Toscana, Lazio e Veneto". Per questo, conclude Signorelli, "le autorità dovrebbero definire con chiarezza le categorie per le quali la vaccinazione è prioritariamente indicata, in modo da non creare un assalto ingiustificato, e come Siti riteniamo che la fascia su cui concentrarsi sia principalmente quella degli adolescenti fra 12 e 14 anni".

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