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    Blitz della PS alla cosca Pesce, 20 arresti a Reggio

     

    Blitz della PS alla cosca Pesce, 20 arresti a Reggio. Boss gestiva società trasporti

    28 apr 17 É stata portata a termine una vasta operazione della Polizia di Stato per l'esecuzione di 20 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Reggio Calabria su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria nei confronti di presunti elementi di vertice, affiliati e prestanome della cosca Pesce di Rosarno della 'Ndrangheta. Le persone destinatarie dei provvedimenti sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa e favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato dalla stessa polizia il primo dicembre del 2016, oltre che di traffico e cessione di sostanze stupefacenti ed intestazione fittizia di beni. L'operazione in corso rappresenta la prosecuzione dell'inchiesta "Recherche" nell'ambito della quale, il 4 aprile scorso, la Squadra mobile della Questura di Reggio Calabria e il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato avevano fermato 11 persone con l'accusa di essere affiliate e prestanome della cosca Pesce. Nel corso della stessa operazione la polizia aveva sequestrato beni e società operanti nel settore agroalimentare e dei trasporti di merci su gomma per conto terzi per un valore di 10 milioni di euro.

    Boss gestiva società trasporti. Marcello Pesce, indicato come il boss dell'omonima cosca di Rosarno, era riuscito a mettere in piedi un sistema di società (Getral, Le Tre Stagioni, Azienda Agricola Rocco Pesce) intestate a prestanomi, grazie alle quali esercitava il pieno controllo del trasporto di merci su gomma. E' quanto emerso dall'inchiesta "Recherche 2" condotta stamattina dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dallo Sco di Roma. Nel corso dell'operazione sono stati arrestati anche i prestanomi ai quali erano intestate le società. La cosca gestiva anche un traffico di sostanze stupefacenti nel quale erano coinvolti soggetti delle province di Cosenza, Vibo Valentia e Catania. I trafficanti rosarnesi, godendo evidentemente di molta credibilità, avevano anche svolto attività di mediazione per l'acquisito di rilevanti quantitativi di marijuana tra alcuni soggetti catanesi e fornitori cosentini. Nell'ordinanza, in particolare, sono contestate tre cessioni di marijuana di 38, 67 e 4 kg. Contestato anche il delitto di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

    Smantellata rete di protezione. Grazie alla rete di protezione che lo circondava, il boss della 'ndrangheta Marcello Pesce, nel periodo della sua latitanza, riusciva ad amministrare le risorse finanziarie incamerate dalla cosca. É quanto é emerso dall'operazione "Recherche 2", condotta stamattina dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dallo Sco di Roma. Il boss latitante, sempre grazie ai suoi protettori, assegnava le risorse finanziarie ai componenti della cosca ed ai loro familiari; gestiva, in regime di sostanziale monopolio, l'attività di trasporto merci su gomma per conto terzi e curava i rapporti con le altre cosche, intervenendo, a più riprese, per risolvere alcune controversie sorte all'interno della propria compagine criminale o con altri gruppi della 'ndrangheta. Secondo quanto é stato spiegato successivamente dagli investigatori, i provvedimenti cautelari eseguiti, al momento, sono 19 perché uno dei destinatari risulta irreperibile. In particolare, sono state eseguite 12 ordinanze di custodia cautelare in carcere, sei agli arresti domiciliari e un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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