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    In Calabria la peggiore disoccupazione d'Europa

     

    In Calabria la peggiore disoccupazione d'Europa

    27 apr 17 Nel 2016 cinque regioni italiane hanno fatto registrare un tasso di disoccupazione di almeno il doppio della media Ue (8,6%), ovvero superiore al 17,2%, assieme ad altri 27 territori europei (13 in Grecia; 10 in Spagna; e 5 territori d'oltremare francesi). Si tratta di Calabria, 23,2%; Sicilia, 22,1%; Campania, 20,4%; Puglia, 19,4%; Sardegna, 17,3%. La provincia autonoma di Bolzano, con un tasso di disoccupazione del 3,7%, è invece l'unico territorio italiano ad essere rientrato nel gruppo delle 60 regioni europee che hanno fatto registrare una percentuale inferiore alla media Ue. Il tasso di disoccupazione più basso in Ue, nel 2016, è stato quello del Niederbayern (Germania) 2,1%, il più alto è quello di Dytki Macedonia (Grecia), al 31,3%.

    Così è la Calabria la regione del Vecchio Continente che nel 2016 ha fatto registrare il maggior tasso di disoccupazione giovanile (58,7%): è quanto risulta dai dati diffusi oggi da Eurostat. Peggio della Calabria solo Ceuta (69,1%) e Melilla (63,3%), le due 'enclave' spagnole che però sono in terra d'Africa. Alle spalle della Calabria si sono piazzate - nella 'top ten' della disoccupazione giovanile 2016 (età tra i 15 e i 24 anni) - l'Andalusia (57,9%) e poi altre due regioni italiane: la Sicilia (57,2%, in quinta posizione) e la Sardegna (56,3%, sesta).

    "La necessità di garantire un lavoro stabile e dignitoso ai giovani calabresi resta la priorità politica". Lo affermano in una nota i deputati Dalila Nesci e Paolo Parentela, nel commentare gli ultimi dati Eurostat sui livelli di disoccupazione nelle regioni europee. Secondo Eurostat, è scritto nella nota, la Calabria è in cima alla classifica, con una disoccupazione giovanile al 58,7% e una disoccupazione generale al 23,2%. "Sono cifre impressionanti - osservano i due parlamentari 5stelle - che confermano l'inutilità delle politiche occupazionali attuate trasversalmente dal vecchio regime, il quale agendo secondo logiche clientelari non ha mai preso in considerazione le possibilità di lavoro nell'ambito delle fonti energetiche alternative e del riciclo dei rifiuti. In Calabria l'esperienza di governo di Oliverio è stata la fotocopia della precedente, benché propagandata come discontinua. Di più, sotto la gestione Oliverio si sono moltiplicate pratiche familistiche rovinose, favorite da un accentramento di potere evidente quanto sbagliato. Lo dimostra, per esempio, la gravissima vicenda dei fondi per il teatro. Ancora, la sepoltura di ogni sviluppo turistico e culturale si deve alla miopia di Oliverio, il cui singolare apparato burocratico è tra le cause prime della paralisi della Regione. Tra l'altro ora c'è il rischio concreto che il rilancio di Lorica salti per il fallimento, prevedibile dalle origini, del progetto dei nuovi impianti di risalita". "A farne le spese - concludono Nesci e Parentela - sono soprattutto i giovani, tenuti sotto scacco da promesse illusorie e da logiche politiche che, mortificando intelligenze e risorse umane, determinano crescente emigrazione di non ritorno".

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