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    Estorcevano denaro ad imprese turistiche, 5 arresti dei CC nel reggino

     

    Estorcevano denaro ad imprese turistiche, 5 arresti dei CC nel reggino

    27 ott 16 Sono presunti affiliati alla cosca Paviglianiti, operante principalmente nei comuni di Bagaladi, San Lorenzo e Condofuri, le 5 persone fermate stamani dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria in una operazione eseguita tra le province di Reggio, Roma e Como su richiesta della DDA. L'accusa è quella di essere gli autori di diverse estorsioni e tentate estorsioni aggravata dalle modalità mafiose compiute tra il dicembre 2015 e l'ottobre scorso nei confronti di imprenditori operanti nei settori della grande distribuzione e del turismo. Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, gli indagati, agendo con assoluta sfrontatezza, raggiungevano le vittime all'interno o nei pressi delle loro attività commerciali invitandoli a fare un'offerta libera" in favore dei detenuti della cosca di appartenenza. In un caso, a dimostrazione della particolare capacità di penetrazione e dell'asfissiante controllo del territorio posti in essere, uno dei fermati, ritenuto un elemento di spicco della cosca, era riuscito anche a sapere che un imprenditore del luogo si era aggiudicato all'asta un importante lotto di terreno, nonostante lo stesso avesse partecipato tramite procura e con la formula "per persona da nominare" e la cui identità doveva quindi rimanere segreta, e lo aveva redarguito per non avere chiesto la sua autorizzazione alla partecipazione a quell'asta ed invitandolo a "vedere il da farsi". I provvedimenti di fermo emessi dalla Dda di Reggio Calabria sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo a Guidonia (Roma), Lomazzo (Como) - dove la cosca Paviglianiti ha delle ramificazioni - Melito e Bagaladi. Gli indagati sono Natale Paviglianiti, di 46 anni, di San Lorenzo, di fatto domiciliato a Lomazzo; Natale David Paviglianiti (26) di San Lorenzo; Francesco Leone alias "nano" (29) di Melito Porto Salvo; Salvatore Polimeni (46), di Melito Porto Salvo, residente a Guidonia; Angelo Fortunato Chinnì (36), di Melito Porto Salvo Melito. I molteplici episodi di estorsione e di tentata estorsione hanno riguardato un'azienda attiva nel settore della grande distribuzione ed il titolare di un noto lido di San Lorenzo, al quale sarebbe stato chiesto di recuperare "un pensiero" in considerazione dell'appena conclusa stagione balneare. Richiesta alla quale il titolare del lido ha deciso di opporsi, subendo poi il danneggiamento di un mezzo usato nella preparazione del lido per la stagione balneare 2016.

    Importante punto di partenza dell'indagine, quanto riscontrato dalle riprese video effettuate all’interno di un supermercato riconducibile alla vittima ed estrapolate all’insaputa di questi, che hanno certificato come, uno degli odierni indagati, senza acquistare alcunché, si fosse recato a “far visita” al titolare, chiedendogli un volontario “contributo” per aiutare “la famiglia” a sostenere le spese legali per i propri detenuti. A questo punto, il titolare del supermercato in questione, verosimilmente nella morsa delle estorsioni della “cosca PAVIGLIANITI” da diversi anni, senza aver mai avuto il coraggio di denunciare, veniva convocato in caserma per essere interrogato. L’uomo, letteralmente terrorizzato, ha cercato fino alla fine di negare di essere mai stato avvicinato da alcuno, fin quando i militari gli hanno fatto capire che non era stato convocato in caserma per caso, ma che sapevano tutto, spiegando allo stesso che rischiava di essere denunciato per il reato di favoreggiamento. A questo punto l’uomo, ormai in un profondo stato di prostrazione e visibilmente provato, forse anche ritenendo di essere “controllato” da diverso tempo dai Carabinieri e temendo di incorrere, a sua volta, in responsabilità penali, raccontava le numerose vessazioni che, unitamente ai propri familiari, era costretto a subire da diverso tempo. Iniziava quindi a riferire, convinto che fosse proprio quello il motivo per cui era stato convocato dai Carabinieri, un recente episodio occorsogli, relativo all’acquisto di un immobile oggetto di vendita giudiziaria, un’operazione che aveva cercato di tenere riservata, ma che era ugualmente giunta alle orecchie di Natale PAVIGLIANITI cl. ’70, elemento di spicco dell’omonima cosca, già tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Ultima spiaggia” e scarcerato pochi mesi fa. Evidentemente interessato al suddetto immobile, il PAVIGLIANITI aveva avvicinato l’imprenditore ed i suoi fratelli, chiedendo conto e ragione di quell’acquisto effettuato senza chiedere il “loro permesso”, invitandoli ad incontrarsi per “decidere il da farsi”, atteso che la sua “famiglia” stava dietro a quel terreno dal 1996. Detto ciò, l’imprenditore credeva di avere riferito quello che i Carabinieri si aspettavano e asseriva di non avere altro da dire, ma, a questo punto, gli venivano mostrati i fotogrammi estrapolati dal sistema di video sorveglianza del supermercato che lo ritraevano discutere animatamente con un altro soggetto contiguo alla cosca PAVIGLIANITI, tale CHINNÌ Angelo Fortunato. Dinnanzi alla richiesta di spiegazioni, l’imprenditore non aveva potuto fare a meno di ammettere le molteplici richieste di denaro subite negli ultimi anni, ad alcune delle quali aveva dovuto cedere: uno stillicidio, seppure perpetrato con metodi “gentili”, protrattosi dal dicembre 2014, fino all’episodio più recente sopra riportato. Ancora, i militari apprendevano da altra fonte che nel mese di ottobre del 2015, CHINNÌ Angelo Fortunato, cui è contestata l’appartenenza alla cosca PAVIGLIANITI e dichiaratamente per conto della stessa, era andato a batter cassa dal proprietario di un noto lido di San Lorenzo (RC), chiedendo all’uomo di recuperare “un pensiero”, in considerazione dell’appena conclusa stagione balneare, richiesta alla quale il titolare del lido decideva di opporsi, salvo poi subire, il successivo mese di maggio, il danneggiamento di un mezzo d’opera impiegato nella preparazione del lido per la stagione balneare 2016. Giova evidenziare come due dei soggetti fermati – PAVIGLIANITI Natale cl. 1970 e LEONE Francesco – siano, allo stato, sotto processo in quanto imputati nel procedimento penale denominato “Ultima Spiaggia”, nell’ambito del quale erano stati tratti in arresto nel mese di dicembre 2014 e successivamente scarcerati, rispettivamente a giugno 2016 e ad agosto 2015, una ritrovata libertà di cui non hanno assolutamente fatto buon uso.

    De Raho: Scarcerati da poco. "Sono bastati pochissimi giorni di ritorno a casa dopo lunghi anni di detenzione per ricominciare a delinquere". Lo ha detto il capo della Dda di Reggio Calabria Federico Cafiero de Raho, commentando il fermo di 5 presunti esponenti della cosca Paviglianiti. Due dei fermati di stamani, Natale Paviglianiti, indicato come un elemento di spicco della cosca, e Francesco Leone, infatti, sono attualmente sotto processo. Arrestati nel dicembre 2014 nell' inchiesta "Ultima spiaggia", sono stati scarcerati, rispettivamente, a giugno 2016 e ad agosto 2015. "Estorsioni, tentativi di accaparrarsi terreni e immobili di vendite giudiziarie, condizionamenti e attentati nei confronti di strutture balneari - ha proseguito de Raho - sono la sintesi dell'attività di questo gruppo di affiliati alla cosca Paviglianiti che avevano ripreso a marcare i territori dei comuni di San Lorenzo, Melito e Condofuri eseguendo attentati e intimidazioni. Come nel caso di un noto imprenditore 'reo' di avere acquisito un terreno per 240 mila euro da una vendita giudiziaria di cui i fermati pretendevano il possesso. Da qui, superando la ritrosia e la paura e grazie al lavoro certosino dei carabinieri della compagnia di Melito Porto Salvo, in trenta giorni si è riusciti a immagazzinare una tale quantità di dati da potere richiedere il fermo al giudice". "I fermati - ha aggiunto il col. Giancarlo Scafuri, comandante provinciale dei carabinieri - sono noti alle forze dell'ordine da tempo. Appena scarcerati avevano cominciato a riprendere in pochissimo tempo le vecchie abitudini, qui e anche al nord, nel comasco, dove i Paviglianiti sono da tempo insediati. Superando paure e preoccupazione, i carabinieri di Melito Porto Salvo sono riusciti a costruire un quadro indiziario tale da permettere alla Procura della Repubblica la richiesta del provvedimento urgente di fermo". Le indagini, infatti, sono nate dalle riprese video effettuate in un supermercato ed estrapolate all'insaputa del titolare. Quando l'imprenditore è stato chiamato in caserma ha cercato di negare ma alla fine, di fronte all'evidenza, letteralmente terrorizzato, ha dovuto ammettere e raccontare quanto stava subendo da anni. E' così venuto alla luce anche un altro aspetto delle pressioni operate dalla cosca. L'uomo, infatti, ha raccontato di avere acquistato un terreno ad una vendita giudiziaria tenendo l'operazione riservata. Nonostante questo Natale Paviglianiti ha avvicinato l'imprenditore ed i suoi fratelli chiedendo conto e ragione dell'acquisto effettuato senza chiedere il "loro permesso" ed invitandoli ad incontrarsi per "decidere il da farsi", atteso visto che la sua "famiglia" stava dietro a quel terreno dal 1996. L'imprenditore, di fronte alle immagini video, ha poi ammesso di subire uno stillicidio di richieste estorsive, anche se con metodi "gentili". Meno gentili, gli affiliati, sono stati col titolare di un lido al quale era stato danneggiato un mezzo usato per la preparazione della stagione quale ritorsione al diniego ad una richiesta estorsiva.

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