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    Braccianti agricoli sfruttati a 1 euro l'ora nella sibaritide, 6 denunce della Gdf

     

    Braccianti agricoli sfruttati a 1 euro l'ora nella sibaritide, 6 denunce della Gdf

    25 gen 16 Braccianti agricoli sfruttati per 1 euro all'ora nella raccolta degli agrumi. E' quanto hanno scoperto i militari della Guardia di finanza di Sibari nel corso di controlli per contrastare il fenomeno del caporalato. I finanzieri hanno denunciato 6 persone, di cui quattro italiani, un bulgaro ed un pakistano, per sfruttamento del lavoro ed intermediazione illecita, attuati mediante minaccia, violenza ed intimidazione. Nel corso dei controlli è emerso che i braccianti agricoli, sia italiani che stranieri, venivano impiegati nei campi, per la raccolta degli agrumi, per più di 10 ore al giorno ricevendo un corrispettivo di 1 euro all'ora, senza effettuare alcuna pausa e soprattutto senza riceve alimenti.

    --- Video Il video della Guardia di Finanza

    Cento euro al mese per dormire in container. Sfruttati per 1 euro all'ora e costretti a pagare 100 euro al mese per un posto letto in un container in pessime condizioni. E' quanto emerso dalle indagini della Guardia di finanza di Sibari nel corso di controlli compiuti per contrastare il fenomeno del caporalato nella piana di Sibari. I finanzieri hanno denunciato sei persone, di cui quattro italiani, un bulgaro ed un pakistano. I container utilizzati dai braccianti agricoli erano non areati, maleodoranti e in pessime condizioni igieniche. I "caporali" sfruttavano la forza lavoro di braccianti agricoli italiani ed extracomunitari con la promessa di una paga adeguata e decorosa. Nel corso dell'operazione i finanzieri hanno compiuto numerosi controllo di automezzi, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti e riscontri fotografici e di video. Diversi lavoratori venivano continuativamente impiegati per 10 ore di lavoro al giorno, senza alcuna pausa e senza alimenti, ricevendo una retribuzione di un 1 euro ogni ora di lavoro. Le indagini della Guardia di finanza sono state dirette dalla Procura della Repubblica di Castrovillari. Il cittadino pachistano è stato denunciato anche per porto abusivo di armi.

    Per rompere la catena dello sfruttamento, aiutare la ricerca contro il cancro e valorizzare una risorsa importante per il territorio e la salute dei cittadini arrivano le arance della legalità "10 in condotta". Lo annuncia la Coldiretti, che in occasione dell'operazione della Guardia di finanza di Sibari per contrastare il fenomeno del caporalato in Calabria ha avviato con l'Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro) 'le Arance della Salute - Rendiamo il cancro curabile'. Un accordo, spiega Coldiretti, per consentire la vendita e la distribuzione delle arance della Calabria, raccolte attraverso le strutture di commercializzazione Fai (Firmato agricoltori italiani), che "rendono possibile un ritorno economico sostenibile per le imprese e una giusta remunerazione dei lavoratori". "Occorre combattere senza tregua - aggiunge Coldiretti - il becero sfruttamento che colpisce spesso la componente più debole dei lavoratori agricoli, con pene severe e rigorosi controlli ed una equa distribuzione del valore. E su questo è importante l'introduzione nel disegno di legge del governo del principio di corresponsabilità dal campo allo scaffale nella lotta al caporalato". Grazie all'accordo tra Coldiretti e Airc sabato 30 gennaio in molte piazze italiane, conclude Coldiretti, sarà possibile acquistare sacchetti di arance della salute della Calabria, in particolare della piana di Rosarno - Gioia Tauro, "per sostenere la ricerca contro i tumori, difendere un prodotto simbolo del Made in Italy ma anche rafforzare i valori sociali e civili e coniugandoli con la giustizia economica".

    "Ben vengano i controlli delle forze dell'ordine ma per ripulire la filiera dell'agroalimentare made in Italy dalla piaga del caporalato è fondamentale l'impegno di tutti gli attori coinvolti: dai produttori alle associazioni di categoria fino ai politici". Lo dichiarano i deputati del M5S della Commissione Agricoltura in merito all'operazione 'anti caporalato' della Guardia di Finanza in provincia di Cosenza. "La lotta contro il caporalato può avere successo solo se riuscirà ad operare lungo l'intera filiera produttiva, ricordando che il prezzo finale al consumatore è il risultato di circa 14 passaggi preliminari nell'ambito dei quali i lavoratori sono l'anello più debole e sottopagato - spiega Massimiliano Bernini, portavoce 5 stelle - È bene quindi che i produttori, anch'essi schiacciati all'interno dei passaggi di filiera, siano tra i protagonisti di questa operazione culturale, visto che all'interno di questa catena sono proprio quell'anello a cui si agganciano i cosiddetti portatori di intermediazione illecita". "Chiediamo al Governo di accelerare l'iter di discussione e approvazione del disegno di legge anti caporalato perché, come ci dimostrano un giorno sì e un giorno no i fatti di cronaca, ogni minuto sprecato è una minaccia in più per i lavoratori e le lavoratrici dei nostri campi che rischia di screditare il nostro made in Italy", hanno concluso i parlamentari 5stelle.

    "L'ottimo lavoro della Guardia di Finanza, che ha messo a segno un' importante operazione in Calabria contro il caporalato, obbliga il Governo ad accelerare con la definizione e la presentazione del progetto di legge". Lo sostiene, in una dichiarazione, il deputato Nicodemo Oliverio, capogruppo del Pd nella commissione Agricoltura della Camera, a proposito dell'operazione della Guardia di Finanza di Sibari. "Una legge da tempo annunciata - aggiunge - e molto attesa rappresentando un'arma importantissima per sconfiggere la piaga antica del caporalato che infetta le campagne del nostro paese. Una legge per difendere migliaia di lavoratori e tantissime imprese agricole oneste. Altrimenti, un'alternativa per accelerare il tutto sarebbe quella di affrontare la questione all'interno del collegato sull'agricoltura già approvato al Senato ed ora in Commissione alla Camera". "Ogni ulteriore ritardo - dice ancora Oliverio - non fa che peggiorare la situazione dei tanti braccianti sfruttati disumanamente. Serve una svolta urgente come risposta a questo fenomeno che va combattuto con la stessa determinazione che il Governo mette nel combattere la criminalità organizzata. Chiediamo un approccio sistematico al problema e un coordinamento tra i ministeri interessati, Agricoltura e Giustizia. Il Parlamento vuole fare la sua parte". "Dobbiamo tutti insieme arrivare - conclude il deputato - a misure concrete, puntuali ed immediate, come la confisca dei fondi agricoli e dei beni strumentali che hanno determinato il reato e la responsabilità delle imprese con la punizione di chi sfrutta i lavoratori".

    "L'ottimo lavoro della Guardia di Finanza, che ha messo a segno un' importante operazione in Calabria contro il caporalato, obbliga il governo ad accelerare con la definizione e la presentazione del progetto di legge. Altrimenti, un'alternativa per accelerare il tutto sarebbe quella di affrontare la questione all'interno del collegato sull'agricoltura già approvato al Senato, ora in commissione alla Camera". Lo dice il capogruppo Pd in commissione Agricoltura Nicodemo Oliverio a proposito dell'operazione della Guardia di Finanza di Sibari. "Ogni ulteriore ritardo - prosegue Oliverio - non fa che peggiorare la situazione dei tanti braccianti sfruttati disumanamente. Serve una svolta urgente come risposta a questo fenomeno che va combattuto con la stessa determinazione che il Governo mette nel combattere la criminalità organizzata. Chiediamo un approccio sistematico al problema e un coordinamento tra i ministeri interessati, Agricoltura e Giustizia. Il Parlamento vuole fare la sua parte". "Dobbiamo tutti insieme arrivare a misure concrete, puntuali ed immediate - conclude Oliverio - come la confisca dei fondi agricoli e dei beni strumentali che hanno determinato il reato e la responsabilità delle imprese con la punizione di chi sfrutta i lavoratori".

    La Flai-Cgil di Castrovillari, in una nota, esprime un "plauso per la brillante operazione della Guardia di Finanza che ha avuto come epilogo la denuncia di sei persone, italiani e stranieri, dediti allo sfruttamento del lavoro salariato attraverso forme di caporalato". "Il sindacato dei lavoratori agricoli della Cgil - prosegue la nota - è impegnato a contrastare con una continua e costante presenza sul campo, soprattutto nell'area jonica e nella filiera della frutta invernale, l'odioso fenomeno del caporalato. Quest'anno infatti è stata riscontrata una diversa modalità di reclutamento della forza lavoro, italiana e straniera, attraverso anche una sistemazione alloggiativa, in case sparse e containers, al fine dell'utilizzo della manodopera in condizioni oltre ogni limite del rispetto della persona e della dignità umana". "E' importante e fondamentale - aggiunge la Flai-Cgil - contrastare il fenomeno dello sfruttamento del lavoro salariato in agricoltura, attraverso la certificazione etica del lavoro alla quale le Aziende Agricole devono sottostare in una accezione del lavoro di qualità, ma è altrettanto necessaria la repressione da parte degli organi dello Stato, di questi odiosi fenomeni di illegalità diffusa e sfruttamento oltre ogni umana sopportazione. Il Sindacato dei lavoratori invoca un maggiore impegno delle Organizzazioni Professionali Agricole della provincia di Cosenza - Cia, Confagricoltura e Coldiretti - nelle azioni di contrasto allo sfruttamento del lavoro salariato in agricoltura attraverso la promozione di un 'marchio etico' delle produzioni ortofrutticole nel nostro Distretto agricolo".

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