NuovaCosenza.com
Google
su tutto il Web su NuovaCosenza
mail: info@nuovacosenza.com
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .
 

      Condividi su Facebook

    Vescovo Cassano "Con uccisione Cocò toccato il fondo"

     

     

    Vescovo Cassano "Con uccisione Cocò toccato il fondo"

    18 gen 16 "Guai se dimenticassimo, guai se non diventassimo capaci di custodire la memoria di eventi di fronte ai quali le parole non servono, di fronte alla morte e all'uccisione del piccolo Cocò ogni pensiero si blocca. Le parole retrocedono, il cuore vacilla. Quando si uccide un bambino si tocca il fondo". Lo ha detto il vescovo di Cassano allo Ionio mons. Francesco Savino alla "giornata del ricordo" che l'associazione "Palombella Rossa" e alcuni ragazzi del centro storico di Cassano hanno organizzato dando vita a un triangolare di calcio per ricordare il piccolo Cocò Campolongo, tre anni, ucciso il 19 gennaio di due anni fa insieme al nonno Giuseppe Iannicelli di 52 anni, e alla compagna di quest'ultimo Ibtissam Touss, di 27. Per mons. Savino la morte di Cocò ha segnato "la caduta della civiltà, la sconfitta della ragione. Siccome dal primo giugno sono diventato cassanese vorrei dire non solo a tutti i miei concittadini, ma a tutti gli abitanti della Calabria, che la morte violenta di questo bambino deve diventare per noi una lezione di vita. Se oggi Cocò potesse venire come Angelo a raccontarci quello che gli è accaduto, penso che direbbe soltanto una sola cosa: no alla violenza, no a ogni tipo di guerra, no a ogni distruzione, ma soprattutto direbbe no a ogni forma di criminalità, di ingiustizia, di corruzione e di illegalità". Rivolgendosi poi ai giovani giocatori che dovevano disputare il triangolare mons. Savino ha affermato: "A voi affido il seme della speranza. Cercate di non cedere alla tentazione della violenza, perché la violenza genera violenza, la violenza non è stata mai una soluzione per i problemi della vita. Chi uccide esprime tutta la sua debolezza. E' forte chi dialoga, chi si confronta, chi ragiona, chi crede nella pace e non nella violenza. Chi uccide ha perso la bussola della vita. Ricordare la morte di Cocò significa riscattarsi, affermare il primato della coscienza, del dialogo e del confronto. Se la morte di Cocò non ci ha insegnato nulla, vuol dire allora che anche noi siamo diventati tutti complici. Se non abbiamo imparato nulla da quella lezione, vuol dire allora che la civiltà è soltanto una parola e non invece una condizione di vita. Faccio appello a tutti, facendo mia quella bellissima espressione che anche qui, in questo territorio, nella Vostra Diocesi ha detto Papa Francesco: 'Dalla morte di Cocò non dobbiamo perdere la speranza anzi, dobbiamo trasformare questo gesto di violenza inaudita in un seme che deve portare giustizia, legalità e trasparenza di ogni tipo'".

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

    Cerca con nell'intero giornale:

    -- >Guarda l'indice delle notizie su: "Cronaca e Attualità "

     

     
Pubblicità
Guarda il TG TEN


    Facebook
 Ultime
 

Multimedia


 

Web TV -  Video

 

 
Home . Cronaca . Politica . Area Urbana . Speciali . Video . Innovazione . Universtitą . Spettacoli . Sport . Calcio . Meteo .

Copyright © 2017 Nuova Cosenza. Quotidiano di informazione. Registrazione Tribunale Cosenza n.713 del 28/01/2004 - Direttore Responsabile: Pippo Gatto
Dati e immagini presenti sul giornale sono tutelati dalla legge sul copyright. Il loro uso e' consentito solo previa autorizzazione scritta dell'editore